L’Ue verso un mercato unico del gas

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La Commissione Europea ha redatto un progetto di legge per la messa in comune dei settori energetici dei 27 Paesi del Vecchio Continente entro il 2014, mentre il Parlamento Europeo ha approvato un provvedimento che obbliga gli Stati membri ad informare Bruxelles in merito agli accordi stretti con compagnie extraeuropee. Già due le cordate in Europa Centrale pronte a seguire le direttive dell’esecutivo continentale

Oltre alla politica anticoncorrenziale – che vede la Russia concedere sconti sul gas ai soli Paesi dell’Europa Occidentale per dividere l’UE e mantenere l’egemonia politica sul Vecchio Continente – Gazprom sta cercando da tempo di impossibilitare il piano di diversificazione delle forniture di gas approntati dalla Commissione Europea.

Oltre al sostegno politico – velato, ma confermato da più di una fonte – prestato ai movimenti ecologisti che si battono contro il nucleare e lo sfruttamento dei giacimenti di gas non-convenzionale in Polonia e Romania, il monopolista russo, in collaborazione con alcune compagnie energetiche ad esso fedeli – come il colosso italiano ENI, la tedesca Wintershall, la francese EDF e gli enti nazionali di Grecia, Slovenia, Macedonia, Serbia, e Montenegro – ha progettato la costruzione del Southstream.

Questo gasdotto ha lo scopo di rifornire l’Europa Sud-Occidentale direttamente di gas russo, impossibilitare la realizzazione del Nabucco, e d’isolare Paesi dell’Unione Europea politicamente osteggiati dal Cremlino come Romania, Polonia e Lituania.

Il mercato unico del gas europeo è un progetto ambizioso, ma realizzabile per garantire la sicurezza energetica del Vecchio Continente, tutelare l’ambiente e i diritti degli acquirenti. Nella giornata di lunedì, 17 Settembre, la Commissione Europea ha redatto un Progetto Di Legge continentale che obbliga i Paesi membri ad unificare i propri sistemi energetici nazionali entro il 2014 sulla base del Terzo Pacchetto Energetico: la legge UE che sancisce la liberalizzazione interna della compravendita di gas ed impossibilita il controllo del commercio sull’oro blu ad enti monopolisti extra-europei.

Il Progetto Di Legge, reso noto dall’autorevole Reuters, è stato redatto per raggiungere tre obiettivi. Il primo consiste nella reale integrazione del Vecchio Continente anche sul piano energetico: ad oggi, i sistemi dei gasdotti del 27 Paesi Europei sono ramificati su scala nazionale, con pochi collegamenti diretti con le condutture degli altri Stati UE.

La seconda motivazione riguarda la diminuzione della dipendenza dalle forniture della Russia, poiché la presenza di un mercato unico europeo dell’energia consente la libera diffusione di gas proveniente da Norvegia, Africa del Nord e Qatar – immesso nel circuito continentale dai rigassificatori spagnoli, olandesi, italiani e di altri Stati – anche in Paesi ad oggi dipendenti quasi unicamente dall’oro blu della Russia, come la fascia dell’intera Europa Centrale.

La terza motivazione è di natura ecologica. La messa in comunicazione delle condutture dei 27 Paesi Europei, e la libera circolazione del gas ad essa correlata, permette ai Paesi fortemente dipendenti dalle forniture russe di non avvalersi del carbone per diminuire la dipendenza da Mosca.

Fortemente inquinante, il carbone è una delle fonti di energia che l’UE, nell’ambito del Protocollo di Kyoto, ha promesso di diminuire del 20% entro il 2020: il libero commercio europeo del gas consentirebbe a Bruxelles il rispetto degli accordi internazionali per la tutela dell’ambiente.

A conferma del Progetto Di Legge elaborato dalla Commissione Europea sono le parole del Commissario UE all’Energia, Gunther Oettinger, che ha auspicato la fissazione entro pochi anni di prezzi comuni per tutti gli enti energetici europei costretti a firmare contratti con fornitori extraeuropei.

Nella direzione di Oettinger è andata anche una decisione presa dal Parlamento Europeo in merito all’unificazione della politica energetica europea. Nella giornata di venerdì, 14 Settembre, l’Emiciclo di Strasburgo ha votato a favore di una proposta di legge che obbliga i Paesi UE ad informare la Commissione Europea circa i contratti da essa stretti con compagnie energetiche extraeuropee. A sua volta, Bruxelles dovrà informare, nel giro di massimo tre mesi, tutti gli altri Stati UE.

Secondo il relatore della proposta, il Parlamentare Europeo lettone Krisjanis Karins, del Partito Popolare Europeo, l’assunzione di una posizione comune europea in materia di energia è fondamentale per garantire i diritti dei consumatori e per dare smalto alla posizione geopolitica dell’UE.

Le linee guida della Commissione, ancora da votare, sono state fatte proprie da alcuni Stati che hanno dato vita a due cordate deputate alla realizzazione del mercato unico europeo. La prima alleanza è quella tra la compagnia polacca Gaz System e la croata Pinacro, deputate rispettivamente alla gestione della rete dei gasdotti di Polonia e Croazia.

Come riportato dalla Bloomberg, i due enti hanno sottoscritto un accordo per la messa in comunicazione delle condutture nazionali dei due Paesi – anche attraverso Stati terzi, come Slovacchia ed Ungheria – con lo scopo di mettere in comunicazione i rigassificatori che Polonia e Croazia stanno ultimando di realizzare: il terminale LNG di Swinoujscie, in Pomerania, e quello sull’isola di Krk, sul Mare Adriatico.

La seconda cordata attiva nella creazione di un mercato comune europeo del gas è stata stretta tra la Lituania e la Romania nell’ambito di un vertice tra i Presidenti dei due Paesi, Dalija Grybauskaite e Traian Basescu.

I due Capi di Stato si sono trovati sulle medesime posizioni non solo per quanto riguarda la messa in comunicazione delle condutture UE, ma anche per la realizzazione del Nabucco: gasdotto progettato dalla Commissione Europea per trasportare gas di provenienza azera direttamente in Europa, senza transitare dal territorio russo, né dipendere da infrastrutture controllate da Mosca.

“Il Nabucco apre nuove opportunità di approvvigionamento per tutta l’Europa, anche per la Lituania – ha dichiarato la Grybauskaite – Lituania e Romania hanno un altro scopo: creare e far parte del mercato unico europeo”.

Una risposta alla politica monopolistica della Russia

A motivare l’attività dell’Unione Europea in direzione di un mercato unico dell’energia è stato l’avvio da parte della Commissione Europea di un’inchiesta ufficiale nei confronti del monopolista russo, Gazprom – posseduto per più del 50% dal Cremlino – per condotta anticoncorrenziale in Europa.

La risposta della Russia è stata risoluta: oltre agli insulti – il Presidente, Vladimir Putin, ha definito l’UE ostaggio dei Paesi fuori dalla Zona Euro, mentre il Vicecapo di Gazprom, Alexandr Medvedev, ha apostrofato la Commissione Europea come ladra – il Cremlino ha varato un decreto che impone alle compagnie russe di concordare con le Autorità politiche della Russia le mosse di cui avvalersi in ambito commerciale nei confronti di Stati terzi.

Matteo Cazzulani

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