Le prime risultanze dell’esame autoptico hanno rivelato che Carmela è stata colpita due volte, una delle due ferite quella mortale che le ha reciso la giugulare. Oltre una ventina invece le ferite per Lucia, contro la quale si è scagliata la bieca e cieca violenza infame del suo assalitore. Una ventina di coltellate che l’hanno colpita alla clavicola, all’ addome, all’inguine e addirittura sulla lingua e in guancia. Una ferocia bruta che Samuele Caruso ha giustificato con “è stato uno sbaglio, non volevo ferirla o ucciderla”. E -tanto per peggiorare la sua posizione- nella confessione al magistrato (il PM d.ssa Caterina Malagoli) avrebbe aggiunto: “Ho colpito Carmela per sbaglio, perché Lucia si è difesa con le mani”. In effetti non le spettava il compito di provare almeno a difendersi, tanto bastava sapere che lui non voleva certo farle male.
Difficile credere a “tigrotto” che per non volere far del male si è portato il coltello (di tipo “butterfly”, molto tagliente). Lunedì la convalida dell’arresto da parte del Gip con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio.
Il preside del liceo Umberto I dice così delle due ragazze: “Carmela, con la sorella Lucia, era l’allieva che ogni professore vorrebbe avere. Sono andate insieme nel viaggio studio a Brighton avevano superato i test ed erano state selezionate entrambe. Volevano stare nella stessa famiglia ospitante. Ma non sono ragazze chiuse anzi…” e l’homepage della scuola ricorda Carmela con la foto che pubblichiamo. Così piace ricordarla anche a noi, redazione e lettori, che non l’abbiamo mai conosciuta se non in questo tragico finale, di quelli che nessuno vorrebbe mai scrivere.
Luigi Asero
*Leggi anche la lettera del Preside agli studenti e a tutto il personale del Liceo Umberto I