Crollo delle pensioni erogate nel 2011. Quasi centomila in meno.

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Confrontando i dati da gennaio a novembre del 2011 con quelli dello stesso periodo relativo all’anno 2010 l’INPS quest’anno ha erogato 94. 589 pensioni in meno, un drastico calo corrispondente a circa il 25%.

Ma come è stato possibile questo risultato, che costituisce per l’ente previdenziale un risparmio più che considerevole?

L’effetto è stato innescato dalle nuove regole scattate nel 2011 sulla “finestra mobile” (12 mesi di attesa una volta raggiunti i requisiti per la pensione che passano a 18 mesi per gli autonomi) e sull’inasprimento dei requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità (almeno 60 anni di età con quota 96 tra età e contributi, a fronte dei 59 e quota 95 del 2010, mentre sono rimasti stabili i 40 anni di contributi a qualsiasi età). Grazie a queste regole solo chi nel 2010 aveva maturato tutti i nuovi requisiti previsti ha potuto accedere alla pensione. Per tutti gli altri invece sono state cambiate le regole del gioco. A gioco quasi ultimato.

Dal prossimo anno scatteranno le regole previste dalla manovra correttiva (addio alle quote per l’anzianità, aumento per l’età di vecchiaia delle donne, cancellazione della finestra mobile ecc.) ma usciranno ancora con le vecchie regole coloro che hanno maturato i requisiti nel 2011 e sono stati bloccati dalla finestra mobile. Quindi il lavoratore dipendente che ha maturato i requisiti per la pensione a giugno 2011 uscirà a giugno 2012, ancora con la finestra mobile.

Se si guarda solo alle pensioni di anzianità, il calo è stato più consistente per gli autonomi che per i dipendenti. A fronte di questi più che ottimi risultati appare anomalo, almeno ai profani, pensare che ancora una volta si siano cambiate le regole del gioco a gioco quasi ultimato. Attendiamo i risultati del 2012-2013 per capire quanto l’INPS debba ancora lucrare sul lavoro e sulla contribuzione degli italiani.

Luigi Asero

 

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