Poteri elettivi e poteri effettivi

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di Guido Di Stefano

 In democrazia i poteri legislativo ed esecutivo vengono assegnati dai cittadini mediante il  voto libero e personale con il quale ogni persona esprime il suo gradimento per una persona piuttosto che per un’altra, dando così delega per l’attuazione del programma “costruttivo”  annunciato  (e promesso). Discorsi a parte meritano il potere giudiziario e quello dell’informazione. I dilaganti (e forse devastanti) poteri finanziari  traggono più alimento nelle nazioni forti (e popolose), specie se lasciati troppo liberi e poco controllati o peggio ancora assecondati da delegati del popolo pavidi  o (il cielo non voglia) avidi.

    E la democrazia è funzionale se i delegati del popolo esercitano i poteri loro conferiti (tanto il legislativo quanto l’esecutivo) quantomeno nell’interesse superiore della nazione e nel rispetto di massima delle promesse sciorinate.

     Quando questo avviene si può affermare che poteri elettivi ed effettivi sono coincidenti e “gestiti” nel pieno rispetto della democrazia.

      Però, che strano!

      Sono così diversi gli effetti elettorali a oriente e a occidente!

     Sembra proprio che gli “eletti” orientali lavorano con maggiori  passione e continuità  nell’interesse primario dei propri popoli! Forse sono a tratti un poco autoritari, ma riteniamo superficiale e approssimativo definirli “sic et simpliciter” dittatori. E’ troppo facile chiamare dittatore spietato chiunque non si genuflette ai (pre)potenti di turno dell’occidente o a chi si rifiuta di offrire le carni dei suoi concittadini per il banchetto degli immancabili avvoltoi, nascosti ma in agguato.

     Insomma ad oriente, ultimamente, i capi hanno tendenze più pacifiche, perché i loro popoli apprezzano molto la pace, il benessere, la prosperità.

     Già proprio gli slogan tanto cari e reiterati a occidente: pace, benessere, prosperità,  senza sosta promesse ed esaltate per i fiduciosi elettori.

    Ma tra il dire e il fare poi si frappongono le “nostre” guerre quotidiane e i devastanti capricci dell’imponderabile impero della finanza (o dell’impero del male?).

    I popoli votano per la pace: e ogni giorno scoppia una guerra nuova; votano  per il benessere: e ogni giorno va a fuoco qualche diritto; votano per la prosperità: e ogni giorno una nuova devastazione economica travolge i piccoli. E tutto avviene mentre i soliti volti lanciano i soliti proclami, le solite promesse, le solite minacce contro i nemici esterni e interni,  i soliti sorrisi stereotipati sulle solite facce da  sfinge.

    C’è veramente da chiedersi: ma perché no promettono meno e mantengono quel poco promesso? A meno che … a meno che loro (gli eletti) hanno nel frattempo abdicato al loro ruolo e ai loro oneri per seguire la via più comoda e più gratificante tracciata (o imposta?) da chi  non ha delega alcuna dalle genti, che per lo più ignorano l’esistenza di registi (pericolosi nemici?) occulti.

    Sono sempre esistiti i “potenti” invisibili, con qualsiasi forma di governo) nel bene (rari) e nel male (catalogati come “eminenze nere”); ora come sempre; operanti per “collegamento” diretto; impostisi o indicati o chiamati per rapporto fiduciario e per eccelse “competenze”; sempre e comunque carenti di ogni forma di rispetto per l’umanità intera; adoratori di due sole disumane divinità e cioè il potere e il denaro.

   In qualche parte dell’occidente gli esseri umani liberamente pensanti stanno scoprendo qualche verità. Sembra ad esempio che parecchi cittadini a New York hanno manifestato la loro amicizia a Putin (statista serio) scrivendo  che loro nemico è “Wall Street”. Forse pensano che l’impero del male ha sue basi in sedi delle borse? Forse vogliono dire al mondo (o ai politici eletti e delegati) di guardarsi e combattere lo strapotere economico-finanziario?

      Ovviamente  Italia e Sicilia sono in occidente: ne condividono pregi, difetti con qualche disgrazia in più.

Nella Repubblica Italiana non si è finora votato per eleggere l’esecutivo; anzi da parecchi anni non si vota neppure nominalmente  per i parlamentari, che possono così appellarsi “nominati”, piuttosto che “eletti”. E ultimamente ha preso piede  l’usanza di individuare il presidente del consiglio all’esterno del parlamento tra non partecipanti alla competizione elettorale con relativi  ministri e quant’altro.

   Quanta democrazia è rimasta? Li ha voluti in alto il popolo? Ma il popolo non ha proprio scritto o sbarrato il loro nome! Donde viene il loro potere? Dal popolo elettore? Chi rappresentano?

    Con i fatti siciliani si perde ogni orientamento democratico!

Con una risibile percentuale di voti (ad personam) è stato eletto il presidente; persone che in precedenza erano ignote ai più per il loro  pubblico interesse politico-elettorale hanno partecipato (d’imperio) alle oltre quaranta rotazioni assessoriali; e con loro si sono avvicendati consulenti, dirigenti generali, personale di staff e di gabinetto, perché tanto la legge dà spazio per i rapporti fiduciari e per l’”intuitus personae”.

Aggiungiamo poi il fatto che lo Statuto Speciale è stato sempre disatteso (specie nelle parti propulsive) soprattutto per le “angherie” dei vertici romani e la “sudditanza” dei vertici siciciliani.

Quale può essere il risultato? Finanziariamente la bancarotta; politicamente e umanamente il nulla. Perché nessuno ferma questo disastro? Chi ha il poter di fermare tutto? Il popolo sovrano può decidere solo con le votazioni! Gli altri organi tacciono, perché non rappresentano la volontà o (almeno) i desiderata del popolo.

   Quel popolo siciliano che ha (forse incautamente) assegnato elettivamente assegnato i poteri esecutivo e legislativo, ma ogni giorno si chiede chi effettivamente li sta esercitando e si chiede pure sommessamente: non sarà che i poteri effettivi sono controllati  (e/o)  gestiti da Roma, Bruxelles, Washington, come sembrano indicare tante presenze nell’isola?

    Tanti isolani sono coscienti del fatto che spesso il “potere elettivo” può essere soppiantato dal “potere Effettivo”. Da un decennio circa qualche isolano (il solito “bastian-contrario” diranno i potenti) di qualche centro dell’isola è lesto a distinguere tra sindaco   elettivo e sindaco effettivo: chissà perché, vero?

     In Sicilia si vota direttamente per il presidente (potere esecutivo) e per il parlamento (potere legislativo e primo controllo degli atti di governo). Purtroppo però basta una manciata di voti (nel listino) per essere deputato (anche potente) e una risibile maggioranza per essere capo del governo: miracoli (ma non troppo benefici) della legge elettorale!

   Allora dove comanda effettivamente il popolo sovrano?

Non sappiamo proprio.

Un timore ci assilla: se continua l’attuale e dilagante andazzo della “confusione” (o esercizio improprio) dei poteri l’occidente a noi noto sparirà a breve, travolto dagli oltre sei miliardi di nemici che sta creando.

   Vedrà questo occidente l’anno 2020?

   Nell’attesa potremmo tutti lavorare per il trionfo della verità, unica tutrice dell’umanità,della libertà, della pace.

    Almeno avremo provato a salvare il bene comune e la casa comune.

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