L’appartenenza

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senso-di-appartenenzaSi parla tanto di “appartenenza” in ogni angolo del mondo, in ogni occasione, in ogni contesto.

Pochi, forse pochissimi, si chiedono però cosa è veramente, cosa significa il termine “appartenenza”, cosa genera il senso dell’appartenenza.

I termini sono pronunciati tanto frequentemente quanto superficialmente, senza penetrarne l’intimo e vitale spirito.

Eppure tutta la storia dell’umanità è il racconto delle cause e degli effetti che al senso dell’appartenenza  sono sostanzialmente ed indissolubilmente legati.

“Appartenenze” alla famiglia, alla tribù, al territorio, alla città, alla nazione, al continente, alla razza; in pace ed in guerra; nel lavoro e nello svago; nella caccia e nella pesca; nello spettacolo, nelle arti, nella cultura; nell’amore e nell’odio; nelle istituzioni del bene e in quelle del male: in ogni “gesto” dell’umanità si manifesta l’appartenenza.

Tu mi appartieni, io ti appartengo: dicono gli innamorati. Io appartengo a questa corrente (di pensiero, politica, artistica): si dice pure.

Noi con orgoglio (e gioia) affermiamo di appartenere a qualcuno o qualcosa e con determinazione vantiamo i nostri diritti (o i nostri titoli di “proprietà”) sul qualcuno o sulla “cosa”.

E quando non siamo mossi dagli insani egoismi e dal delirio di potere e di ricchezza siamo pronti a lottare perché quanto ci appartiene viva, prosperi, brilli nel firmamento; d’altro canto ci aspettiamo un giusto “abbraccio” del nostro “appartenente”.

Richiamando il motto dei moschettieri di A. Dumas: “tutti per uno, uno per tutti” perché ognuno di noi nel contesto dell’appartenenza è il “tutti” ed il “tutti” è ognuno di noi.

Se si vincessero sempre i meschini egoismi, le fallaci ambizioni, il protagonismo sfrenato!

Se fossimo veramente uomini liberi da ogni maligna schiavitù, guidati dall’intelletto e dalla virtù! Magari con il tempo apprezzeremmo la grande ed universale appartenenza al “genere umano”, il capolavoro della creazione che esula dai confini dello spazio e del tempo e dalle sembianze esterne: perché l’uomo è quello che è e non quello che “presentano” i “deviati” dal retto sentiero dell’appartenenza a tutto quello che è nato per essere buono.

Guido Di Stefano

 

Unione, volontà, comunione di interessi

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