Mafia: chiesta l'archiviazione per i fratelli Lombardo

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Colpo di scena a due settimane dall’inizio del processo per voto di scambio a carico dei fratelli Raffaele e Angelo Lombardo. Il mese scorso, ma la notizia è trapelata soltanto oggi, prima dell’insediamento del nuovo procuratore capo Giovanni Salvi, la Procura della Repubblica di Catania ha formalizzato la richiesta di archiviazione dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo e per suo fratello, Angelo, deputato dell’Mpa alla Camera. La richiesta è stata firmata dal procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e dal coordinatore della Dda, Carmelo Zuccaro. Un Gip dovrà adesso decidere se archiviare o meno l’inchiesta proveniente dal troncone principale di Iblis, ma potrà anche ordinare nuove indagini o imporre l’imputazione coatta.

Secondo alcune indiscrezioni, nella richiesta di archiviazione,  sarebbe stata fatta un’analisi dei singoli episodi elettorali che erano stati contestati nell’avviso di garanzia firmato dai pm Antonino Fanara, Giuseppe Gennaro, Iole Boscarino e Agata Santonocito rimossi dall’incarico, che avevano chiesto anche il rinvio a giudizio.  La proposta, che passa all’esame del Gip, è stata formulata dopo il pronunciamento del Csm, che all’inizio dell’autunno aveva ritenuto che “l’esercizio dell’azione penale per un reato diverso da quello originariamente ipotizzato non esime dall’obbligo di richiedere l’archiviazione anche per i fatti che non risultino inclusi nella nuova qualificazione giuridica privilegiata dal procuratore della Repubblica”. Per i fratelli Lombardo, infatti, la Procura nell’ambito dell’inchiesta “Iblis” aveva deciso di contestare il voto di scambio, fissando l’udienza dinanzi al giudice monocratico per il 14 dicembre prossimo.

Ieri sera dopo le prime indiscrezioni, tramite una nota, la Procura della Repubblica di Catania puntualizza che “in data 25 ottobre 2011 è stata avanzata richiesta di archiviazione nei confronti di Angelo e Raffaele Lombardo per i fatti diversi da quelli per i quali è stata esercitata l’azione penale”.

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