Lampedusa “Zona Franca”? Perché va condivisa, perché si può fare

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porto-lampedusaDi Mirco Arcangeli

L’iniziativa che il giornale “LA VOCE DELL’ISOLA” ha avviato per il riconoscimento della zona franca di Lampedusa, rappresenta una iniziativa coraggiosa, da condividere pienamente. Già negli anni scorsi sono state promosse iniziative in tal senso sia da movimenti di opinione che da stampa territoriale, e già si è provato ad intervenire anche concretamente. Ricordo il disegno di legge a firma del Ministro Prestigiacomo del Governo Berlusconi (luglio 2011), poi rimasto impantanato nella burocrazia europea e nella indifferenza politica.

Soltanto pochi giorni fa l’Assemblea regionale siciliana ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno del leader del movimento “Voce Siciliana” in favore di Lampedusa Zona Franca.

Ora finalmente si riparla di questo intervento, mossi dalle tragedie degli sbarchi, augurandoci che la discussione non resti pura accademia.

La creazione di una zona franca extradoganale nelle isole Pelagie, permetterebbe  la circolazione dei beni in esenzione iva, la non tassazione dei redditi, l’esenzione dal versamento dei contributi sul costo del lavoro. Ciò darebbe ossigeno all’economia territoriale e attirerebbe investimenti che in un quadro di sviluppo sostenibile avviato dalle autorità territoriali, (si immagina turismo, agricoltura e pesca) potrebbe portare l’arcipelago ad uno standard economico positivo, con indici occupazionali e di reddito allineati a quelli europei.

Certo questi interventi investono problematiche non di sola competenza del Governo nazionale, poiché allo scopo dovranno esprimersi sia la Regione Siciliana che la Comunità Europea.

La Regione  Siciliana infatti dovrà rinunciare alla propria quota di iva (pari a due terzi); la Comunità Europea dovrà modificare due regolamenti al fine di attivare l’area cosiddetta extradoganale su una parte del territorio comunitario.

Da una parte il precedente governo Berlusconi del 2011, ed ora l’Assemblea Regionale Siciliana si sono espressi in maniera favorevole. Mai come oggi è possibile utilizzare il momento storico per intervenire nelle procedure comunitarie e far sì che tale iniziativa possa essere coronata di successo

Per queste ragioni il Governo Letta, se si vuole definire governo del fare, deve e può intervenire in modo efficace, per ottenere tale risultato, d’altra parte non troverà sicuramente ostacoli nel Pdl partito già promotore di analoga iniziativa.

 

VAI ALL’ARTICOLO CHE PRESENTA L’INIZIATIVA. IN FONDO TROVERAI IL LINK PER FIRMARE LA PETIZIONE (MA NON DIMENTICARE DI CONFERMARLA TRAMITE IL MESSAGGIO EMAIL CHE TI VERRÀ AUTOMATICAMENTE INVIATO)

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One Thought to “Lampedusa “Zona Franca”? Perché va condivisa, perché si può fare”

  1. sono d’accordo per la zona franca.

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