Alunni della storia svogliati, smemorati, distratti: noi gli occidentali

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235_storia016di Guido Di Stefano

Da secoli noi occidentali pratichiamo la “non nobile” furbizia della guerra “ibrida”, in cui siamo maestri: disinformazioni, armi, violazioni di trattati, repentini voltafaccia o (addirittura) tradimenti, sommosse “quasi” spontanee  i nostri strumenti, potenziati da uno spietato manicheismo, stratificato al punto che in  troppi “vertici” nostrani  è diventato genetico.

Noi siamo i buoni, i giusti, i democratici, i civili; gli altri sono i cattivi, gli ingiusti, i tiranni, i barbari.

Però gli insiemi “noi” e “altri” sono variabili e indefiniti: sono degli universi caratterizzati dalla discontinuità. Si passa dall’uno all’altro per “salti” non per variazioni continue. Anche il “fratello” di oggi (sia esso un singolo o un popolo) domani sarà “altro” se oserà alzare la testa per difendere se stesso, il suo domani, il territorio, i beni.

Abbiamo costruito o quanto meno influenzato l’assetto geopolitico del mondo con le armi e la disinformazione. Tante campagne militari abbiamo anticipato o accompagnato con la martellante demonizzazione degli “altri”, diabolicamente manipolati e istigati da noti od oscuri potenti: personaggi così ossessionati dal potere e dalla ricchezza da essere pronti a desertificare e spopolare il mondo, pur di “imperare” . E su questa strada continuiamo.

Forse sono molto pochi  che si sono posti e si pongono quesiti come i seguenti: quali  malvagità mai perpetrarono i popoli pacifici indigeni del nuovo e del nuovissimo mondo per meritare lo sterminio? tante pacifiche comunità europee? erano veramente “cattivi” gli Austriaci? c’erano tanti briganti nel meridione d’Italia? da dove ha avuto inizio e trae ancora “alimento” la ricchezza del nord (Italia ed Europa) e dell’Occidente in genere? quanti Stati occidentali si sono “costruiti” abusando della guerra ibrida? quali crimini hanno commesso (o stanno commettendo) i governati e i popoli di Africa, Asia ed Europa per precipitarli nell’inferno in cui si trovano o si troveranno a breve? la Russia aveva mire espansionistiche sull’Europa quando rischiò una invasione dai buoni alleati occidentali a guerra quasi finita (così dicono)? e ha ora mire espansionistiche imperiali superiori alle nostre?

Fermiamo i quesiti con un’amara constatazione: i morti sono quelli nostri (sostenitori dei potenti di turno); quelli degli altri sono numeri! Già per i pessimi alunni della storia sono numeri gli antichi e recenti morti nelle terre  d’Africa e d’Oriente; sono numeri i fuggitivi morti in mare; sono numeri i circa 30 milioni di Russi caduti nella seconda guerra mondiale (quasi la metà di tutti i morti civili e militari conseguenti al delirio nazi-fascista).

Ma noi siamo essere superiori e se non possiamo vincere lealmente manipoliamo e travisiamo informazioni e fatti quel tanto che basta per conseguire due risultati: vantarci della nostra presunta superiorità; creare incertezza e caos ovunque, anche a casa nostra.

Perché questo nostro sfogo? Perché noi maestri secolari della guerra ibrida accusiamo praticamente gli altri di praticarla.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo la riunione in Turchia, ad Antalya, ha annunciato che lui e la Mogherini hanno deciso di sollecitare i collaboratori per la massima collaborazione tra UE e NATO nella lotta contro la guerra ibrida, da intendersi come un conflitto combattuto con mezzi bellici convenzionali e paramilitari e con campagne di disinformazione. Guarda caso quello che l’Occidente ha profuso generosamente  in Africa, Asia e sta riproponendo in Europa; tanto per fare qualche nome: Libia, Iraq, Siria, Ucraina e si parla della Macedonia.

E tanto per restare in argomento citiamo che l’UE  (commissione affari esteri) ha da poco avallato una relazione del deputato lituano  Gabrielius Landsbergis finalizzata allo stanziamento di fondi anti “propaganda russa” e pro “attivisti dell’opposizione”.

C’è di che preoccuparsi, specialmente ora: non si capisce dove finisce la NATO e inizia l’ UE o viceversa.

La NATO (tolti USA e Canada) è tutta in Europa, dove la UE provvede con solerzia al reclutamento di altri Stati per la NATO.

Ma i nostri potenti europei riescono a capire che strategicamente noi Europei siamo la NATO? che noi Europei siamo in prima linea in tutte le guerre che i potenti degli USA vorranno scatenare?

Vediamo un poco la composizione NATO (aggiornamento al 2009), con 26 stati europei e 2 americani:

Belgio, Canada, Danimarca, Francia , Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti, Grecia, Turchia, Germania, Spagna, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia, Albania, Croazia.

La composizione UE aggiornata al 2012, con 28 stati di cui 22 aderenti alla NATO:

Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (escluse le isole Faer0er e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, oltre agli stati candidati.

Cosa succederà ora che diversi stati orientali della UE (Finlandia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria) democraticamente manifestano il loro malcontento verso Bruxelles e l’UE? Daremo la colpa ai soliti “altri” (ignoti o noti) e calpesteremo i popoli dissenzienti, perché si atteggiano ad “altri”?

E perché le isole maggiori dell’UE sono espressamente individuate in un elenco a parte? Cosa ci è sfuggito?

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