Previsto crollo autostrada Palermo-Catania

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A19_Viadotto-Himera-crollDi Salvo Barbagallo

Non sappiamo se in Sicilia fosse già nota la notizia che il crollo del viadotto Himera sull’autostrada Catania-Palermo, avvenuto  nell’aprile scorso, era stato ampiamente previsto ancora prima che iniziassero i lavori per realizzare l’opera. Noi questa informazione l’abbiamo appresa ieri leggendo un articolo pubblicato sul “Venerdì” del quotidiano “La Repubblica”. La notizia non fa riferimento a quanto spiegato dai tecnici dell’Anas all’indomani del disastro, quando affermarono che “il pilone che ha ceduto sulla Palermo-Catania è stato investito da una frana aperta dieci anni fa sulla strada provinciale Scillato-Caltavuturo che costeggia l’autostrada”: l’articolo apparso sul “Venerdì” – a firma Antonio Fraschilla” – documenta che “il rischio frane era noto dal 1971” all’Anas “proprio dove è venuto giù un pezzo di Madonie che ha travolto un pezzo dell’autostrada A19 Palermo-Catania”!

via1L’ingegnere Santo Motta, nelle note riservate all’Anas alla fine degli Anni Sessanta in fase di progettazione e poi nel 1971 a lavori ultimati, scriveva “Si tratta della parte più problematica e difficile di tutto l’intero tracciato (…) Ambedue i versanti si presentano per tutta la loro altezza  irrecuperabilmente in preda a fenomeni franosi, per cui si ritiene assurdo pensare di stendere l’autostrada a mezza costa (…)”,

Sempre su richiesta dell’Anas, l’ingegnere Santo Motta presenta un’ulteriore perizia nel maggio del 1971 nella quale fa presente “la delicatezza e fragilità del complesso geologico, raffigurando la necessità di proteggersi dalla grande frana attraverso provvedimenti di difesa dell’autostrada che abbiamo carattere definitivo e permanente”.

Ma di che stiamo parlando? Di responsabilità o di irresponsabilità? O di qualcosa di peggiore?

viaSempre all’indomani del crollo dell’Himera il vice sindaco di Caltavuturo, Domenico Giannopolo, dichiarava “Già dieci anni fa la situazione era chiara. Bisognava progettare opere di contenimento per evitare l’allargamento del fronte franoso…”. Ma dieci anni fa si era nel 2005, le relazioni accurate dell’ingegnere Santo Motta risalgono a ben 34 anni addietro! Dunque, torniamo a ripetere: di che stiamo parlando?

I lavori per ripristinare il viadotto Himera non sono ancora iniziati, ma sono stati programmati: tanto basta? E gli altri punti “delicati” dell’autostrada A19 Palermo-Catania, che corrono gli stessi rischi dell’Himera, sono stati sottoposti a controlli di sicurezza, a verifiche geologiche? Non sappiamo. Quel che è noto che in pratica il collegamento autostradale principale Palermo-Catania è interrotto e i tempi di ripristino (questo è noto) sono lunghi.

L’altra faccia della medaglia? Che ora si può raggiungere Palermo da Catania (e viceversa) in due ore e quaranta minuti grazie ai “Minuetto” delle Ferrovie, ripescati miracolosamente dalle rimesse dove erano rimasti (chissà perché?) posteggiati e inutilizzati da anni. In Sicilia avvengono anche questi miracoli, ma in questi casi la religione non ha nulla a che farci…

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