Con l’accusa di falso in atto pubblico, peculato e truffa aggravata, la Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex notaio Vincenzo Ciancico. Secondo l’accusa, l’insospettabile professionista aveva architettato un sistema quasi perfetto per integrare i suoi guadagni: stipulava gli atti, facendosi consegnare le somme per le imposte dovute (registro, ipotecarie e catastali) e, invece di trasmettere all’Agenzia delle Entrate l’atto originale sottoscritto dai clienti, ne inviava uno falso – da lui stesso predisposto – inserendovi una falsa clausola con la quale il professionista autoliquidava le imposte secondo un regime fiscale agevolato nella maggior parte dei casi non spettante ai contraenti. Ciancico fu arrestato il 22 luglio del 2010 dalla guardia di finanza di Catania per falso in atto pubblico, peculato e truffa aggravata. Il 21 giugno del 2011 si è tenuta davanti al Gup Laura Benanti, la prima udienza preliminare a carico del notaio Ciancico dove il Gup ha accolto la costituzione di una decina di parti civili a fronte di una sessantina di parti lese che avrebbero versato al notaio quasi un milione di euro in meno di due anni. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore della repubblica Tiziana Laudani, avviate dopo la segnalazione da parte del Consiglio notarile di Catania parte civile nel procedimento.
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