Guai ai piccoli, agli umili, ai poveri

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Alix_VaeVictis_WEBDi Guido Di Stefano

 

   Guai ai piccoli, agli umili, ai poveri, ai semplici, agli uomini retti e di buona volontà; guai ai popoli, alle nazioni, al genere umano: insomma guai a chi non ha le armi e le forze per difendersi e offendere; guai a chi non risponde alla malvagità con la malvagità; e ancora di più guai a chi non riesce ad individuare con esattezza i veri nemici, artisti della mimetizzazione e della disinformazione,  grandi ammaliatori ( o corruttori se volete) che per ogni “Homo gloriosus” (uomo vanaglorioso, più apparenza che sostanza) trovano l’esatto numero di lenticchie con cui assicurarsene i servizi “a vita” (per quanto gliene concedono).

    Il primo “guai” fu  urlato da Brenno (si dice) 24 secoli  con il suo sprezzante “Vae victis” (guai ai vinti) e male gliene incolse!

    Non fu più urlato e neppure sussurrato in modo estemporaneo  in tutti i secoli a seguire  ma spietatamente applicato, codificato, motivato e tramandato ai posteri nelle “verità” dei vincitori (calunniatori, massacratori, persecutori, spoliatori). Bastava e basta poco per subirne il peso, per trovarsi sotto i venti del “vae”, variamente veicolato, propagandato, giustificato, ammantato di equità-giustizia-santità: un fallimento da coprire, una illegalità da attuare, una bramosia da soddisfare, un grosso furto internazionale, un qualsiasi capriccio da potente, uno o più popoli da schiavizzare ed ecco scattare l’anatema contro chiunque si  trova di fronte all’indice accusatore.  Sembra strano, ma il metodo funziona così bene che i popoli (ignoranti non per scelta ma per altrui volontà) seguono e si rendono complici del “Caino” di turno, supportato o diretto da demoni che usano e gettano le truppe mercenarie.

    Si diceva e si dice che il capolavoro del diavolo è di essere riuscito a convincere l’umanità (gran parte di essa) della sua “non esistenza”. I nostri hanno superato cotanto maestro.

   Riescono a convincere che noi siamo sempre i buoni e che gli altri (magari a giorni alterni) sono i cattivi. E con il volto reso più liscio-lucido-luminoso (e spesso rotondo) da uno scultoreo sorriso ci raccontano che tutto va bene mentre camminiamo sulle macerie e altre macerie ci cadono sulle teste; ci rassicurano che sono per la giustizia sociale mentre spogliano a turno le varie categorie di poveri per condurci tutti alla miseria, sorridenti (molti)perché i colpevoli (sotto “vae”) soffrono: intanto i veri colpevoli (i nostri presunti potenti) crescono e prosperano in bellezza davanti al mondo.

    Tutto va bene! Siamo in ripresa! Posti di lavoro per tutti, anche per gli extraterrestri! Chissà perché qualcuno sostiene:  20/28 stati della UE (Italia compresa) sono in “deflazione”; nella florida e grassa Germania c’è di fatto un calo d’occupazione (10.000.000 di lavoratori part.time secondo il Frankfurter Allgemeine Zeitung); l’Islanda ha preso la distanza dalla UE; l’Irlanda è di fatto in rivolta; l’Ungheria attua una corretta politica economica interna e tratta direttamente con Putin, in barba alle sanzioni (perniciose più per l’occidente che per l’oriente) imposte dal lontano signor Obama,  sospinte dai signori Cameron, Hollande e Merckel (tanto riguardano più il settore agro-alimentare che altro) e supinamente accettate dall’Italia (che ormai è prossima a due miliardi di Euro di perdite); la Grecia (gran parte del suo debito è imputabile ad armamenti teutonici e gallici per loro “non indispensabili”) naviga verso oriente, spinta dalla troika che saggiamente lascia “foraggiare” l’Ucraina; e lo U.K. ammicca con l’estremo oriente; the Economist scrive che la maggioranza degli euro-giovani è euro-scettica;the Wall Street Journal scrive di 18.000.000 di disoccupati nella UE (temiamo una stima in difetto)con prospettive di crescita economica pressoché nulle; alcuni vecchi amici (in Kosovo) della NATO debbono rispondere di qualche criminuccio penale; una volta tanto che l’Italia dovrebbe chiedere il sostegno (lo sostiene il Washington Post che ricorda per l’Italia la definizione storica di ventre molle dell’Europa) della NATO  il nostro governo timidamente e delicatamente tace, forse per non turbare le meditazioni dei magnifici tre che ha incendiato il bacino del Mediterraneo (potrebbe sembrare un rimprovero una sua eventuale e motivatissima richiesta d’aiuto); e “dulcis in fundo,     almeno tre banche italiane si sono scoperte da poco  a “corto di liquidità”, sembra per eccesso di fiducia negli amici degli amici.

    Ci fermiamo qui per non deprimervi, per non deprimerci.

  Sarà per la centralità della nostra Sicilia,  sarà perché abbiamo sovrapposto tante letture o perché desideriamo tanto che il mondo si “componga” in pace, libertà, verità, giustizia, fratellanza, tolleranza, umanità, benessere; sarà per tanti motivi: i nostri pensieri spaziano dalle piramidi dei faraoni, al cupolone dei cardinali, dal Golgota delle croci al firmamento della luna e delle stelle, dall’alba al tramonto, dal nero al bianco, dal mare ai monti salendo lungo il rio, dal sole splendente ai fiochi lumi.

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