Restituita ai cittadini la Sagrestia della Cattedrale

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Questa sagrestia a maggior gloria di Dio e al culto della sua sposa Sant’Agata e per la maggior comodità da tanto tempo desiderata di questa cattedrale, Fra Michelangelo Bonadies, vescovo di Catania, incominciata dalle fondamenta, la compì bella di quegli ornati di cui risplende, nell’anno della salute 1675”. Recita così la scritta che campeggia sulla lapide della sagrestia della Cattedrale del capoluogo etneo, che sabato 1 Dicembre alle ore 10.00 – alla presenza di autorità religiose e cittadine – è stata restituita ai catanesi in tutto il suo splendore. Si tratta di un manufatto ligneo unico nel suo genere, scampato al terremoto del 1693 – insieme al sacrario Capitolare e alle mura perimetrali della Basilica dedicata alla nostra Martire – che per oltre cinquant’anni non è stato fruibile.

A intraprendere i lavori durati diversi mesi, in accordo con l’Arcivescovado etneo nella persona di Monsignor Barbaro Scionti, è stato Eduardo Capizzi, Agente Generale di Ina Assitalia Catania, in occasione dei festeggiamenti per i cento anni di attività della sua famiglia, che dal 1912 lavora per la nota compagnia assicurativa: «Voglio lasciare un dono alla città attraverso la nostra amata Santa – sottolinea – un segno tangibile nel territorio dove da anni opero con la stessa  dedizione che ha caratterizzato l’attività della mia famiglia in diverse province siciliane».

L’intervento, affidato alla famiglia dei noti restauratori Fichera, con la supervisione dell’esperto e perito d’arte Giacomo La Rosa, ha permesso di valorizzare un’opera di particolare importanza e valore per la sua ubicazione, per il periodo storico in cui fu costruita, e soprattutto per il pregio che presenta in quanto espressione di un artigianato artistico florido, i cui caratteri stilistici furono d’esempio al barocco settecentesco della Catania vaccariniana. Una vera e propria testimonianza artistica dell’epoca, un bene della collettività che è anche simbolo della ricchezza della nostra città: «La nostra famiglia, impegnata da ben quattro generazioni nel campo della previdenza – conclude Capizzi, che da nonno Eduardo e da papà Calogero ha ereditato (e ha trasmesso alla figlia Germana), la voglia di operare per lo sviluppo del territorio – si è sempre distinta per l’etica, per i valori improntati alla trasparenza e alla lealtà: mi sembrava doveroso pertanto accompagnare questi festeggiamenti con un’azione concreta e utile, grazie alla quale la Sagrestia potrà finalmente recuperare la sua funzionalità e la sua bellezza compositiva e decorativa, riacquistando quella cromia mielata del legno di noce nazionale fra i più pregiati d’Europa»

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