Cose di Casa nostra: privilegiare i privilegiati

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miseriaDi Guido Distefano

   Erano i primi anni della “liberazione” e tanti santoni politici, padri e maestri di degni allievi loro pari, sarcasticamente “narravano” che così solevano pregare le nobildonne dei tempi passati: “Signore (Signuruzzu) provvedete per chi avete provveduto perché tanto chi povero è nato ormai c’è abituato (all’indigenza)”. Ridevano e gli ascoltatori pendevano dalle loro labbra, plaudivano, sognavano in attesa dei miracoli promessi dai giovani rampanti. “Mai più con il capo chino e la mano tesa a chiedere l’elemosina” si dicevano tra di loro in un rito quasi scaramantico. Ci credevano, dovevano crederci!

   Passarono gli anni, pochi in verità, quando qualcuno (Lucio Dalla) cantando “urlò” che le promesse erano state tradite ed il sogno era finito: “… santi che pagano il mio pranzo non ce n’è … io sono solo in Piazza  Grande …”.

   Ai nostri giorni alle presunte “preghiere” della nobildonne hanno fatto seguito l’arroganza e la prevaricazione dei potenti di turno, degni eredi degli insigni umoristi del dopoguerra.

   Non pregano loro “Signori” ma, avendone lo strapotere, provvedono per chi è già stato “provveduto”, perché gli altri (nati poveri, deboli e senza “nobili” e potenti referenti) nulla meritano se non la miseria. E poi che pretendono: sempre con la schiena dritta, lo sguardo fiero, quella testa dritta e “pesante” di sapere! Non vogliono proprio capire che con loro “eletti” unici e giusti, bisogna sempre “obbedire tacendo e tacere obbedendo” come diceva qualcuno!

   Le prove? In diversi atti di interpello e altre richieste di personale in cui si chiedono ai dipendenti ed aspiranti collaboratori requisiti che non possono avere sia perché mamma Regione non ha perfezionato la loro formazione sia perché la loro condizione lavorativa non permetteva loro di inseguire certi corsi di incerta utilità magari “sulla Luna o su Marte” o di maturare esperienze esclusive precluse a chi  è stato sempre fedele e solerte funzionario pubblico (i dipendenti sono persone ordinarie e non vantano i doni dell’ubiquità e dell’impunità).

   Se si ha il tempo di cercare on-line e la fortunata capacità di pescare nei siti (sono tanti) e relativi archivi si può verificare.

   Nel contesto di quanto lamentato sopra noi ci limitiamo a presentare e sottoporre al vostro giudizio la parte “critica” dei contenuti dell’Allegato al D.D.G. 725 del 04.03.2014 – Dipartimento Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale – Avviso n. 1/2014 – Programma operativo convergenza 2007-2013, fondo sociale europeo, Regione Siciliana –  Asse IV capitale umano – Avviso per la realizzazione dei percorsi formativi di istruzione e formazione professionale – Annualità 2013-2014.

  L’allegato, così come reperito nel siti istituzionale alla data del 07.03.2014,  si compone di 46 pagine numerate  più una pagina esplicativa della creazione del documento ed esattamente: 11 pagine 1 (1 singola + 10 consecutive); 11 pagine 2 (come prima); 11 pagine 3 (come prima); 8 pagine 4 (1 singola + 7 consecutive); 1 pagina 5; 1 pagina 6; 1 pagina 7; 1 pagina 8; 1 pagina 9.

  Sorvolando sulla numerazione fantasiosa e senza precedenti riconosciamo che l’elaborato è molto ben dettagliato.

  Il bando (che si poggia su una corposa normativa richiamata in oltre 50 commi) è aperto  a tutti i soggetti previsti nell’avviso, siano essi “vecchie conoscenze”  o “nuove conoscenze” dell’Amministrazione.

   Il finanziamento è lì a portata di cassa degli istanti: istanza e presentazione della “proposta progettuale formativa”, valutazione, graduatoria e poi tutto a seguire.

   I richiedenti: tutti eguali!

   Certo, ma chi ha fruito della “provvidenza” in passato è più esposto alla “pioggia”: vai a vedere che potrebbe piovere sempre sul bagnato!

   Al punto 19.2 dell’allegato troviamo una tabella con criteri e punteggi. E leggete dove e perché salta la discriminazione: sulla base di un “peso” totale massimo  pari a 100 il proponente con pregressa esperienza e  accertata pregressa capacità realizzativa può avvantaggiarsi  fino a 35 unità di peso contro lo zero dei nuovi (appunto perché senza passata esperienza e per non dimostrata capacità realizzativa).

   In sintesi il “noto” può anche pesare 100 con un progetto al “top”; il “nuovo” al massimo 65.

  In pratica il richiedente nuovo con tutto “ottimo” (max. 65) può essere superato alla grande dal vecchio di rango inferiore che facilmente supererà il 65 poiché parte da molti gradini più in su (prevedibilmente  da 18 in su, quale parte dei 35 disponibili).

   Giusto tenere in conto la positività di passate esperienze: senza stroncare il nuovo però! Secondo noi un “vantaggio” di 10 sarebbe stato un premio molto più equo che non quello di 35.

   Invece questa è la tendenza: privilegiare fino all’assurdo le pregresse esperienze, spesso a vantaggio di chi è sempre “stato portato in palma di mano”, senza misurarne meriti e valori effettivi.

   Ci sentiamo proprio soli non in Piazza Grande ma in questa nostra meravigliosa terra perché i nostri “Signuruzzi” (sì “Signuruzzi” perché proprio da divinità intoccabili ed impunibili  si comportano) continuano a provvedere a chi hanno sempre provveduto considerando tutto i cittadini come dei poveri votati alla miseria ed alla schiavitù.

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