La Destra: incostituzionale il ddl regionale che abolisce le province

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Il disegno di legge per l’abolizione delle Province regionali approvato il 17 ottobre dalla Giunta regionale, secondo quanto riportato dagli annunci di stampa, è incostituzionale e non risolve i problemi del contenimento dei costi della politica. Lo hanno affermato  con motivazioni tecnico-giuridiche i componenti dei gruppi consiliari alla Provincia e al Comune de La Destra e il segretario provinciale, Ruggero Razza, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Minoriti.

“La decisione di sopprimere le Province operando ai sensi dell’art. 15 dello Statuto regionale è palesemente incostituzionale. Dalla fine degli anni ’50, infatti,  la Corte Costituzionale ha chiarito che lo Statuto siciliano deve essere letto assieme alla Costituzione che è successiva. Proprio il titolo V della Costituzione è stato di recente modificato e quindi non può ritenersi tuttora vigente la norma statutaria invocata dalla giunta regionale – spiega Ruggero Razza -. La Sicilia, per raggiungere l’obiettivo dichiarato, che noi non condividiamo, dovrebbe promuovere una nuova norma nel suo statuto, che dovrebbe poi essere votata dal Parlamento nazionale secondo le vigenti disposizioni, oppure deve attendere che faccia il suo iter l’abolizione costituzionale delle Province varata dal governo nazionale. Questa posizione, peraltro, è stata già informalmente chiarita anche dal Commissario dello Stato. Se poi si ostinano a non crederci, chiedano a un costituzionalista, possibilmente non consulente della Regione o dell’Ars”.

Per il consigliere provinciale Giuseppe Mistretta, responsabile nazionale del partito di Musumeci e Storace proprio per il settore Province, “in realtà si vuole ridurre, con il d.d.l regionale, solo gli spazi di democrazia e non i costi della politica. Immaginiamo, ad esempio, che a Catania potrebbero essere costituiti già 4 0 5 liberi consorzi dei Comuni, con i presidenti eletti dai consiglieri comunali e con una limitazione della presenza di tanti rappresentanti del territorio, a cominciare da quelli espressi dalla liste civiche. Noi siamo per un’opera di razionalizzazione, come avevamo proposto con il nostro disegno di legge in materia di Ato e vorremmo che dallo scioglimento di decine di Enti inutili possano vedersi attribuite competenze le Province, senza dimenticare che l’Ente intermedio esiste in tutta Europa”.

“Il governo regionale sta cavalcando la tigre dell’ opinione pubblica che si è schierata per l’abolizione delle Province – aggiunge Enzo D’Agata, capogruppo a Palazzo Minoriti -, ma sulla conoscenza di dati non noti. Gli eletti in tutte le Province d’Italia incidono solo per il 5% sui costi di tutti gli eletti, mentre i Comuni per il 30% e le Regioni per il 43%. La Regione Siciliana, inoltre, non sta dando certo il buon esempio: i deputati regionali non si sono ridotti né stipendi né i numerosi benefit mentre  la Giunta negli ultimi tre anni ha affidato circa 600 incarichi esterni per quasi 8 milioni di euro”.

In conclusione anche il consigliere provinciale Gaetano Distefano ha criticato l’iniziativa del governo siciliano e ha sollecitato, a livello regionale e nazionale, un piano organico di riduzione dei costi, di snellimento della burocrazia e di soppressione degli enti inutili.

 “Speriamo che i nostri rilievi possano essere oggetti di dibattito e che non si vogliano sprecare risorse mandando avanti un d.d.l palesemente incostituzionale, anche perché non si può abusare della credulità popolare, dando per certe riforme che invece hanno un diverso iter”, ha concluso Ruggero Razza, nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche i consiglieri comunali Gemma Lo Presti e Manfredi Zammataro.

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