Catania: i commercianti pronti a celebrare il funerale del commercio

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CIAODi Guido Di Stefano

La nostra è diventata l’unica vera terra delle “variazioni” e quindi  si varia continuamente di tutto: dai bilanci ai cartelli stradali. E sempre il tutto è accompagnato da  fatidici slogan ed enunciazioni, esplicitamente od implicitamente espressi, quali: il nuovo è sempre migliore del preesistente oppure agire vuol dire cambiare radicalmente oppure altre espressioni dello stesso tenore. Non abbiamo però memoria del detto: fatti salvi errori ed omissioni previsionali e progettuali da rettificare in itinere.

Le attività umane sono soggette ad involontario “errore”  ma, in ogni caso, rettificabili e sempre perfettibili: previo  riscontro e verifica degli effetti pratici e dell’impatto sulla vita dei cittadini e sulle loro attività si valutano i “pro” ed i “contro”.  E, nei casi di evidenti e pesanti errori, correttamente si interviene costruttivamente e si rinuncia agli arroccamenti, sempre sterili ed improduttivi oltre che letali per tutti.

Entriamo nello specifico.

province-dannunzioLe ultime variazioni alla viabilità che interessano principalmente “Corso delle Province, Via D’Annunzio, Via  V. Emanuele Orlando” hanno “motivato” il coro di voci che unisce ed amplifica le proteste congiunte  di imprenditori (commercianti), associazioni di categoria (Confcommercio)  e la municipalità “Borgo-Sanzio”.

Invocano i “reclamanti” un ritorno al passato e/o una rimodulazione più organica del piano viario; lamentano  nel contempo la pericolosità degli attraversamenti stradali, le lunghe e/o chilometriche code ed il netto calo di affari, presagendo il canto del “De profundis” per le attività della zona ed a cascata per quelle di tutta la città.

Non sembra, al momento, che l’Amministrazione abbia aperto o manifestato l’intenzione di aprire al dialogo costruttivo. Lo  farà? Ce lo auguriamo, nell’interesse collettivo.

Intanto il centro abitato soffre e trepida; all’esterno tutto tace.

Quali altre manifestazioni di protesta attiveranno i diretti interessati, colpevoli soltanto di esercire attività “bisognose” di “frequentatori” in zone dove magari i frequentatori si “terrorizzano” di muoversi tanto in macchina quanto a piedi?

Chissà. Abbiamo sentito delle voci.

Presto spegneranno le luci dei loro esercizi per “illuminarli” con i ceri, come si usa con le tombe!

O forse a gruppi passeggeranno lentamente (“ciondoleranno”) su tutti gli attraversamenti pedonali per meglio “catturare” l’attenzione di passanti ed automobilisti (loro compagni di ventura o di sventura).

Chissà veramente: noi troviamo molto elegante (se attuata con attenzione) la trovata dei ceri.

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