Regione: bilancio di numeri “ballerini”

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trinacria.displayDi Guido Di Stefano

   Forse qui in Sicilia esiste una scuola da ballo di alta specializzazione dove i numeri del bilancio e delle rendicontazioni vengono istruiti ed addestrati: giravolte, salti, apparizioni, sparizioni sono nel loro repertorio.

   Già lo scorso anno “lui”, il divino, annunciò trionfante e declamò che aveva fatto risparmiare alla Regione ben due miliardi: grazie a lui ed ai suoi “fidi” (tutti correttissimi, legatissimi, saggissimi) erano state sconfitte le bramosie e le derive di tutti i dipendenti ed i cittadini (milioni nella terra del malaffare) “mafiosi”. E la patente di mafiosità toccava e tocca a tutti indifferentemente sia a  quelli di comprovata attività criminale sia a tutti gli altri che osano essere “diversamente pensanti”  e con la schiena dritta, prove inconfutabili “a corte” di deriva verso le più bieche attività criminali: addirittura lui, primo ed unico al mondo, ha individuato e definito la “mafiosità genetica”.

   Torniamo ai numeri comunque.

   Risparmiati due miliardi ma di cosa: di chiacchiere? di euro virtuali? di euro reali? 

   Le chiacchiere sono utili per proclami, interviste, passerelle, campagne elettorali e tutte le manifestazioni umane dove conta il “rumore” e quindi  le parole sono il tutto, anzi più del tutto. Non funzionano affatto per i pagamenti e per tacitare i creditori: non “pareggiano” il bilancio.

  trinacria-bandieraGli euro virtuali possono considerarsi un bene universale, anche se “non palpabile”: sono sulla bocca di tutti e nelle mani di nessuno. Certo i più abili riescono a “conquistare” i creduloni spingendosi spesso fino alla truffa. Sono invisibili e non tangibili e quindi “introvabili” quando sono impiegati per sistemare i conti: c’è sempre qualcuno (competente e potente) che se ne accorge ed allora addio bilancio, addio finanziaria.

   Gli euro reali sono tutt’altra cosa: sogno di tutti sono ripartiti diversamente e, al di là di ogni chimerico sogno, non si moltiplicano “sic et simpliciter”. Nei secoli hanno acquisito sempre più importanza fino ad assurgere all’immeritata posizione di indispensabilità. Fossero stati risparmiati veramente due miliardi di euro reali ora non avremmo gli incubi del debito farmaceutico (principalmente) e di altri: un miliardo per pagare i debiti ed un miliardo per i servizi ed investimenti!

  Quindi?

   Chiacchiere, solo chiacchiere per assordare le orecchie e per sporcare le pagine dei giornali.

   E dopo le chiacchiere cadono le tegole sulle nostre teste! Prima la forte ed onesta censura del Commissario dello Stato; poi, a cascata, ben sette decreti di variazione del bilancio in otto giorni; e,  “meraviglia” tra le meraviglia, l’implicita minaccia contenuta nel decreto assessorato dell’economia 18 febbraio 2014 ((2014.8.477)017 –  regolarmente pubblicato in gazzetta il 14 marzo 2014) di dovere pagare l’addizionale oltre i massimi consentiti “sine die”.

   A volte ci sembra che in decreti, in gazzetta ed in altri siti, magari incidentalmente, veicolino messaggi per lettori ben più accorti di noi.

  E’ così? Boh!?

  In ogni caso il bilancio va pareggiato ed i debiti si pagano.

  Ed ecco in discussione nei palazzi del potere “accensione” di un mutuo miliardario (si parla di un miliardo di euro reali e non virtuali o chiacchierati) per il pagamento di debiti (in massima parte “sanitari”): noi cittadini contribuenti lo porteremo a vita sulle spalle e lo onoreremo pagandone le rate per i prossimi (si dice) trenta anni.

  Con quali soldi? Con i nostri ovviamente e rispondenti al nome di “addizionale  “, maggiorata oltre i livelli massimi.

   Intanto, inevitabilmente se paghiamo per il passato restiamo “molto” scoperti per il presente e per il futuro (di soldi ne abbiamo pochi e non si moltiplicano ma si dovrebbero risparmiare). 

   Ed il futuro per i nostri ritmi  di spesa e per i meriti di cotanto legislatore e relativa corte sarà veramente tragico.  Noi ci auguriamo che nessuno di loro si trasferisca all’estero per godersi i frutti del loro responsabile lavoro. Sì speriamo tanto che restino con tutti i loro familiari con noi, per gustare insieme i frutti delle loro capacità e competenze.

   Questo dicono le carte ufficiali e si sa (parafrasando un’antica massima): “carta canta, “politico” dorme”.

   E se provassimo a spiegare ai signori onni-tutto che “bilancio” non è semplicemente il maschile di “bilancia”?

  Chissà!

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