Ora c’è la “cultura”: riecco all’opera i Marines di Sigonella

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di Salvo Barbagallo

 

Un passo alla volta, graduale, molto graduale. L’attività delle “pattuglie” di Marines di Sigonella che vengono incontro alle “necessità” delle collettività Siciliane, cambiano “livello”: dal ruolo di “pulizieri” di giardini pubblici, adesso si è passati alla “tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale locale”, a quello di “docenti” di inglese e corretto stile di vita. Attività dei Marines di Sigonella che potrebbero non destare interesse ai più, se non fossero riportate nelle cronache provinciali dal quotidiano “La Sicilia” (vedi, fra gli altri, gli articoli apparsi oggi 7 dicembre, il 30 novembre e il 23 settembre scorsi, e altri sfuggiti all’attenzione).

Per quel che ci è noto, dai capoluoghi (Catania, Siracusa, principalmente), alle cittadine di provincia (Acireale, Scordia, eccetera), i Marines di Sigonella (in pattuglie) si sono adoperati per pulire aiuole di giardini urbani e scuole. Abbiamo criticato (quando si è presentata l’occasione) le amministrazioni che si prestavano a questo “uso” di militari “stranieri” in territorio nazionale, come se mancassero servizi pubblici adeguati. Con il “salto” di qualità del “servizio estero” incominciamo a ritenere che l’azzardata ipotesi avanzata nel nostro articolo del 25 ottobre scorso, dal titolo “I Marines-pulitori di Sigonella al servizio della CIA?, tanta irrazionale, a conti fatti, non sia. Dicevamo infatti: (…) In verità, sino ad ora, abbiamo ritenuto le “escursioni/trasferte” dei Marines di Sigonella come maldestri tentativi di banale “propaganda”, ma le insistenti “presenze sparse” in Sicilia autorizzano adesso a far ipotizzare qualcosa di ben programmato (e non tanto “estemporaneo”)? Le visite, cioè, potrebbero essraggio del territorio, utilizzando personale americano, magari non appartenente al Corpo dei Marines? Se ciò rispondesse a verità, allora bisognerebbe ipotizzare anche che le periodiche visite rispondano a programmi redatti da Intelligence (CIA o similari) che devono raggiungere determinati obbiettivi. Quali?

Troppi interrogativi e troppe teorie, purtroppo, non portano da nessuna parte dal momento che è impensabile che le Autorità Italiane sconoscano quanto accade nell’Isola. Resta un senso di impotenza e di inquietudine, tenendo nel debito conto che – se pur “alleata” – la presenza statunitense in Italia, e soprattutto in Sicilia, è presenza militare straniera fin troppo armata… Insomma, si tratta di una presenza occupante

Indubbiamente la Sicilia e l’Italia non stanno attraversando un momento tanto facile, ma siamo ridotti a farci dare “lezioni dai militari di Sigonella, “docenti di inglese e corretto stile di vita”? Siamo veramente ridotti ad aprire le porte della prestigiosa Accademia degli Zelantei per avere “lezioni” di cultura? Se così è siamo ridotti veramente male…


25 Ottobre 2018

I Marines-pulitori di Sigonella al servizio della CIA?

 

di Salvo Barbagallo

 

Catania. Apprendiamo dal giornale locale che è in corso una “polemica” per la presenza “propagandistica” in una scuola di Catania di un gruppo di Marines di Sigonella, e del “coinvolgimento” degli alunni che hanno cantato l’inno del Corpo militare statunitense. La querelle è stata animata (secondo quanto riporta il quotidiano locale La Sicilia) dall’attivista Antonio Mazzeo quando domenica scorsa, nel proprio blog, ha accusato scuola e l’intero sistema educativo, di militarizzazione. Una testimonianza  sostenuta dal PCI (Partito Comunista Italiano) che all’indomani dello sfogo, dirama una nota di solidarietà: “Da tempo denunciamo – scrive il responsabile nazionale Scuola e istituzione del PCI, Luca Cangemi la presenza sempre più massiccia nelle scuole catanesi di ogni ordine e grado, del Corpo dei Marines (…)”.

