L’ultimo saluto a Rita Corona

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Si celebrerà mercoledì 18 Gennaio, presso la Parrocchia Cuore Immacolato della Beata Maria Vergine (Viale Vittorio Veneto 309 a Catania), il funerale per la scomparsa di Rita Corona. Alla splendida età di 99 anni torna alla casa del Padre una donna che ha dedicato la sua vita alla Sicilia e alle sue antiche tradizioni. Figlia dell’illustre compositore Gaetano Emanuel Calì (noto ai più per aver musicato la romanza “E vui durmiti ancora”), nasce l’11 febbraio di cento anni fa. Fu la madre di Vittorio, Marcello e del giornalista Puccio Corona. Rita perderà il padre giovanissima, Calì morirà appena cinquant’enne stroncato da una polmonite il I maggio del 1936. Lei deciderà di continuare la missione paterna fondando, infatti, nel 1956 il gruppo folk “I figli dell’Etna” come aveva fatto il padre nel 1929 con il gruppo “I canterini etnei”. Uno studio profondo sarà alla base della preparazione di ogni spettacolo, Rita infatti ricoprirà il ruolo di direttore artistico, scenografo e coreografo. Persino il costume, frutto di ricerche, sarà quello indossato dai contadini etnei nei giorni di festa. Animata da un amore instancabile inizia a portare in giro per il mondo tutti i colori della Sicilia.

olo per ricordare alcune tappe: Libia, Belgio, Olanda, Grecia, Francia, Polonia, U.S.A., Turchia, Spagna, Romania… In una carriera così sconfinata non si può dimenticare l’emozionante esibizione davanti a Papa Giovanni Paolo II, che si commosse sentendo cantare dai siciliani l’Inno Nazionale della Polonia e in quell’occasione non poté fare altro che unirsi al loro canto. Nella sua vita trascorsa tra note e sicilianità è sempre stata orgogliosa dei traguardi raggiunti senza l’aiuto delle autorità, ma solo grazie alla forza e alla tenacia dei suoi “Figli”. A Rita Corona mi sento particolarmente legata, non solo perché grazie al suo aiuto ho potuto scrivere la mia tesi su Gaetano Emanuel Calì (con relatrice la professoressa Sarah Zappulla Muscarà), ma anche perché mi ha accolto nella sua casa mostrandomi il suo tesoro, fatto di ricordi, foto, partiture inedite e tanta emozione.

Mettendomi a parte di numerosi aneddoti e notizie che altrimenti non avrei mai conosciuto, Rita in altre parole mi ha fatto ancor di più innamorare della mia terra. La città di Augusta nel 2005, con l’Associazione Culturale Megarese ha riconosciuto a Rita il Premio alla Cultura Xifonia, come doveroso encomio per una vita spesa per l’arte. Solo nel 2007, a novantacinque anni, decide di fermarsi, non perché stanca, ma solo per gli inevitabili acciacchi dei suoi anni. Lo scorso Settembre i suoi “Figli” decidono di far rinascere il gruppo per continuare il sogno di mamma Rita. Per tutti coloro che l’hanno conosciuta è strano pensare che possa riposarsi, preferisco piuttosto immaginarla nelle alte sfere a dirigere un coro che intona “Sicilia Bedda”.

Michela Italia

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