Napolitano prende per mano gli italiani per varcare il 2015

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napolitanoDi Salvo Barbagallo

Nono ed ultimo discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: fine anno e fine mandato. Invito pressante all’unità del Paese, invito pressante a (ri)trovare un’armonia perduta da tempo fra tutte le cosiddette forze politiche (al governo oppure no) per raggiungere un bene comune a tutti, e superare la crisi. Tutto sommato un messaggio di ottimismo: l’augurio  che “il 2015 sia l’anno dei risultati positivi per gli italiani… Il 2015 sia anno fecondo di risultati positivi per le nostre famiglie, il nostro Paese, i nostri ragazzi. Mettiamocela tutta, ciascuno faccia la sua parte al meglio. Io stesso ci proverò una volta concluso il mio servizio alla Presidenza della Repubblica. Da ciascuno di voi può venire un impulso importante per il rilancio del futuro dell’Italia“.

 Un messaggio di ottimismo che solo il Capo dello Stato poteva esprimere perché c’è poco d’essere ottimisti. E questo “poco” ottimismo viene dalla voce di milioni di giovani senza lavoro e senza una prospettiva concreta per il futuro, immediato e prossimo. Ma prima di lasciare il suo ambito ruolo Napolitano continuerà a faticare (per pochi giorni o molti, non si sa) poiché sicuramente vorrà dare un indirizzo a chi dovrà decidere sul nome del suo successore: Napolitano è ancora utile al Paese e non può abbandonare il suo posto senza che abbia prontezza sul nome di chi andrà a sostituirlo.

Il premier Renzi, in un certo senso, aveva anticipato il termine “ottimismo” che ha espresso il Presidente: ha adoperato la magica parola “ritmo”, intendo forse che con lo “swing” si può superare ogni ostacolo. Parla bene chi non ha preoccupazioni, le parole non costano nulla, i fatti sono quelli che tutti gli italiani hanno sotto gli occhi. I fatti, infatti: il premier Renzi si è meritata una vacanza, dopo tanto affannarsi, e se ne starà per un breve periodo a Courmayeur, per sciare sulle piste del Monte Bianco e finalmente rilassarsi. La crisi, per qualche giorno, è meglio lasciarla all’anno vecchio, si sarà detto: alla crisi dell’anno dopo ci sarà tempo per pensarci.

Parliamo in “nazionale” perché in “regionale” le cose sono ben diverse. In Sicilia, per esempio, và tutto bene, non c’è più neanche il “laboratorio politico”, quello “sperimentale” dove prima si “provavano” le strategie politiche – alleanze, contrapposizioni, accordi, disaccordi – sul piano territoriale che, dopo averle “testate”, venivano catapultate sul piano nazionale. Il “laboratorio” è stato chiuso, forse per mancanza di fondi, adesso è in vigore l’improvvisazione, un elemento di certo innovativo nella politica. Il presidente della Regione Rosario Crocetta ha ampiamente dimostrato che l’immaginazione al potere è la carta vincente dei tempi moderni. Improvvisazione e immaginazione vanno di pari passo e chi non lo comprende è superato, obsoleto, da rottamare. Che i “laboratori” non funzionano più probabilmente se ne sarà accorto anche qualche attuale sindaco importante di un importante capoluogo siciliano, che credeva di potere ripetere l’esperimento di una “primavera” vissuta in prima persona qualche decennio prima, senza essersi consigliato con i competenti uffici Meteo: le stagioni sono impazzite e le precedenti non tornano, anche se è vero che in Sicilia tutto può accadere. E proprio in quella città tutto può accadere, come alcuni protagonisti di quella “primavera” ritornati a ricoprire i ruoli che avevano. A volte ritornano, ma gli anni trascorsi – volenti o nolenti – non possono essere recuperati. I “nomi” dei protagonisti è inutile farli: si potrebbero inorgoglire solo perché sono stati ricordati.

Quale prospettive nel 2015 per la Sicilia? Qualcuno dà una risposta agghiacciante: nel business dell’immigrazione si trova sempre da lavorare…

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