Presidente, il vento non sa leggere

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bandiera-quirinaleDi Salvo Barbagallo

I più anziani ricordano il film del 1958 “Il vento non sa leggere” diretto da Ralph Thomas, tratto dall’omonimo racconto di Richard Mason, con protagonisti un giovanissimo Dirk Bogarde e una ancora più giovane Yoko Tani: quella frase “Il vento non sa leggere” veniva tirata fuori in ogni discussione quando non si trovava una condivisione accettabile. A oltre mezzo secolo di distanza quelle cinque parole sono state rispolverate per un incidente (definito “curioso”) accaduto ieri mentre al Parlamento era in corso la terza votazione per l’elezione del Capo dello Stato: un forte vento ha strappato il tricolore che era issato sulla torretta del Palazzo del Quirinale, lasciando, però, al suo posto il vessillo europeo. Il vento non sa leggere, oppure è tutto il contrario? L’interrogativo che si sono posti quanti hanno ricordato il celebre film di Ralph Thomas, si scioglierà probabilmente in giornata, se si concluderanno le votazioni con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Qualcuno ha preso lo strappo del Tricolore come un cattivo presagio nei confronti di Sergio Mattarella, candidato di punta sul quale il premier Matteo Renzi si sta giocando il tutto per tutto.

Ed è tutto possibile, nonostante i pronostici diano per certa l’elezione di Mattarella, al quale, proprio ieri, Beppe Grillo non ha risparmiato le sue consuete frecce velenose, ricordandogli che quando era ministro della Difesa nel Governo Amato negò la presenza di uranio impoverito nei proiettili usati dalla Nato in Kosovo e nei Balcani. Le “cattiverie” sono sempre di moda, soprattutto in queste importanti circostanze.

Il Tricolore è stato rimesso a posto, e già oggi l’Italia potrebbe avere il Presidente che la rappresenta: sarà tutto ok.

Ok anche per Renzi, ma forse Berlinguer si agita un po’ nella sua dimora.

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