C’è un dato significativo che sta affiorando, ed è un dato pericoloso: la collettività, se non direttamente interessata nella “parte” che le compete, resta indifferente a tutto ciò che fanno il premier Matteo Renzi e il “suo” Governo. Pochi reagiscono – e finiscono purtroppo con l’essere minoranza isolata -, i più non si curano della “svolta imposta” che sta prendendo il Paese. Questo “dato” lo registriamo anche noi con il nostro giornale: gli articoli che riguardano Renzi hanno una audience che continua a calare di giorno in giorno, mentre si mostra più interesse ai fatti di cronaca. Ci si chiede: “Anche Renzi è cronaca, cronaca quotidiana, cronaca che riguarda tutti, perché allora non suscita interesse?”. Le risposte possono essere tante, ma principalmente si riconducono alla disaffezione degli italiani verso la politica nel suo complesso. Quella disaffezione che porta metà dell’elettorato nazionale, come è stato dimostrato, a disertare le urne e che domani potrà allontanarsi maggiormente dalle Istituzioni.
Sì, è vero: Renzi viene a volte contestato pubblicamente, gli insegnanti che scendono in sciopero in tutta Italia mostrano ed esprimono chiaramente una volontà di contrasto a ciò che viene deciso in Parlamento, anche se il premier minimizza e sorride sempre tirando fuori battute da infelice showman. Proteste e scioperi non fermeranno il progetto di trasformazione del Paese che è stato avviato grazie a un’opposizione che non sa porre alternative. Reagisce, senza risultato, chi è colpito in prima persona: la mancanza di strumenti “civili” di reazione a questo stato di cose, completa il quadro. Ci chiediamo, a questo punto, se vale la pena continuare a parlare di Matteo Renzi, o se è il caso di cestinarlo definitivamente. Evidentemente la seconda ipotesi ci appare improponibile: Renzi e il suo Governo, volenti o nolenti, rappresentano questa Italia, questi Italiani e fino a quando sarà possibile, fino a quando ci sarà democrazia seppur solo apparente e non sostanziale, faremo il nostro dovere, arrogandoci il diritto di parlare anche a nome degli indifferenti che tacciano.
Anche se l’audience su ciò che si scrive su Renzi (in contrasto a Renzi…) è destinata forse a scomparire, le opinioni non potranno essere cancellate: qualcuno in futuro forse le raccoglierà. Il premier dovrebbe sapere che la ruota gira e il “Vincere e vinceremo” non sempre dura: gli Italiani lo hanno già dimostrato.
Ma perché arrivare al peggio?