Putin in Siria preoccupa la NATO?

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di Salvo Barbagallo

La NATO è preoccupata della presenza di armamenti e truppe di Putin in Siria? La domanda non è peregrina, e si dovrebbe rispondere negativamente: alla NATO, militarmente parlando, la “questione” Siriana non dovrebbe interessare, così come gli armamenti che Putin mette a disposizione del suo protetto Bashar al-Assad.

NAT1Vale la pena ricordare che la NATO (in inglese North Atlantic Treaty Organization e in francese OTAN, Organisation du Traité de l’Atlantique du Nord) nacque per prevenire o reagire a un attacco armato contro uno o più Paesi dell’alleanza, in Europa o in America settentrionale. Un attacco contro un componente della NATO doveva (e deve) essere considerato come un attacco contro tutte le parti componenti dell’Alleanza e di conseguenza le parti concordavano che, se tale attacco armato si verifica, ognuna di esse, in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate prendendo immediatamente, individualmente o in concerto con le altre parti, tutte le azioni che ritenute necessarie, incluso l’uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell’area Nord Atlantica.

NAT3Allo stato attuale si può paventare il pericolo di un attacco ai Paesi aderenti alla NATO? Confessiamo che non siamo “esperti” in Diritto internazionale, ma l’unico attacco ai Paesi NATO è quello dei profughi che fuggono dalla Siria devastata dalla guerra, una guerra “interna” nella quale oggi si ritrovano protagonisti anche Paesi aderenti alla NATO e ora anche la Russia. Che ci risulti nessun Paese Nato, al momento, sta subendo o è sotto minaccia di un attacco. Perché, dunque, la NATO mostra un certo allarmismo a seguito degli aiuti russi a Bashar al-Assad? La risposta all’interrogativo (indirettamente, molto indirettamente) l’ha fornita (a priori) il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa, che in una sua dichiarazione è stato esplicito: “La crisi siriana durerà vent’anni”, ma se si vuole risolvere in tempi brevi occorre “anche l’intervento della NATO”. A fronte della posizione degli Stati Uniti –“Assad deve andare via” – la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha spiegato che i militari russi sono presenti in Siria già da molti anni e che il Cremlino continuerà ad aiutare Damasco, per prevenire che in Siria si verifichi uno scenario simile alla Libia. E se necessario Mosca adotterà misure aggiuntive, ma nel rispetto del diritto internazionale”. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg si è detto “preoccupato dalle notizie di un’aumentata presentata militare russa in Siria, che non contribuirà a risolvere il conflitto…”.

GWB : 0930-1250 North Atlantic Council (NAC) Summit. Prague, Czech Republic
GWB : 0930-1250 North Atlantic Council (NAC) Summit. Prague, Czech Republic

La presenza militare USA e quella degli alleati americani è giustificata dalla finalità comune: eliminare il terrorismo, eliminare contemporaneamente Assad. Putin concorda sull’eliminazione del terrorismo jihadista, ma non su quella di Bashar al-Assad, alleato della Russia: ecco il motivo della “preoccupazione” statunitense sull’intervento in Siria di troppe russe. E intanto lo Stato Islamico avanza: si sono infatti registrati scontri per il controllo della base aerea di Dayr az-Zor, nella Siria orientale, una delle ultime roccaforti del regime di Bashar al-Assad nella provincia di Dayr az-Zor, gran parte della quale è sotto il controllo dei jihadisti.

Ci sarebbe da chiedere se tante preoccupazioni per le “cose altrui”, a prescindere dalla “questione terrorismo”, siano veramente disinteressate.

NAT5E saltando da un orizzonte all’altro, in quel mar Mediterraneo che sta registrando l’affievolirsi del flusso dei migranti sui barconi, in questi giorni (chissà per quale arcano motivo, e chissà perché in questo delicato momento internazionale) è in corso un’importante esercitazione aeronavale NATO, la “DYNAMIC MANTA” che vede schierati navi, sommergibili, aeroplani e personale proveniente da 9 paesi Alleati, riuniti nel Mediterraneo per un addestramento alla guerra anti sommergibile (ASW) e guerra contro i mezzi di superficie. Il titolare del Comando dei Sommergibili NATO, Contrammiraglio Matthew A. Zirkle (U.S. Navy), ha dichiarato che l’esercitazione “è un’eccellente opportunità per le forze marittime NATO di addestrarsi e valutare l’insieme di competenze nell’ambito della Guerra anti sommergibile attraverso un contesto impegnativo. L’ampio numero di partecipanti all’edizione dell’esercitazione di quest’anno è una chiara dimostrazione dell’impegno della NATO verso il controllo marittimo e sviluppo di capacità nella lotta anti sommergibile”.

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