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In Sicilia il sistema pubblico è solo indebitamento

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Incontro con Ivan Lo Bello all’Ordine degli Ingegneri di Catania
In Sicilia il sistema pubblico
ha creato solo indebitamento

"Ci troviamo di fronte a una crisi che necessita di risposte strategiche e di una sinergia forte tra professionisti e imprenditori. Fino a oggi il modello di sviluppo siciliano si è basato sulla crescita pervasiva e invasiva del settore pubblico, che ha prodotto solo indebitamento, logiche clientelari, assistenzialistiche e parassitarie: un dato strutturale che non dipende solo dalla buona o cattiva gestione politica. Spetta a noi invertire questa tendenza, in vista di un trend negativo che perdurerà tutto l'anno": così Ivan Lo bello, presidente di Confindustria Sicilia, ha introdotto l'incontro organizzato dall'Ordine degli Ingegneri di Catania, per fare il punto sul "ruolo delle professioni tecniche" in un momento di congiuntura economica fortemente negativa.
"Dal 2005 a oggi il fatturato dei professionisti catanesi iscritti all'Ordine ha subito un calo del 50% - ha continuato il presidente degli ingegneri etnei Carmelo Maria Grasso - e in più la categoria subisce una tassazione che si aggira intorno al 70%, come riferito recentemente dai delegati nazionali al ministro Alfano. A questo si aggiunge il problema dei giovani, spesso costretti a spendere altrove le proprie competenze. Sono dati allarmanti che ci pongono davanti a una riflessione seria sul cambiamento da attuare: occorre un patto per lo sviluppo che parta proprio dalla sinergia con gli imprenditori, principali protagonisti dello sviluppo della nostra Isola". Un sistema, quello dei professionisti, penalizzato dal decreto Bersani - che ha reciso le regole del settore dei lavori pubblici - ma anche dallo scarso investimento sulla qualità, la cultura, la sicurezza strutturale, i sistemi energeticamente sostenibili.
"Tutto questo produce una fuga di cervelli - ha continuato Ivan Lo Bello - con un conseguente abbassamento della qualità. Dobbiamo invertire il rapporto pubblico/privato, in un contesto dove il peso preponderante dei servizi pubblici arriva a toccare, in Sicilia, soglie del 35% (in Lombardia la soglia è del 12%). Un esempio su tutti: nel periodo delle programmazioni comunitarie 2000/2006, la nostra Regione ha generato ben 3 miliardi di euro d'imposte, che potevano essere reinvestite per produrre ricchezza: invece emerge che in quegli anni il tasso di crescita è stato inferiore allo 0,5% e in molti casi le pubbliche amministrazioni hanno registrato indebitamenti".
Il punto di partenza per il rilancio dell'economia è rappresentato sicuramente dalle nuove generazioni: "Gli standard d'istruzione spesso sono troppo bassi, non adeguati agli scenari competitivi attuali - ha aggiunto il presidente della Fondazione degli Ingegneri Santi Cascone - è necessario dunque puntare sulla formazione: è per questo che 4 anni fa l'Ordine ha deciso di creare un organismo parallelo che puntasse alla valorizzazione delle risorse umane. Nella programmazione 2010 abbiamo inserito 38 iniziative formative e 11 seminari per seguire un percorso che punta dritto all'inserimento professionale: l'ordine conta 1500 iscritti con meno di 35 anni e di questi, il 48%, non riesce a trovare lavoro a un anno dalla laurea. Un trend che dobbiamo arrestare".
Dall'incontro è scaturita la volontà di formalizzare modelli d'incontro tra il mondo dell'impresa e quello dei professionisti: "Creiamo un tavolo di lavoro dov'è possibile dialogare e mettere in campo nuove idee, partendo da un'azione che miri allo snellimento delle procedure amministrative che incombono sul nostro lavoro - ha concluso il presidente di Confindustria Sicilia - consapevoli che imprenditori e professionisti sono alleati con lo stesso obiettivo di sviluppo sociale".



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