Servizi Sociali, a giudizio il sindaco di Catania

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Il primo cittadino di Catania Raffaele Stancanelli, è stato rinviato a giudizio assieme a diverse altre persone al termine dell’inchiesta sui servizi sociali del comune di Catania, avviata nel 2010, in cui sono stati coinvolti anche funzionari e assessori. Il rinvio a giudizio di Stancanelli con l’accusa di abuso d’ufficio, arriva dopo che la procura aveva chiesto l’archiviazione, poi respinta dal Gip Giuliana Sammartino che al contrario aveva ordinato l’imputazione coatta.

Secondo l’accusa, Strancanelli avrebbe suggerito nomi di persone da inserire nelle commissione per l’aggiudicazione degli appalti all’epoca in cui era assessore regionale alla famiglia nel governo Cuffaro. Tra le persone rinviate a giudizio, ci sarebbe anche l’ex assessore alle Politiche sociali della giunta di centrodestra di Umberto Scapagnini, Giuseppe Zappalà insieme a Ubaldo Camerini responsabile del distretto socio-sanitario numero 16, l’avvocato Nino Novello dell’unione nazionale ciechi e molti altri. Per tutti, i reati contestati a vario titolo sono di abuso d’ufficio, peculato e falso in atto pubblico. Il gup Luigi Barone che ha emesso la decisione, ha comunicato ai legali che la lista completa degli imputati sarà depositata lunedi.

Il rischio c’è tutto in chi per nove anni governa e amministra. E firmando migliaia di carte è possibile che incorra nell’abuso. Sono convinto di non aver fatto nessun abuso. Lo deciderà il giudice“. Lo ha affermato all’emittente televisiva Antenna Sicilia il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli rinviato a giudizio per abuso d’ufficio. “Sono tranquillo e sereno – ha aggiunto il primo cittadino- ma amareggiato senza dubbio, non pensavo che ci potesse essere un rinvio a giudizio perché non capisco qual è la norma che avrei violato perché l’abuso prevede la violazione di una norma“. “Non c’entro nulla – ha concluso Stancanelli- con gli scandali del Comune di Catania riferiti ai servizi sociali. Si tratta di un’altra fattispecie. Aspettiamo con serenità i giudici. Mi auguro che, come dice il poeta, ci sia un giudice a Berlino“.

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