Parole di “altri” perdute nel vento e nel tempo

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terza-guerra-mondialedi Guido Di Stefano

    Procediamo un poco con ordine casuale.

    Altri hanno scritto e descritto fatti e situazioni assurde, quali ad esempio:

  • un centinaio di presunti migranti (o presunti fuggitivi) si rifiutano di scendere dai pullman perché la struttura loro assegnata (in quel di Palmadula) si trova in campagna e non attaccata ad alcun centro abitato;
  • a Bresso protestano lamentandosi del cibo freddo e soprattutto del troppo caldo;
  • proteste violente (vere rivolte) avvengono sulle navi della nostra Marina;
  • e, poverini, costretti a fruire del Wi-fi” troppo lento, per farsi ascoltare hanno dovuto sequestrare alcune operatrici;
  • e poi alcuni poverini si sono trovati a bordo di una piscina senza camerieri e si sono sentiti obbligati a protestare: caspita a momenti li andiamo a prendere a casa e non li serviamo;
  • se poi saranno di parola (e possiamo crederci) si mobiliteranno in proteste diffuse!

   Ovviamente i governi centrali (Italia principalmente) curano la “non diffusione” di tali insignificanti fatterelli: bando alle chiacchiere da cortile e ai “gufi” che remano contro tutti gli illuminati “strateghi” europei, sempre ubbidienti agli ordini di “chi di dovere e competenza”.

    Lo zio Sam, supportato dalle cointeressate Albione e Marianna, accusa di ostilità Mosca e bandisce l’ennesima occidentale crociata? Ed ecco i nostri (eroine ed eroi) urlano il loro sdegno  e incitano le masse alla guerra santa; qualche dissenziente c’è sempre, ma è “piccolo” e subito deriso da personaggi che in caso di votazioni non troverebbero neanche il loro voto! Intanto gli ordini immediati sono: avanti con le sanzioni alla Russia, fuori dalla Russia i mondiali, nuovo schieramento di missili USA in Europa anche nella “disponibile” Gran Bretagna, recupero dei “migranti” avanzato davanti alle coste libiche, trattati tali da rafforzare le multinazionali (commercio, investimenti, finanza, banche).

    Ci poniamo alcuni interrogativi.

    Quanti governanti europei sono coscienti che uno scontro armato occidente contro oriente travolgerebbe noi Europei? Quanti hanno “conteggiato” le risorse naturali e umane dei due blocchi creati dall’occidente (inteso come persone e istituzioni, entrambi dal singolo o dal doppio volto, in grado di condizionare le scelte di governi indegni)? Quanti hanno letto tra le righe della storia che gli “yes” e “oui” ridurrebbero il mondo a un immenso e desertico cimitero pur di comandare? Tutta la storia (a nostro avviso) e ben due guerre mondiali lo indicano! Anzi osiamo dire tre guerre mondiali: la terza (al momento “frammentata”) è in atto.

    I semi della guerra sono stati sparsi, incrociando yes e oui, in tutto il mondo e in tutti i modi con l’impiego di disinformazione, denaro e armi: Cina, Russia, sud-est asiatico, oriente in genere e medio-oriente, nord-Africa, centro-Africa, sud-America hanno subito e subiscono gli attacchi “bellici”.

   E la “distratta” (o forse, ancora peggio, insipiente)  UE (tranne alcuni stati “furbi”) sarà travolta dal flusso dei fuggitivi veri e falsi e ne resterà talmente appesantita (e travolta ) da dovere “prostituirsi” del tutto per essere salvata da quegli stessi che l’hanno sprofondata nell’abisso.

   Riusciranno i popoli europei a eleggere governanti che abbiano come priorità il “servizio” degli elettori, dei popoli, dell’umanità?  E’ da sperare! Intanto obbediamo agli ordini e costituiamo un servizio traghetti dal limite delle acque territoriali libiche fino alla Sicilia; facciamo risparmiare ai “mercanti” carburante e naviglio (robusto) utilizzabile per altri commerci; trasbordiamone un paio di milioni (con le inevitabili poche o molte migliaia di infiltrati) per fare felici Sam. Albione,Arianna e forse anche qualche Walkiria. Più ospiti uguale più benessere proclama qualcuno: per un generico popolo italiano, sembrerebbe.

