L’ultima tragedia degli emigranti: nessuno ha avvistato il peschereccio

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Il peschereccio che ha portato fino alle rive della Plaia i clandestini, ora esaminato da personale di Polizia e Guardia Costiera
Il peschereccio che ha portato fino alle rive della Plaia i clandestini, ora esaminato da personale di Polizia e Guardia Costiera

Di Salvo Barbagallo

L’ultima tragedia si è consumata a Catania: sei migranti morti affogati a pochi metri dalla riva, davanti al Lido Verde. La salvezza che sembrava così vicina è stata cancellata dagli infidi fondali della Playa, nelle acque tanto amate dai bagnanti del capoluogo. Tutti giovani, tra loro anche un ragazzino. Il peschereccio sul quale erano imbarcati si è arenato a una quindicina di metri dalla spiaggia: probabilmente i sei giovani hanno pensato di raggiungere la riva a piedi e non potevano immaginare che in quel tratto, prima della battigia, c’era un canalone profondo diversi metri che li ha inghiottiti. L’alba della speranza ha avuto, così, un epilogo di morte. I compagni di viaggio, un centinaio, sono stati soccorsi dalle forze dell’ordine e rifocillati: fra loro cinque donne, una delle quali  incinta, tre ragazzine, 55 minorenni, 17 dei quali non accompagnati, e anche bambini molto piccoli, provenienti prevalentemente dall’Egitto e dalla Siria. Novantotto persone in tutto, il “carico umano” del motopeschereccio che ha navigato per una settimana nel Mediterraneo prima di giungere alle porte di Catania. L’allarme è stato dato dal titolare del Lido Verde, Dario Monteforte. Una ventina i migranti che sono riusciti ad arrivare vivi sulla spiaggia, gli altri sono rimasti sul natante. Per una “questione di umanità” il lido balneare ha chiuso i battenti, il sindaco Enzo Bianco ha proclamato per mercoledì il “lutto cittadino”, mentre Il procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi, ha aperto un’inchiesta, che coordinerà personalmente, sullo sbarco dei 98 clandestini e anche per l’individuazione degli scafisti, con l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio colposo plurimo.

Breguet.atlantic.6112.arpC’è da chiedersi se questa ennesima tragedia poteva essere evitata. L’interrogativo che si pone è quello che riguarda la navigazione nel Mediterraneo del peschereccio con i clandestini: come mai non è stato avvistato dai mezzi navali ed aerei che perlustrano ininterrottamente le acque territoriali? Oltre alle attrezzate imbarcazioni della Marina, della Guardia Costiera in costante navigazione, ricordiamo che da tempo la funzione principale degli Atlantic-Brecquet del 41° Stormo dell’Aviazione Militare Italiana, di stanza a Sigonella, è proprio quella di dare la “caccia” alle imbarcazioni “sospette” che possono portare a bordo emigranti. Stesso discorso vale per gli elicotteri della Marina, quelli di Maristaeli, per non parlare di tutti i velivoli americani (sempre di stanza a Sigonella) che pattugliano meticolosamente l’ex Mare Nostrum. Il motopeschereccio è riuscito a passare inosservato attraverso le maglie di un’attenta sorveglianza, sino a giungere a 15 metri dalla spiaggia della Playa: sembra incredibile…Eppure è accaduto: quante cose dovranno accadere ancora? Malta rifiuta i clandestini, che poi finiscono in Sicilia; il Governo nazionale si rivolge all’UE, ma il problema resta irrisolto.

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