Il Festival di Lampedusa “Porta dell’Europa”

Condividi questo articolo?

La quarta edizione del LAMPEDUSAinFESTIVAL, manifestazione che per il secondo anno consecutivo ha avuto il privilegio di ricevere come premio di rappresentanza la medaglia d’onore da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che è stata selezionata dall’UNAR come buona pratica contro il razzismo, ha registrato un’importante partecipazione in termini di spettatori, a testimonianza di una forte attenzione sugli eventi proposti, che ha portato sull’isola, oltre a giornalisti e esperti del settore, un tipo di turista diverso: internazionale ed attento ai temi sociali e culturali.

La prima, emblematica venue è stata la Porta d’Europa, monumento di Mimmo Paladino dedicato ai migranti morti in mare: qui è iniziata la lunga serie di appuntamenti proposti dal festival, con la presentazione ufficiale, l’intenso spettacolo teatrale di Mohamed Ba e i concerti di Giacomo Sferlazzo e Alessio Greco. Uno dei momenti più carichi di significato è stata la commemorazione (lancio di fiori da un’imbarcazione) dei migranti morti in mare durante le traversate del Mediterraneo con l’equipaggio del progetto Boats4People, partiti con una goletta dalle coste toscane passando da Palermo e Monastir per arrivare appunto a Lampedusa. La venue principale, la suggestiva Cala Palme, ha registrato un’ottima affluenza nel corso di tutte le serate, alcune delle quali conclusesi con gli spettacoli musicali dei Ciauda e della Famiglia del Sud e con una performance teatrale di Pino Petruzzelli, sul palco allestito in spiaggia, a pochi centimetri dal mare. L’ultima serata è stata proposta una jam session tra tutti gli artisti presenti nella programmazione tra cui il maestro Nicola Alesini. Anche Piazza Castello è stata molto frequentata: nella venue secondaria hanno preso luogo presentazioni, proiezioni e dibattiti riguardanti libri e film fuori concorso. Via Vittorio Emanuele, info point del festival con sala dedicata all’interessante mostra di vignette Oltre Frontiera / Il viaggio di 32 disegnatori da 19 paesi, 4 continenti, 1 pianeta (curata da Gianpiero Caldarella e Marisa Paolucci), ha registrato numerosi visitatori per serata. Altra location suggestiva è stata l’Isola dei Conigli: la splendida e rinomata baia ha ospitato la presentazione del libro di Gianluca Gatta “Luoghi Migranti. Tra clandestinità e spazi pubblici”, il tutto rinfrescato dal caffè freddo offerto dalla Rete del Caffè Sospeso. Il contesto ha stregato le decine di persone presenti in spiaggia.

La kermesse ha ospitato in totale oltre 50 ospiti (tra relatori degli incontri, musicisti, attori teatrali, ecc…) e gli eventi in programma sono stati tutti impreziositi dalle testimonianze di figure di alto rilievo nel panorama artistico-culturale e sociale italiano.

Nel corso della realizzazione di questa edizione sono state sviluppate importanti  collaborazioni: con l’Archivio delle Memorie Migranti, che ha curato la sezione Migrazioni e Memorie ed è stata il soggetto di alcuni eventi; con Arci e Amnesty International; con la fondazione lettera27, che ha affisso in spazi pubblici le testimonianze di diversi immigrati nell’ambito del progetto Luoghi Comuni – Piccole storie migranti.

Emozionante la premiazione dei film vincitori, che ha visto sul palco le giurie delle due sezioni in concorso ed in particolare la giuria della sezione Migrazioni e Memorie composta da migranti che vivono in Italia, alcuni sbarcati proprio a Lampedusa.

La quarta edizione del LAMPEDUSAinFESTIVAL è finita con la piena soddisfazione del pubblico e degli organizzatori, dei tanti volontari all’Associazione Culturale Askavusa (ideatrice dell’evento), e non finisce la voglia e la forza di far crescere ancora il progetto.

I vincitori della sezione Migrazioni e Memorie

Coordinata da Archivio delle Memorie Migranti (AMM) e curata da Zakaria Mohamed, Ali Hevi Dilara, Mohamed Ba, Salvatore Billeci.

 (Primo Classificato) VERA di Francesca Melandri

Un film che, con la profondità del pensiero figlio di un ricordo drammatico dei giorni bui della storia recente dell’Occidente e che avrebbe potuto partorire un sentimento di rabbia, di odio o voglia di vendetta, si dimostra essere una voglia di riscatto rispettando ed alimentando la vita altrui, anche animale. VERA è un film che invita a non processare la storia ma ad analizzarla, capirla, condividerla ed impegnarsi evitando cosi che si ripetino gli stessi errori. La memoria, non solo collettiva ma anche individuale può essere lo zoccolo su cui costruire uno stile di vita mettendo la sacralità della vita al centro e come contorno, l’esperienza maturata nel corso degli anni. La morale è una sola. Nella vita, non si invecchia ma ci si lascia invecchiare. Film da vedere.