   Comunque torniamo ora indietro nel tempo.

    Più volte gli zar d’oriente tentarono l’avvicinamento e l’occidentalizzazione delle Russie: senza grandi successi, grazie anche alla scettica derisione occidentale.

    Però la prima guerra mondiale vide l’impero russo alleato di Francia e Inghilterra ed anche Italia (sia pure per breve tempo) contro gli imperi  centrali; e la seconda guerra mondiale fu praticamente vinta a terra dai Russi alleati di franco-anglo-americani contro il nazi-fascismo.

   Come mai già qualche giorno prima della caduta di Berlino i cosiddetti alleati   tramavano per invadere la Russia? Aveva Stalin mire espansionistiche verso occidente o gli anglo-americani sapevano (dis)informare meglio? Pettegolezzi? Malignità gratuite? O verità assoluta?

   La totale apertura degli archivi segreti (di tutti) potrebbe aprire la strada alla verità.  Ma forse la verità resterà ancora a lungo un sogno.

   Tuttavia a volte qualcosa trapela, magari incidentalmente.

    Ad esempio una recente intervista ad un discendente degli Asburgo ha spogliato di ogni aurea mistica irredentistica l’entrata in  guerra del regno d’Italia: sembra che mantenendosi neutrale il regno avrebbe ottenuto dall’impero all’incirca le stesse concessioni territoriali che furono sbattute sul tavolo di Parigi all’Italia (senz’altro  inferiori a quelle pattuite), costate agli Italiani 650.000 militari morti. A chi servì quella guerra? Alle industrie “belliche” di allora, non certo al meridione (agricolo e minerario) spogliato della sua forza-lavoro.

   La predetta intervista ci ha fatto tornare  in mente qualche curiosità. Moltissimi ufficiali subalterni persero la vita per tanti motivi concorrenti: eroismo, temerarietà, inesperienza, tiri selettivi dei cecchini austriaci. Ma, come raccontavano con dovizia di particolari e sorridendo alcuni veterani, pure tanti (ben oltre le più pessimistiche statistiche) furono gli ufficiali superiori (generali ad esempio) caduti in quella dura prima guerra mondiale: per lo più colpiti da singolo proiettile e non di mitragliatrice: era da fanti essere falciati da mitragliatrici o salve di colpi, fino a riempire di cadaveri le vallate. Ma quel singolo colpo da dove arrivava? Da un cecchino? Da un rimbalzo? Da un  amico?  Era il caso a decidere o  la vendetta?

    Resta il fatto che ove fosse esatta la suddetta prospettiva, il nostro intervento in guerra è stato immorale: almeno secondo la visione etica di Luigi Taparelli (alias Cosimo D’Azeglio), torinese, gesuita, sociologo, filosofo, uomo libero, libero pensatore, libero scrittore, inviso ai potenti di ieri, oggi e domani: i potenti quali li abbiamo subiti noi Siciliani, Italiani, Europei, occidentali. Sosteneva lui che la libertà, l’indipendenza delle nazioni (dei popoli) si possono raggiungere anche attraverso il dialogo: se il potente dialoga non è necessario uccidere e guerreggiare; se il potente è insensibile allora ucciderlo e guerreggiare diventa l’extrema ratio.

    Scomodo pensatore per gli arroganti  che calpestano ridendo e tronfi angosciano singoli, gruppi, popoli, umanità. Pensate riuscì a essere inviso e odiato contemporaneamente da Francesco Giuseppe d’Austria e dai Savoia: qualcuno pensò anche che magari meritava la morte. Scomodo anche per tanti “paladini” del sociale: per primo si preoccupò dell’allora (e forse anche ora) avveniristica “giustizia sociale”.

    Fu un grande il nordico Luigi Taparelli  e lo scritto di un palermitano ce lo ha fatto conoscere, anche lui gesuita, anche lui studioso, sereno e libero: Luigi Di Rosa.

    Per la letteratura di “stato”  e sodali sembra non sia mai esistito e non ce ne stupiamo: i suoi scritti potrebbero risultare una inappellabile condanna dei prevalenti metodi di governo unitari, come li conosciamo noi, come li subiamo noi.  Anzi potrebbero suonare come condanna per tutto l’occidente ieri, oggi, domani o, per dirla con Orazio, “ab ovo usque ad mala”.

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