Renzi a Mosca cosa va realmente a ratificare?

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renzidi Valter Vecellio

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La frase è agghiacciante. Il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, a proposito dell’uccisione dell’oppositore Boris Nemtsov, dice: “Non contava niente”. Intende dire che Nemtsov per il padrone del Cremlino non costituiva un pericolo, e che dunque non è a Putin che bisogna guardare nella ricerca dei possibili mandanti. La stessa frase detta l’indomani dell’uccisione di Anna Politkvoskaya, la coraggiosa giornalista uccisa a colpi di rivoltella perché con le sue inchieste sulla feroce guerra combattuta in Cecenia, dava troppo fastidio a troppi.

La stessa frase, “non contava niente”, detta all’indirizzo di Alexander Litvinenko, l’ex agente dei servizi segreti russi che minaccia di dire troppo, e muore avvelenato col polonio a Londra. “Non contava nulla”  neanche l’avvocato finanziario e oppositore di Putin Sergei Magnitsky, morto in carcere.

E’ lunga la lista di chi a Mosca e dintorni, “non conta nulla” e finisce morto ammazzato:  l’ex oligarca e oppositore Boris Berezovsky,  trovato impiccato nel bagno di casa in Gran Bretagna. L’attivista per i diritti umani Natalia Estemirova, investigava sugli abusi del governo nel Caucaso del Nord; l’attivista per i diritti umani Stanislav Markelov; la giornalista Anastasia Baburova…E ancora: il giornalista investigativo, Paul Klebnikov; il deputato Sergei Yushenkov, autore di inchieste su una serie di attentati che nel 1999 forniscono il pretesto per la seconda guerra in Cecenia, che apre la strada alla presa del potere da parte di Putin.

Tra quanti “non contano nulla”, anche il giornalista di “Radio Radicale” Antonio Russo: ucciso per quel che aveva denunciato, e soprattutto per quel che avrebbe potuto ancora denunciare, sempre a proposito della guerra putiniana in Cecenia.
Il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi è in Russia; si occuperà delle provvigioni energetiche che Putin può fornire e fornisce (ed essendo Putin il fornitore, c’è poco da negoziare, solo sperare di spuntare un buon prezzo; c’è poi la questione Dell’Ucraina, anche se non si capisce come Renzi possa influire e incidere: non ci riesce un mastino come Angela Merkel, figuriamoci se uno squaletto come Renzi può competere un figlio del KGB come Putin; c’è poi la questione che più sta cuore a Renzi: la Libia; “camicia bianca” vuole coinvolgere Putin, e ricevere da lui la “benedizione” per potersene occupare in prima persona con l’Egitto che fa i lavori sporchi, alla guida di una coalizione occidentale che dei destini dei libici e delle lotte fratricide in corso letteralmente se ne fottono, ma sono interessatissimi ai pozzi di petrolio e ai giacimenti di gas. Così se la Francia manda la portaerei Charles De Gaulle perché la Total ha sete del petrolio libico, anche l’Italia manda le nostre navi da guerra a “passeggiare” nel golfo della Sirte, giusto per dire che i nostri pozzi off shore non vanno toccati… Il fatto che Renzi vada a deporre un fiore sul luogo dove Peskov è stato ucciso è la foglia di fico per non farsi accusare di insensibilità per quel che riguarda i diritti umani che Mosca quotidianamente e brutalmente viola.

La pantofola di Putin è baciata da molti, ultimamente: da Berlusconi a Prodi; e ora anche Renzi… La domanda da porsi è: cosa va realmente a ratificare Renzi a Mosca? Cosa va a chiedere e promette? Magari, per capirci qualcosa, bisognerebbe dare uno sguardo  a quel che si fa e a quello che si dice in certe ovattate stanze di un “Palazzo di vetro” che sorge all’estremità est laghetto dell’EUR a Roma…

ENI, dice nulla questa sigla, vero ministero degli Esteri da sempre?

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