(Secondo Classificato) BAILAORES, di Victor Sagristà

Un film emozionante, toccante e bello che racconta la complessità delle dinamiche migratorie. Ritrovarsi in un paese straniero, non per visitarlo, non per perlustrare i suoi musei, non per gustare la cucina locale, ma per costruirti un quotidiano, cioè giorni normali, non è mai facile. Quando sei nel tuo paese, ti basta guardarti intorno per ricordare chi sei, quello che hai, quello che ti manca, il catalogo delle tue cose. Mentre quando sei altrove, non riconosci niente di tuo e non sapresti nemmeno come definirti. A volte, hai l’impressione che ci sia qualcun altro al tuo, che agisce per te. Le lacerazioni che ti tormentano vengono alleviate soltanto grazie alle espressioni artistico-culturali e, nel caso della nostra protagonista: la danza. Questo però vale finchè siamo soli ma quando nascono i figli, ci si trova a doversi confrontare con la loro identità plurima perché hanno un background diverso da quello dei genitori. Il film ci insegna che le culture mutano per dare luogo a micro e sottoculture ma non per questo meno importanti. La nostra protagonista ha ritrovato la sua via abbinando ciò che le è stata trasmessa dalla madre a quello che è il suo vissuto. Il giusto equilibrio consente poi di capire la sostanza dell’incontro: la cultura. Un uomo senza una cultura è come una zebra senza strisce.

(Menzione Speciale) DISTANCIAS di Lino Bidenes

Se la scimmia avesse avuta sugli alberi tutto quello che le serve per vivere bene, mai e poi mai sarebbe scesa per terra. Fin dai memorabili, l’essere umano si è sempre incamminato cercando di soddisfare i suoi bisogni. Tali bisogni però possono essere sia fisici sia mentali. In tanti paesi come quello della nostra protagonista, la modernità è costruita sui mattoni della velocità, asservimento al potere impossibili da allentare o da spezzare, accesso ai mezzi di trasporto, possibilità di muoversi dovunque si voglia. Questa è la nobiltà del nostro tempo, e gli altri? La risposta può anche essere quella di rimanere sul posto e lottare per non lasciar marcire i luoghi, i simboli, le memorie. La lotta passa anche attraverso la disponibilità, la condivisione, la consapevolezza e la voglia di cambiamento partendo dal proprio orticello che può essere il luogo di lavoro, la strada, i mezzi pubblici. La distanza che ci separa da coloro che sono partiti può anche non essere un limite per chi lotta sul posto ma una risorsa in più, un’apertura sul mondo esterno, il futuro. Chi non ha passato non può capire il presente e non potrà minimamente pretendere ad un futuro. Non tutte le distanze fisiche sono anche mentali…insieme si può. Così racconta Distancias. Bello.

I vincitori della sezione Democrazia

Coordinata da Movimento Giovanile Lampedusa e curata da Stefano Liberti, Costanza Ferrini, Maria Teresa De Sancitis, Mariangela Barbanente.

(Primo Classificato) MINOTAWRA: SI ESPORTA CAMBIAMENTO di Kamikairy Fares

Per  la chiarezza con cui ha ricostruito la la genesi della rivoluzione tunisina seguendone gli sviluppi anche dopo la cacciata di Ben Ali. Nella scelta dei testimoni, l’autore ha tracciato un quadro articolato e non banale della realtà socio-politica tunisina, mostrandone forze e contraddizioni. MinoTawra: si esporta cambiamento disegna i tratti delle forme della nuova democrazia che prende l’avvio nelle rivolte, ma che vigila, nonostante l’esito delle elezioni, sul nuovo potere e nelle quali risalta il ruolo trainante che hanno avuto, e nonostante tutto continuano ad avere, le donne.

(Secondo Classificato)

La giuria ha ritenuto di dare ex aequo il secondo premio, dato che il valore equivalente degli altri film in concorso non permetteva una scelta univoca, ai film:

  • EGITTO: UN SOGNO FUORI DAL CASSETTO di Tommaso Dradi
  • I RESILIENTI di Francesco Casolo
  • RIDI RIDI RIDI… UN ALTRO MONDO È POSSIBILE di Mirko Mucilli

Premio di produzione AMM in collaborazione con il Premio Gianandrea Mutti

VERA di Francesca Melandri

Per la capacità della regista di collocare in modo originale ed efficace la memoria in un racconto di vita, di relazioni, di passione.

Potrebbe interessarti

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.