Imputazione coatta per i fratelli Lombardo

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Il Gip Luigi Barone non ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Catania nei confronti del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. Il Gip ne ha disposto l’imputazione coatta per concorso esterno all’associazione mafiosa e voto di scambio. Stessa cosa per suo fratello, Angelo, deputato nazionale dell’ Mpa. La posizione dovrà adesso essere vagliata da un altro giudice che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio dei due imputati. Le ipotesi che possono scaturire dall’imputazione coatta sono tre: il rinvio a giudizio, il rito abbreviato o il processo.

La vicenda in cui il Governatore è coinvolto nasce dalle indagini dei “Ros” su presunti rapporti tra mafia, affari e politica. Sulla decisione del Gip interviene il legale del governatore l’avvocato Guido Ziccone: “Non è una pronuncia definitiva, ma una decisione che dovrà passare al vaglio di un Gip“, – continua Ziccone- “In quella sede faremo valere con forza, determinazione convinzioni le nostre ragioni. Noi eravamo e siamo sereni perché certi delle nostre ragioni“.

La Procura della Repubblica di Catania aveva richiesto l’archiviazione dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per Raffaele Lombardo e per suo fratello, Angelo. La richiesta era stata firmata dell’allora procuratore facente funzioni, Michelangelo Patanè, e dell’aggiunto Carmelo Zuccaro, che l’avevano motivata richiamando la sentenza di assoluzione della cassazione su Calogero Mannino imputato di concorso esterno all’associazione mafiosa, non era stata condivisa dai quattro sostituti titolari dell’inchiesta, creando valutazioni diverse all’interno dell’ufficio.

Nella richiesta di archiviazione, sarebbe stata fatta un’analisi dei singoli episodi elettorali che erano stati contestati nell’avviso di garanzia firmato dai pm Antonino Fanara, Giuseppe Gennaro, Iole Boscarino e Agata Santonocito rimossi dall’incarico, che avevano chiesto il rinvio a giudizio. Per i fratelli Lombardo, la Procura nell’ambito dell’inchiesta “Iblis” ha deciso di contestare il voto di scambio. Processo che proseguirà, davanti alla quarta sezione del giudice monocratico di Catania, presieduta da Michele Fichera.

Alfio Musarra

Le reazioni

Il Procuratore Capo di Catania, Giovanni Salvi, così commenta però la richiesta: “Continueremo a fare il nostro lavoro con la stessa serenità di sempre, seguendo le indicazioni che sono arrivate dal giudice”, aggiungendo poi che “C’erano valutazione diverse e la nostra posizione è stata sempre chiara e si basava su valutazioni giuridiche“.

Secondo la Procura di Catania dall’inchiesta Iblis sarebbero emersi “elementi di prova su rapporti tra gli onorevoli Raffale e Angelo Lombardo ed esponenti di Cosa Nostra, finalizzati ad ottenere il sostegno dell’organizzazione criminale in occasione di competizioni elettorali”. Ma, a parere della Procura, “non c’erano invece elementi di prova sufficienti a ritenere che l’accordo si sia sostanziato in promesse concrete dei politici o in fatti che abbiano avuto efficacia causale sulla vita dell’associazione criminale, e cioè che l’abbiano rafforzata in maniera rilevante, come richiesto dai principi affermati dalla Corte Suprema di Cassazione a Sezioni Unite”. Per questo, ribadisce il procuratore Salvi, “la decisione del giudice su una complessa questione di diritto, che non intacca gli elementi di fatto, ma soltanto la loro valutazione in termini giuridici, è accolta con serenità. E adesso continueremo il nostro lavoro, seguendo le indicazioni che ci sono giunte dal giudice“.

Raffaele Lombardo intanto ribadisce: “Non ho mai chiesto favori e voti ai mafiosi. Non mi aspettavo questa ordinanza del gip ma sono sereno e rispettoso del lavoro dei magistrati. Dimissioni nella peggiore delle ipotesi? La peggiore delle ipotesi non esiste, quello che esiste è la verità. E io su questa vicenda scriverò un memoriale“.  E aggiunge poi: “Deciderò con i miei avvocati se chiedere il rito abbreviato in sede di udienza preliminare davanti al Gup… I partiti fanno le loro valutazioni su un eventuale rinvio a giudizio, e io non sono stato rinviato a giudizio. Dall’ordinanza del gip scaturisce la fissazione dell’udienza preliminare, in quella sede poi si potranno determinare diverse ipotesi: il rinvio a giudizio appunto o il non luogo a procedere”. 

Finisce poi sibillino, ipotizzando “richieste esterne”:  “Il mio rispetto per la magistratura è lo stesso di ieri anzi è cresciuto, così come la mia serenità. Comunque, con franchezza non m’aspettavo questa decisione del gip, così come non se l’aspettava nessuno. Forse qualcuno“. Qualcuno chi? “Qualcuno…“.

Immediate le reazioni. Secondo il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli (Pd) la Sicilia non può permettersi un altro governatore rinviato a giudizio per mafia, sostenuto nelle sue parole dal capogruppo Pd all’Assemblea Regionale Siciliana che parla di nuova puntata della telenovela. Ma che comunque specifica che il governatore non è stato rinviato ancora a giudizio e che bisogna attendere la decisione del Gup, che se fosse però sfavorevole al Governatore Lombardo questi dovrebbe immediatamente dimettersi. La stessa identica posizione è stata subito dopo espressa da Beppe Lumia, che però -indirettamente- critica la decisione del Gip vantando gli ex magistrati presenti nella Giunta guidata da Lombardo. SEL chiede invece le immediate dimissioni e si appella al Pd perché “chiuda definitivamente questa pagina oscura della storia siciliana“.

Luigi Asero

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