Dovremmo spedirli tutti a quel paese?

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che_brutto_mondoDi Salvo Barbagallo

 

All’improvviso sembra che gli argomenti più importanti che riguardano la vita del Paese non siano più tali, scompaiono come se niente fosse dall’attenzione (principalmente) dei mass media, ma soprattutto sembrano essere cancellati dall’interesse della collettività. Che le questioni sul tappeto non appaiano per qualche giorno non significa, però, che chi muove i fili se ne stia fermo, anzi, probabilmente, lavora maggiormente, con una riservatezza tale da sfiorare la segretezza. Questo preambolo farraginoso per fare notare come non si stia parlando dell’elezione del Presidente della Repubblica Italiana, cioè del “Presidente” del nostro Paese: forse che agli italiani importa poco? Non lo crediamo. Forse che ai politici importa ancora meno? Non lo crediamo. Allora? Allora, come detto, in grande “riservatezza” (quella che sfiora la “segretezza”) si stanno consumando i giochi dei compromessi: siamo tutti sicuri che dal cilindro del prestigiatore uscirà un nome che sarà gradito a tutti i politici e politicanti (o quantomeno alla maggioranza, quale che sia). Gli italiani, ovviamente e come in passato, non hanno voce in capitolo: avranno (forse) la libertà di dire “è bello, è brutto, è giovane, è vecchio…”. Trent’anni fa (il 24 giugno) al Colle saliva Francesco Cossiga, a solo 57 anni: sarà ricordato come “il picconatore”. Impensabile che venga eletto un nuovo “picconatore”…

Dimentichiamo – e questo è il male peggiore – con troppa facilità, scadiamo nell’indifferenza e nel vittimismo, distratti da avvenimenti che sono importanti solo per i protagonisti: vedi il caso delle giovani sequestrate in Siria e poi ”liberate” chissà dietro quale e che tipo di compenso.

Salvini dice “l’Italia fa schifo” (sicuramente riferendosi a chi comanda senza guardare in faccia nessuno) e sottolinea che gli italiani non contano nulla. Nessuno si scandalizza più per le manovre che continua a compiere Berlusconi (Berlusconi non da tempo il “pericolo pubblico n° uno), nessuno scende in piazza per le chiese saccheggiate e bruciate nel Niger, nessuno scende in piazza per mostrare il proprio sdegno per i 13 ragazzini uccisi in Iraq colpevoli d’aver guardato una partita di calcio in Tv. Tutti si commuovono per il ritorno delle due giovani, ma nessuno grida il proprio orrore per la donna decapitata in piazza in Arabia Saudita.

Questo è il momento che l’Italia e il mondo (almeno una sua parte) presentano e vivono.

E in Sicilia? Manco a parlarne, non accade nulla. Il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta? Fa quello che vuole, chi deve protestare? E la questione delle trivelle, del petrolio? Importa solo alle compagnie petrolifere e a chi ci può lucrarci. E la questione del MUOS di Niscemi? Finite le proteste estemporanee è stata messa in archivio. E i droni di Sigonella? Quelli volano in alto e lontano, i danni che provocano non si conoscono né in Sicilia, né altrove. Che preoccupazione danno?

Paese che vai gente che trovi: così Salvini in Sicilia fa incetta di consensi: sicuramente non salverà la Sicilia (tanto, che gliene frega di salvarla?), ma disturberà (e tanto) quel potere che si sente irremovibile.

Così è, se ci piace…ma forse dovremmo mandarli tutti a quel paese.

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