Dia, colpito il core business della mafia a Catania

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DIAIl Tribunale di Catania della Sezione Misure di Prevenzione, ha disposto la confisca, ai sensi della normativa antimafia, dei beni riconducibili a Maurizio Zuccaro ritenuto affiliato al clan “Santapaola” legato da vincoli di parentela con la stessa famiglia in quanto cognato di Vincenzo Santapaola, nipote del capo-clan Benedetto Santapaola. Più volte condannato per associazione mafiosa, Maurizio Zuccaro è stato, in ultimo, condannato all’ergastolo, con sentenza divenuta irrevocabile, dalla stessa Corte per i reati di omicidio e distruzione di cadavere in concorso con Maurizio Galletta. Attualmente ammesso a detenzione domiciliare per motivi di salute, con sentenza del Tribunale di Sorveglianza di Messina, è ritenuto da numerosi collaboratori di giustizia elemento di spicco dell’anzidetta organizzazione criminale. Uomo d’onore della famiglia Santapaola, Maurizio Zuccaro è figlio del pluri-pregiudicato Rosario “Saro”, notissimo boss del quartiere “San Cocimo” nel cuore di Catania, scomparso nel 2005 ed uno dei principali protagonisti della storia criminale mafiosa catanese degli ultimi anni.

I beni oggetto di confisca, già sottoposti a sequestro nel 2010 a seguito di una proposta di Misura di Prevenzione avanzata dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia hanno un valore di circa trenta milioni di Euro e sono costituiti da 21 immobili, di cui un complesso residenziale di lusso, 3 diverse attività commerciali nel campo della ristorazione ed alimentazione, un parco veicoli con auto di grossa cilindrata e moto, numerosi rapporti bancari. Le attività d’indagine patrimoniale hanno fatto ricorso in particolare alla più recente normativa in tema di misure di prevenzione, come introdotta dalla legge n. 125/2008, c.d. pacchetto sicurezza, che prevede la possibilità di applicare le misure patrimoniali disgiuntamente da quelle personali ed in caso di morte del soggetto proposto nei riguardi dei suoi successori a titolo universale.

Il riferimento è ai beni già di proprietà di Rosario Zuccaro, padre di Maurizio, deceduto nel 2005. Le indagini espletate dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania, hanno abbracciato un arco temporale compreso tra il 1993 al 2010, e sono state indirizzate a rilevare la capacità reddituale di Zuccaro e del suo nucleo familiare, permettendo di identificare diversi cespiti patrimoniali che, benché formalmente intestati a prossimi congiunti di Maurizio Zuccaro, sono stati ritenuti riconducibili alla sua effettiva titolarità. Gli accertamenti patrimoniali e societari hanno permesso di evidenziare forti profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto, tali da fondare la presunzione, condivisa dalla locale Procura della Repubblica ed accolta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, che ne ha disposto la confisca, di un’illecita acquisizione patrimoniale, derivante dalle attività delittuose connesse all’organico e prolungato inserimento di Maurizio Zuccaro nell’ambito del clan Santapaola.

La confisca di ieri ha consentito di colpire al cuore l’organizzazione mafiosa proprio laddove essa è più sensibile: nell’arricchimento economico realizzato con il reimpiego di capitali di illecita provenienza, il vero core business della mafia.
Gli accertamenti di natura patrimoniale hanno consentito, con la confisca, di incidere profondamente sull’attività economico-patrimoniale del clan mafioso Santapaola, bonificando l’economia legale e recando un indubbio effetto positivo sulle corrette dinamiche della libera concorrenza tra imprenditori e sullo sviluppo sociale del territorio.

Alfio Musarra

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