Cari politici nostrani i Siciliani vi ringraziano…

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Raffaele Lombardo

La Sicilia e i fatti che in Sicilia accadono fanno sempre notizia sui mass media nazionali ed esteri. Per decenni i tristi accadimenti criminali hanno consentito di etichettare gli abitanti dell’Isola come “mafiosi”: un’etichetta non applicabile, ovviamente, a tutti coloro che dal 1947 in poi hanno rivestito cariche istituzionali (ministri, parlamentari, magistrati, dirigenti pubblici), ma sicuramente e facilmente affibbiabile a tutti coloro che non possono cancellare, nel parlare, il loro accento inconfondibilmente siculo. Ma l’argomento mafia – che oggi come oggi è considerato problema globale – si tocca sul piano nazionale quasi esclusivamente nelle commemorazioni di quanti sono caduti per lottarla e quale motivo di scontri istituzionali, come quello attuale fra magistrati di Palermo e il Capo dello Stato. La Sicilia, insomma, deve stare costantemente sulle prime pagine dei giornali e dei notiziari televisivi e quindi è pur sempre necessario alimentare l’attenzione sull’Isola perché, comunque vadano le cose, l’attenzione viene distolta dagli avvenimenti più importanti, come, per esempio, la crisi che sta affondando tutta l’Italia. E se si deve cercare di far passare in sordina  una crisi nazionale, non è meglio evidenziare quella della Regione-Sicilia? Sicuramente, sì. A che servirebbero, in caso contrario, i presidenti di Confindustria Sicilia, come Ivan Lo Bello, se non potessero gridare ai quattro venti che la Sicilia va a picco? Non servirebbero a nulla, se le parole non venissero immediatamente raccolte dai mass media nazionali (e stranieri) che le amplificano a dovere.

Ma Ivan Lo Bello a quale “classe” privilegiata appartiene?

Ma Ivan Lo Bello in quale “stanze” è nato, è cresciuto e si è formato?

Ma Ivan Lo Bello dove è stato (e cosa ha fatto) in tutti questi anni nei quali la Sicilia ha perso, esponenzialmente, il suo smalto?

Ivan Lo Bello, senza volere offendere nessuno, è andato a braccetto (ma non lui solo, ovviamente…) con tutti quei politici che hanno affossato la Sicilia. Quei politici che, come abbiamo avuto modo di dire in tante circostanze, hanno pensato a curare soltanto il loro orticello, senza preoccuparsi minimamente dei bisogni della collettività.

Interessi di “classe”, interessi di “parte”, interessi di lobby più o meno conosciute hanno contribuito pesantemente a portare la Sicilia nello stato in cui si trova.

Ora c’è chi sostiene che si deve “commissariare” la Regione Sicilia: ma quanta ignoranza c’è sul mercato dei benpensanti.

La Sicilia, Regione a Statuto Autonomistico Speciale, non ha mai visto applicare da parte di chi l’ha governata lo Statuto che avrebbe potuto cambiare il destino dell’Isola. Tanti politici hanno cercato di stravolgere lo Statuto ma, nell’ignoranza imperante, i più hanno dimenticato che quello Statuto fa parte della Carta Costituzionale dell’Italia, e se si vuole cambiarlo prima bisogna cambiare la stessa Costituzione Italiana. Figurarsi…

Si è perduta la memoria storica, hanno fatto sì che la memoria storica della Sicilia andasse perduta. Ma il guaio è che anche la memoria dei giorni nostri viene inesorabilmente cancellata. Quanti e quali politici nostrani hanno mai denunciato la progressiva e pericolosa militarizzazione della Sicilia? Per quel che ci risulta, nessuno. Che velivoli senza pilota, fortemente armati (non sappiamo anche se portano ordigni nucleari)  passino sopra le nostre teste, di quelle di migliaia di bambini, rendendo pericolosa anche la navigazione aerea civile, nessuno si allarma, nessuno grida “Basta! Vogliamo essere liberi e sicuri…”. I nostri politici “ignorano” volutamente questi aspetti della vita isolana. Il Siciliano (ex) ministro La Russa anzi ebbe a complimentarsi dell’enorme attività bellica svolta a Sigonella durante il “conflitto” con la Libia. Nessuno ebbe a raccapricciarsi di ciò che era stato portato avanti, nessuno tenne conto che l’Italia non era in guerra con la Libia. Assenti su questi argomenti i politici Siciliani, assenti i politici che hanno governato il nostro Paese.

Certo, oggi a Monti può fare comodo bacchettare Raffaele Lombardo, ma è il presidente della Regione Siciliana che gli ha dato la possibilità di farlo. Avete mai visto il professore Monti e tutti gli altri “professori” che compongono il suo Governo, parlare della militarizzazione in Sicilia, o parlare del petrolio Siciliano, o parlare delle crescente occupazione del territorio da parte di cinesi e russi? Certamente no! Perché attribuirgli una colpa se non lo hanno fatto tutti ministri siciliani che, nel tempo, hanno composto i vari Governi d’Italia?

E allora, diciamo “grazie” a Ivan Lo Bello, diciamo “grazie” a Mario Monti, diciamo soprattutto “grazie” a tutti i politici Siciliani, di destra e di sinistra e di centro. Tutti i Siciliani ringraziano! Tanto, da sempre, i Siciliani sono abituati a restarci fregati, e dei benefici che la confusione, la disperazione e la disoccupazione portano inevitabilmente, ne godono soltanto i soliti noti. Lo Bello compreso.

Salvo Barbagallo

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