Il desiderio di tanti, l'incubo di alcuni. E del Potere.

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In questi giorni in Sicilia si sta sperimentando un desiderio per tanti, un incubo per alcuni. Si tratta della protesta denominata “forza d’urto” che sta creando scompiglio e notevoli disagi in tutta l’isola.

Quante volte, soprattutto negli ultimi tempi data la crisi economica e politica, abbiamo pensato di issarci a fautori di rivoluzioni o a paladini di rinnovamento. Un anno fa iniziavano le rivolte nel nord Africa che osservate dall’altra parte del Mediterraneo lasciavano quasi un senso di inadeguatezza. Bisogna scendere in piazza, ribellarsi, fare casino, urlare se possibile. Tutte cose che la stragrande maggioranza degli italiani, almeno quelle che non hanno interessi politici o di palazzo, condivide e auspica da parecchio tempo.

Ecco forse la speranza covata nel tempo da tanti si sta verificando. Benzina esaurita, strade principali e porti bloccati, iniziano a scarseggiare i prodotti nei supermercati. Questo è quello che sta accadendo in tutta la Sicilia da lunedi scorso. I protagonisti di questa protesta sono principalmente tre categorie: autotrasportatori, pescatori e agricoltori. La politica in tutto questo che ruolo gioca? Apparentemente nessuno. Si dice che sia una protesta manipolata dall’estrema destra, degli appartenenti a Forza Nuova hanno condiviso questa protesta pubblicamente scendendo in strada. Anche perché, a rigor di logica, non si spiega come fa un partito di pochi elementi a smuovere queste masse. Una protesta è tale ed efficace se riesce a raggiungere un obiettivo, se riesce a saper coinvolgere e se le tematiche che affronta sono importanti per la collettività tutto questo a prescindere da qualunque partito la faccia.

Il rischio che si corre in questi casi è quello di generalizzare, certo la presenza di un partito come Forza Nuova è ingombrante e direi anche fastidiosa, ma quelle tre categorie citate sopra non c’entrano nulla con i partiti politici. A tal riguardo ci sarebbe da chiedersi  dove sono la sinistra e SEL da sempre sensibili a questi argomenti.  Se ci fosse in corso una sfida a chi se la passa peggio in questo periodo  sicuramente queste tre categorie concorrerebbero per stare in cima all’ipotetica classifica, ma questa non è una sfida e la gente che sta partecipando lo sta facendo con vero spirito civico mettendo in atto quel desiderio che per troppo tempo è rimasto nascosto o isolato con conseguente fermento che ci si augura si trasformi in un mutamento della situazione attuale.

La speranza è quella che non finisca con un nulla di fatto come se non fosse successo niente, pare però che i presupposti siano buoni.

Alessandro Cantale

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