Una trilogia del fantastico

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Tanit, la copertina

Ci sono autori che scrivono buoni, anche ottimi, romanzi ispirati alla realtà, alle loro esperienze vissute. E scrittori che riescono ad andare oltre, poiché possiedono una fantasia straripante e non riescono a contenerla. In letteratura la fantasia è la dote principale, se non essenziale, per distinguersi dal banale, dal già sentito, dal fritto e rifritto. Le vie della narrativa, come quelle di nostro Signore, sono infinite.

Ci sono scrittori che preferiscono passeggiare su autostrade sicure e altri che scelgono di avventurarsi sulle cime delle montagne. Non c’è dubbio che Lara Manni appartenga a questa seconda categoria, come in passato Edgar Allan Poe, Tolkien, Lovecraft (autori a cui la stessa autrice non nasconde di ispirarsi) che sconfinavano nel soprannaturale, nella fiaba. Tanit (Fazi editore, pagg. 380, € 16.00) è il terzo volume che conclude una trilogia del fantastico.  Tanit, la bambina nera discesa sulla terra per distruggere l’umanità. Il mondo dei demoni che si contrappone ed entra in conflitto con quello degli esseri mortali.

Mitologia e reale che si fronteggiano in questo appassionante romanzo. Tanit era la dea che deteneva il posto più importante a Cartagine, dea della fertilità, dell’amore e del piacere. Una dea buona. Nel romanzo di Lara Manni invece appartiene a un progetto distruttivo: il regno del Male e quello terreno sono entrati in contatto, non possono convivere, uno dei due deve soccombere. Demoni capaci di gesti generosi ma soprattutto protagonisti di azioni crudeli e sanguinarie, in una Roma che assiste sgomenta, tentano di sovvertire le leggi che regolano l’universo. Personaggi in bilico, di incerta identità, cercano di sopraffarsi a vicenda.

Lara costruisce una trama dove la suspence si mantiene tesa dalla prima all’ultima pagina senza un attimo di tregua. Il lettore si sente incalzato, esseri malefici gli alitano sul collo, lo seguono  incessanti, gli rubano lo spazio, gli negano i movimenti, lo perseguitano e gli trasmettono un senso di angoscia per tutta la durata del romanzo.  Un viaggio nell’orrore dove i demoni cercano di imporsi per placare il loro desiderio di sangue.

Salvo Zappulla

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