Venti coltellate date "per sbaglio"

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È stata eseguita nel pomeriggio di oggi l’autopsia sul corpo di Carmela Petrucci, uccisa ieri mentre ha difeso la sorella Lucia dall’aggressione del suo ex, furioso perché temeva che Lucia stesse vivendo una nuova relazione dopo un breve flirt nei mesi passati.

Le prime risultanze dell’esame autoptico hanno rivelato che Carmela è stata colpita due volte, una delle due ferite quella mortale che le ha reciso la giugulare. Oltre una ventina invece le ferite per Lucia, contro la quale si è scagliata la bieca e cieca violenza infame del suo assalitore. Una ventina di coltellate che l’hanno colpita alla clavicola, all’ addome, all’inguine e addirittura sulla lingua e in guancia. Una ferocia bruta che Samuele Caruso ha giustificato con “è stato uno sbaglio, non volevo ferirla o ucciderla”. E -tanto per peggiorare la sua posizione- nella confessione al magistrato (il PM d.ssa Caterina Malagoli) avrebbe aggiunto: “Ho colpito Carmela per sbaglio, perché Lucia si è difesa con le mani”. In effetti non le spettava il compito di provare almeno a difendersi, tanto bastava sapere che lui non voleva certo farle male.

Difficile credere a “tigrotto” che per non volere far del male si è portato il coltello (di tipo “butterfly”, molto tagliente). Lunedì la convalida dell’arresto da parte del Gip con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio.

Intanto dalle compagne di Lucia si è appreso che nei mesi scorsi si era rivolta ai carabinieri per denunciare continue molestie telefoniche con numero anonimo e le era stato consigliato soltanto di cambiare il numero telefonico. Oggi Lucia dal reparto dell’ospedale Cervello di Palermo, ancora sedata, ha chiesto di Carmela, ancora non sa che le ha salvato la vita morendo al posto suo. Lo saprà però entro dopodomani, quando non si potrà ancora sostenere che è in condizioni più gravi in un altro ospedale cittadino. Un trauma ancora più grande sta quindi per abbattersi sulla povera vittima, un trauma che la segnerà per sempre.

Il preside del liceo Umberto I dice così delle due ragazze: “Carmela, con la sorella Lucia, era l’allieva che ogni professore vorrebbe avere. Sono andate insieme nel viaggio studio a Brighton avevano superato i test ed erano state selezionate entrambe. Volevano stare nella stessa famiglia ospitante. Ma non sono ragazze chiuse anzi…” e l’homepage della scuola ricorda Carmela con la foto che pubblichiamo. Così piace ricordarla anche a noi, redazione e lettori, che non l’abbiamo mai conosciuta se non in questo tragico finale, di quelli che nessuno vorrebbe mai scrivere.

Luigi Asero

 

*Leggi anche la lettera del Preside agli studenti e a tutto il personale del Liceo Umberto I

 

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