La dirigente dell’Istituto ha affermato che l’incontro degli alunni con i Marines rientra nel Community Relations condiviso come scuola nel piano dell’offerta formativa, così come avviene con altre iniziative che portiamo avanti collaborati da diverse realtà del territorio (…)”

Non abbiamo visto il blog di Antonio Mazzeo, sappiamo che è un giornalista piuttosto preparato che risulta – visti gli approfondimenti che presenta su Sigonella – ricco di fonti e le informazioni che propone sono difficilmente contestabili. La sigla “PCI” (a nostro avviso, a nostra opinione) non riporta alla memoria eventi esaltanti sia sul piano nazionale, sia sul piano mondiale. Come dire: le critiche non appaiono “al di sopra delle parti”.

Come appare “non al di sopra delle parti” la reazione del Coordinatore regionale Forza Italia Giovani, Dario Moscato che, in una sua nota, così si esprime: “Una polemica assolutamente vuota, faziosa e per molti aspetti inconcepibile. In qualità di coordinatore regionale di Forza Italia Giovani mi preme sottolineare come l’attacco strumentale, che stanno subendo i Marines di Sigonella e l’istituto comprensivo “De Roberto” di Catania non può non lasciare assolutamente perplessi. Una polemica frutto di un attacco strumentale di alcuni ambienti di sinistra che farebbero meglio ad occuparsi dei reali problemi dei cittadini piuttosto che cercare un “casus politico” senza capo né coda. Da anni i militari di Sigonella fanno volontariato nelle scuole, nelle chiese e in ogni altro tipo di contesto sociale di Catania e Provincia grazie ad un rapporto di fraterna collaborazione tra Italia e Usa. Non capire questo, oppure accorgersi con colpevole ritardo dell’ennesima iniziativa lodevole, e anzi camuffarla agli occhi dell’opinione pubblica come un tentativo di fare propaganda o indottrinamento militare nei confronti dei più piccoli, è assolutamente disgustoso. Parliamo di soldati che- ripeto- da anni svolgono un lavoro encomiabile in contesti difficili e spesso dando un contributo determinante nel dare decoro e pulizia in ambienti abbandonati (…).

Tutta da applaudire (lo diciamo con ironia, a scanso di equivoci) l’affermazione di Moscato dei “soldati” (cioè dei Marines, n.d.r.) “che svolgono un lavoro encomiabile in contesti difficili e spesso dando un contributo determinante…”…

Per quanto concerne la “linea” dell’iniziativa “Marines” adottata dalla dirigente della scuola in questione vorremmo sapere in che consiste per gli alunni, nel caso in specie, l’esperienza “formativa”.

Da tempo (da anni) seguiamo le “escursioni/trasferte” che effettuano i Marines di Sigonella non solo in città, paesi e borghi di Catania, ma anche in altre provincie, tutte ben accolte da sindaci e dai mass media locali, presentati come (presunti) eventi di “integrazione” con le collettività. Quelle collettività che ben poco conoscono di Sigonella “Made in USA” e la sua operatività, autorizzata su territorio italiano, che ha ben poco di pacifico.

In verità, sino ad ora, abbiamo ritenuto le “escursioni/trasferte” dei Marines di Sigonella come maldestri tentativi di banale “propaganda”, ma le insistenti “presenze sparse” in Sicilia autorizzano adesso a far ipotizzare qualcosa di ben programmato (e non tanto “estemporaneo”)? Le visite, cioè, potrebbero essere finalizzate a tutt’altro scopo che non a quello di far conoscere realtà diverse? Ipotesi fantapolitica ritenere che, da tempo, venga effettuato un minuzioso monitoraggio del territorio, utilizzando personale americano, magari non appartenente al Corpo dei Marines? Se ciò rispondesse a verità, allora bisognerebbe ipotizzare anche che le periodiche visite rispondano a programmi redatti da Intelligence (CIA o similari) che devono raggiungere determinati obbiettivi. Quali?

Troppi interrogativi e troppe teorie, purtroppo, non portano da nessuna parte dal momento che è impensabile che le Autorità Italiane sconoscano quanto accade nell’Isola. Resta un senso di impotenza e di inquietudine, tenendo nel debito conto che – se pur “alleata” – la presenza statunitense in Italia, e soprattutto in Sicilia, è presenza militare straniera fin troppo armata… Insomma, si tratta di una presenza occupante

 

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