La strada verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni

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FutureRoadSigndi Guido Di Stefano

Questo, tra l’altro, cercavano di inculcare tanti educatori dei tempi andati. Crediamo che ormai non siano più tra noi: l’ultimo di coloro che hanno espresso il detto in nostra presenza dovrebbe già veleggiare verso i centoventi anni.

   Credevano in quello che enunciavano e spiegavano semplicemente e inequivocabilmente: non si hanno speranza, riscatto, salvezza,  bene se pensieri, parole, propositi, ancorché perfetti e lodevoli, non vedono la luce del creato attraverso l’azione.

   I pensieri turbinano e  le parole volano;  già gli scritti configurano un’azione e rimangono e insieme a tutte le altre azioni umane incidono e plasmano uomini, società, popoli, civiltà, storia.

  Cari educatori, nobili sì ma con le loro debolezze umane: “privilegiarono” gli indegni  ipocriti adulatori  e questi sono stati e hanno spinto al potere i loro prediletti, ancora più indegni: e ora noi poveri esseri comuni, sempre liberi e di buoni principi (coltivati anche grazie a loro) dobbiamo fronteggiarli, per il bene comune.

   Ora si può parlare molto profanamente (o laicamente se volete) di “viali” che portano al baratro, alla barbarie primigenia, all’annichilimento dell’essere.

   Sono in discesa queste strade del “male”; il loro lastricato è sempre più scivoloso perché anche le buone intenzioni sono “untuose” come spesso è chi le manifesta; e sono decorate dai miraggi (sapientemente creati) di meravigliosi ma irreali alberi: quelli del male.

   I proclami si inseguono, le promesse si accavallano e si aggrovigliano o addirittura si scontrano e si annullano tra loro, eccessi di informazione e ventate di disinformazione disorientano le menti.

   Dov’è il bene e dov’è il male? Chi è buono e chi cattivo?  Le genti sono confuse.

   Sentiamo continuamente esaltare quello che ci viene gradualmente sottratto: pace, amore, libertà, democrazia, benessere, meritocrazia, giustizia.

   Si parla di vita e nel mondo impera la morte (truce e crudele).

   Si invita alla fiducia e si uccide senza sosta la speranza.

   Si suggerisce la strada della fratellanza, comprensione, dialogo e intanto danzano gli indici accusatori contro tutti (gli altri), sicchè presto ci affronteremo tutti l’un contro l’altro armati tanto nel microcosmo (locale e sociale) quanto nel macrocosmo (nazioni e punti cardinali).

   Si inneggia ai valori eterni e universali (fede, morale, umanità, creato) e si privilegiano i valori “transeunti” (oro e potere anche se di altri).

   E mai si sente ripetere il sommo monito: “nessuno può servire due padroni: Dio e Mammona”. Già il tema dei servitori di due padroni (o più) sarebbe troppo “pericoloso”. Si può servire il popolo sovrano e contemporaneamente il potere e/o il denaro? Si può servire il popolo sovrano e insieme servire o ammiccare all’alleato non troppo amichevole?

   Certamente molti hanno un solo padrone: ma non basta.

  Ribadiamo che il viale del male è in discesa e noi (o chi per noi) lo rendiamo sempre più scivoloso con scivolose “intenzioni”. Le grandi istituzioni non “incidono”, forse perché soffrono di “lesioni” interne o forse per misteriosi motivi che sfuggono al controllo del comune essere umano.

   Temiamo di essere troppo vicini al punto di non ritorno: collasserà solo l’occidente o trascineremo con noi il mondo intero?  O entreranno in sintonia e ci salveranno le piccole e sagge realtà (nazioni, istituzioni …) esistenti nel mondo? O paradossalmente dobbiamo attendere la salvezza da eventuali freni attivati dagli “ultimi” nemici di Oriente?

    Due miracoli chiediamo: 1) che  trionfi l’intelletto ingentilito dalla bellezza del creato e rinforzato dall’amore; 2) che i nostri “pastori” siano veramente “buoni” e sempre ricordino che il “creato” (oro e potenza compresi) è stato messo a disposizione della “creatura uomo” e non viceversa .

    Sarebbe veramente ridicolo (anzi blasfemo) che l’uomo  collocato al centro dell’universo dalla notte dei tempi dall’Unico Onnipotente non sia più al centro della sua “società” e del suo mondo  per volere di qualche impazzita scheggia meteorica.

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