Fontanarossa chiuso per un mese e Sigonella se ne deve fregare

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L’aeroporto di Catania Fontanarossa rimarrà chiuso per un mese, da 5 novembre al 5 dicembre, per lavori di manutenzione alla pista: il traffico aereo sarà dirottato altrove, negli scali di Palermo o Reggio Calabria, o chissà dove. I lavori di manutenzione sono indispensabili per una questione di sicurezza: non va dimenticato, infatti, che l’intero sedime aeroportuale, aerostazione compresa, è posto su un terreno argilloso con falde acquifere sotterrane, e quindi, periodicamente, deve essere effettuati gli opportuni controlli. Non è una novità la chiusura dello scalo: in passato, soprattutto negli Anni Ottanta, l’aeroporto catanese è rimasto chiuso anche per mesi, ma in quelle drammatiche circostanze, ovviamente per i passeggeri in arrivo e in partenza, c’è stata la disponibilità (con tutte le restrizioni immaginabili, e i disagi consequenziali) di Sigonella che è stata abilitata ad accogliere i voli civili. Oggi non è più possibile. Perché?

Perché nel tempo la base militare di Sigonella ha assunto un’importanza primaria nello scacchiere del Mediterraneo, del Medio Oriente e oltre. Un’importanza che si è potuta notare nel corso del conflitto con la Libia, quando da Sigonella sono state effettuate oltre tremila missioni aeree contro il territorio allora in mano a Gheddafi. Oggi Sigonella è base anche dei droni, gli aerei senza pilota, che compiono quotidiane missioni chissà dove. Per i civili Sigonella è “off limit”, è “proibita”. Figurarsi se il Comando militare americano della Naval Air Station – che per accordi Italia-USA ha sede stabile all’interno di quella che dovrebbe essere base esclusivamente italiana – poteva dare in alternativa a Fontanarossa il permesso di utilizzo delle due piste a un traffico giornaliero civile di duecento voli! Semmai occorresse, un’ulteriore dimostrazione che la presenza americana in questo territorio (così come in altri territori siciliani) equivale a una “occupazione militare” nel senso più stretto, e non certo una “collaborazione” fra Stati alleati.

Impensabile il dirottamento dei voli da Fontanarossa a Sigonella: intralcerebbe tutti i piani dei voli militari e, soprattutto, l’attività dei droni “Global Hakws”, attività che già pone determinate restrizioni, in determinate fasce orarie, ai voli in arrivo e in partenza dello scalo civile di Catania.

A tutti i governanti e politici siciliani (locali e regionali) è importato sempre poco (o nulla, per essere sinceri) della presenza militare straniera in Sicilia: la collettività ne ha pianto e ne piange le conseguenze: basti ricordare quanto è costata a Trapani l’attività svolta, dall’aeroporto di Birgi sempre per il conflitto con la Libia. Oggi c’è chi dice “Sigonella tabù” perché viene leso qualche “piccolo” interesse privato, e non sicuramente per l’interesse della collettività. Sono un lontano ricordo, che si perde ormai nel tempo, le cosiddette manifestazione per la pace che venivano animate alle porte di Sigonella o di Comiso: manifestazioni allora colorate di rosso, un rosso che ora si è trasformato in “rosa pallido”. Anche adesso i politici e i governanti tacciano; anche adesso i governati e i politici tacciono per la questione dell’installazione del “Muos” a Niscemi, forse non sanno neanche cosa sia il “Muos”, ma gli abitanti di quel territorio sono ben informati e protestano.

E’ vero, le proteste cadono nel vuoto in nome “dell’interesse di Stato”. Ma lo Stato non dovrebbe tutelare la collettività? In merito, ovviamente, il Prof. Monti tace, e a riguardo è imbarazzante anche il silenzio del Presidente Napolitano.

Monti ha detto “Per la Sicilia opere, niente assistenzialismo”: giustissimo, ma perché non dice “Smilitarizziamo la Sicilia” e trasformiamo la Sigonella militare nel vero “hub” civile euro mediterraneo? La “Ragion di Stato” impone il silenzio su queste vicende, e mal ne ha chi solleva queste questioni. I governati e i politici siciliani sanno bene come vanno le cose e continuano a mettere la testa sotto la sabbia: meglio ignorare che sapere…

 

Salvo Barbagallo   

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