La guerra delle macchine-robot

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Da sempre abbiamo amato la fantascienza e autori come Asimov e Bradbury e tanti altri. La fantascienza nei decenni passati è stata stimolante e premonitrice con gli scenari avveniristici che presentava. Oggi la realtà ha superato la fantascienza e il ruolo di questa particolare letteratura ha, via via, perso smalto e interesse. Negli Anni ’80 la saga cinematografica di “Terminator”, dai romanzi di Shaun Hutson e Alan Foster, per la regia di James Cameron, ci presentò un futuro dominato dalle macchine-robot in guerra  con quell’umanità che le aveva create. Fantascienza il dominio delle macchine sull’uomo? Per il momento, sicuramente sì, ma del ”domani non c’è certezza”.

Le nostre sono considerazioni provocate dal caldo torrido siciliano, ma poiché i pericoli li abbiamo dietro l’angolo, le considerazioni dovrebbero trasformarsi in riflessioni.

A Niscemi si sta installando uno degli apparati tecnologici più avanzati per il controllo globale, il “Muos”: è “made in Usa”. A nulla, fino ad oggi, sono valse le proteste degli abitanti il territorio per il rischio salute e per le complicazioni (leggasi “danni collaterali”) che simili installazioni militari possono provocare alle persone e anche alla navigazione aerea civile. Per il “Muos” le proteste ci sono state e continuano ad esserci, per il “droni”, i velivoli senza pilota, i “Global Hawk”,  che sono di stanza a Sigonella, nessuna protesta da parte della collettività: il benestare delle autorità nazionali, regionali e locali, poi copre tutto.

Leon Panetta a Sigonella

Non c’è nulla di segreto in quanto sta accadendo nel territorio etneo: lo abbiamo già scritto. Vale la pena riproporre – a proposito di riflessioni – la “soddisfazione” espressa dai vertici militari americani e italiani. Leon Panetta, qualche mese addietro, ha pronunciato queste parole nel corso della sua visita nella base USA siciliana: “La Nato si doterà entro il 2017 di un nuovo sistema di sorveglianza terrestre, l’AGS (Alliance Ground Surveillance) e il suo centro di comando e di controllo verrà installato nella base siciliana di Sigonella”. Il segretario generale Nato, Anders Fogh Rasmussen: ”L’accordo è un passo fondamentale verso un sistema di sorveglianza dell’Alleanza in grado di dare ai comandanti una fotografia precisa di qual è la situazione sul terreno, e la recente operazione in Libia ha dimostrato quanto importante sia questa capacità». Durante i mesi del conflitto libico, proprio a Sigonella l’US Air Force aveva schierato due “Global Hawk” e un imprecisato numero di droni “MQ-1 Predator”, utilizzati in particolare per individuare gli obiettivi e dirigere i bombardamenti dei caccia della coalizione a guida Nato. Nei programmi del Pentagono, la base siciliana è destinata a fare da vera e propria capitale mondiale dei velivoli senza pilota: entro il 2015 dovrà ospitare un reparto di Us Air Force con 4-5 “Global Hawk”, più altri 4 droni in via di acquisizione della Marina Usa. Un accordo di massima per la trasformazione di Sigonella in “principale base operativa” del sistema AGS era stato raggiunto a Cracovia il 19 e 20 febbraio 2009, durante il vertice dei ministri della difesa della NATO. E soddisfatto si è mostrato anche l’allora capo di Stato maggiore della Difesa italiano, generale Vincenzo Camporini, che ebbe a dire: “Abbiamo scelto questa struttura dopo un’attenta valutazione e per la sua centralità strategica nel Mediterraneo che le consentirà di concentrare in quella zona le forze d’intelligence italiane, della Nato e internazionali”.

Della sua “centralità” la Sicilia, nel tempo, non ha mai avuto alcun beneficio. Niente di nuovo, dunque.

L’informazione che ci ha fatto ricordare i vecchi amori per la fantascienza l’abbiamo appresa sabato 28 luglio 2012 dal quotidiano “La Repubblica”. In realtà non si trattava di una notizia ma di un servizio a tutta pagina, a firma Francesco Fondi, sulle novità tecnologiche dedicato allo svago. Abbiamo appreso, così, che sono già in commercio per gli appassionati del volo in miniatura piccoli droni telecomandati, che montano “camere” per fare riprese. Il costo? Alla portata di (quasi) tutte le tasche: anche a 119 euro. Piccoli droni in grado di riprendere e trasmettere immagini (foto e video) in tempo reale. Intanto, un bel colpo alla privacy, e dopo? Fin dove si spingerà l’innovazione da “diporto” in questo comparto elettronico, per ora, dedicato al divertimento? Già ora qualche preoccupazione si dovrebbe avere.

Noi non siamo scrittori di fantascienza, ma semplici cronisti e ci limitiamo a “segnalare”. Chiunque, anche per solo divertimento, può ipotizzare qualsiasi scenario: tutto è possibile. Basta riflettere un poco. Droni civili contro droni militari? La guerra fra macchine-robot potrebbe cominciare per gioco…

Salvo Barbagallo 

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