Sicilia: quelle imprese che vengono dal nord…

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viadotto Scorciavacche sulla Palermo-AgrigentoDi Salvo Barbagallo

 

Negli Anni Ottanta in Sicilia la grande imprenditoria venne messa al tappeto: tra tangentopoli e collusioni con la mafia rimase ben poco ad operare. Scomparsi dalla scena le grandi per le aziende isolane sopravvissute fu difficile restare sul mercato (isolano, nazionale ed estero), se non per lavori in “subappalto”. In Sicilia poterono operare per i lavori pubblici quasi esclusivamente  imprese che venivano dal nord, e quindi con un pedigree immacolato e riconosciuto, tutte esenti da qualsiasi tipo di contaminazione. A “occupazione” del territorio inoltrata, chiedemmo, nel corso di una conferenza stampa tenuta nella Prefettura di Catania, al prefetto come mai nell’elenco fornito dalla Prefettura per lavori pubblici in corso non apparisse nessuna impresa siciliana, e se erano possibili infiltrazioni mafiose anche in quelle società provenienti dal nord che venivano ad operare in loco, essendo la Sicilia notoriamente “terra di mafia”. Il prefetto ci guardò con sguardo triste, non rispose alla domanda ma chiuse la conferenza stampa affermando che “tutto è sotto controllo”. Non possiamo sapere se ne fosse veramente convinto.

Questo episodio ci è tornato in mente dopo tanti decenni trascorsi, per il “clamore” che sta suscitando la vicenda del ponte “Scorciavacche” sulla Palermo-Agrigento, “crollato” dopo pochi giorni dalla sua inaugurazione. Ha preso posizione direttamente il premier Matteo Renzi alla ricerca dei responsabili di tale misfatto, per comminare loro la giusta punizione. In soccorso ai “responsabili” è giunto il presidente dell’Anas Pietro Ciucci, che ha dichiarato all’Agenzia Agi che “nessun viadotto è crollato”, facendo proprie le dichiarazioni sui rilevamenti tecnici dell’impresa costruttrice.

Il ponte non è affatto crollato ma è soltanto “rototraslato”. E che significa? Siamo stati costretti a ricorrere – perdonate la nostra ignoranza – al dizionario per cercare di comprendere pienamente il significato del termine. Il Sabatini Coletti così riporta “roto traslato” (staccato e non unito…rototraslato): “Movimento circolare intorno a un punto, a un asse; in fisica, moto di un corpo rigido che ruota su se stesso”. Che il ponte sia crollato (e in effetti non è “crollato”), o abbia compiuto un “movimento circolare” su sé stesso, spaccandosi, così come appare, cosa cambia? Il danno alla struttura c’è stato e poteva provocare ulteriori disastri a cose e persone.

In poche parole, per questo incidente di percorso dell’impresa costruttrice, l’intervento di Matteo Renzi forse è stato prematuro: la questione ora dovrebbe essere impossibile insabbiarla. O ci sbagliamo?

Ad eseguire i lavori dell’importante arteria è stata la “Bolognetta scpa”, un raggruppamento che ha come capofila la “Cmc” di Ravenna. Il tratto interessato allo pseudo crollo rientra nel progetto su un tratto di circa 34 chilometri, che prevede numerose opere per un costo complessivo di oltre 295 milioni di euro. I lavori, partiti nel giugno 2013, dovrebbero essere completati entro il 2016. Il costo per realizzare il tratto consegnato quasi due settimane addietro, quello che ha subito la rototraslazione ammonta a 13 milioni. La Procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta e disposto il sequestro dell’area.

La Cmc, Cooperativa Muratori&Cementisti di Ravenna, (facente parte del raggruppamento di imprese Bolognetta Scpa, “contraente generale” dei lavori sul viadotto “incriminato”) appartiene alla galassia delle “cooperative rosse”…

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