Quando un amico se ne va

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Cosa dire quando un amico fraterno se ne va? Quale l’utilità delle parole rivolte a chi non c’è? Le parole servono a chi c’è ancora, a chi s’incontra ancora, servono per ricordare questo o quell’altro episodio nel quale c’era l’amico che se ne è andato prima. Tutto sommato, egoismi personali, una sorta di narcisismo per affermare “io lo conoscevo bene, più dei tanti che ora si affollano attorno…”.

001Lo abbiamo lasciato solo quando maggiormente aveva bisogno di sentire il calore degli affetti sinceri: le visite sporadiche e occasionali più nocive che altro perché riportavano a tempi che non sarebbero tornati, acuendo le sue ferite per ciò che aveva perduto per sempre, nessuna possibilità di recupero.

Una libreria, in certo senso, è uno spaccio alimentare, di quei generi che non tutti (purtroppo) sono in grado di apprezzare, di godere: uno spaccio di alimenti vitali. Per la mente, per quello che si è. Un vero libraio non è un venditore qualunque, ma un conoscitore approfondito di un prodotto particolare, frutto d’individualità irripetibili. Carmelo era nato fra i libri, i libri erano la sua linfa, quella che lo sosteneva e che riusciva a infondere in quanti ai libri si accostavano, per una ragione o per un’altra. Carmelo è stato un punto di riferimento e non perché la sua libreria fosse considerata da alcuni un salotto: quella libreria era, più semplicemente, un punto d’incontro per quanti (tanti e tanti) volessero verificare interessi comuni (o contrastanti), e per quanti (tanti e tanti) cercassero in un libro qualcosa che loro stessi non sapevano di cercare. Ad ognuno che frequentava quella libreria (chiamata “La Cultura”) Carmelo sapeva indicare la strada giusta.

Quella libreria a “piazza Umberto (una piazza alla quale ora hanno cambiato il nome, ma sempre “piazza Umberto” resta per i catanesi) da tempo non c’è più: la crisi l’ha travolta, e ha travolto Carmelo in maniera irreversibile. La mobilitazione, la solidarietà (poca cosa, in verità) non hanno bloccato la definitiva chiusura de “La Cultura”: nessuno ha saputo fare qualcosa di concreto per mettere un freno al disastro.

Oggi c’è tanta gente attorno a Carmelo…

Carmelo è stato lasciato solo: Catania, la Cultura ha perduto qualcosa, ha perduto molto. Un qualcosa che nessuno è in grado di ripristinare.

Ciao Carmelo, ci vediamo…

Salvo Barbagallo

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