Forconi a Priolo, blocco raffinerie

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I Forconi hanno interrotto il presidio a Palermo davanti palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana e annunciano blocchi davanti alle raffinerie.  “Il blocco delle autocisterne presso le raffinerie di Priolo è confermato. Stamane siamo partiti con un presidio ai cancelli, senza fermare i mezzi, ma nelle prossime ore li bloccheremo. Cominciamo da lì per poi proseguire con Gela. E andremo avanti. Siamo pronti, se sarà necessario a procedere con altri blocchi e manifestazioni”. Lo afferma il leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferro, in un incontro con i giornalisti tenuto stamattina all’aperto, sotto una lieve pioggia, nella piazza antistante Palazzo dei Normanni, dopo che è’ stato negato l’uso della sala stampa dell’Assemblea Regionale.

Nel corso dell’incontro Ferro ha reso noto infatti un documento che segna in sei punti l’intesa tra i Forconi e le forze politiche dell’Ars: l’esame in commissione attività produttive a partire dal prossimo mercoledì di un ddl anticontraffazione che revochi le licenze a chi tarocca i prodotti agricoli, l’esame in commissione bilancio a partire da domani del disegno di legge che allevia il peso della riscossione coattiva dei debiti da parte della Serit, la riprogrammazione del piano di sviluppo rurale della Regione, l’esame del disegno di legge in materia di microfotovoltaico a partire da martedì 13 marzo. Infine due incontri: uno martedì prossimo, tra il governo regionale e i rappresentanti di Anci e Urps sulla revisione del patto di stabilità, l’altro mercoledì 14 a Palazzo Chigi per la definizione dei tavoli sul federalismo fiscale, trasporti e agricoltura. I Forconi incontreranno inoltre il presidente della Regione Lombardo a Palazzo dei Normanni il prossimo mercoledì alle 12.

“Il presidente Lombardo ci chiede dialogo – dice Ferro – ma noi siamo stati fin troppo bravi a gestire il malessere sociale, adesso bisogna risolvere i problemi in modo strutturale. Questa terra è stata depredata del gas, del petrolio, delle eccellenze che adesso arrivano dal Marocco e dalla Tunisia. Chi tarocca i prodotti siciliani va punito, dobbiamo tutelarli. La manifestazione di giorno 1 marzo è stata finta, non basta che i sindacati dicano vogliamo il lavoro produttivo, è importante il come vogliano crearlo, se non si difendono le imprese come si crea il lavoro? Bisogna applicare lo Statuto Siciliano”.

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