Piccola lettera a futura memoria

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di Marco Di Salvo

Mannaggia, sarebbe bello potersi occupare solo della cronaca delle cose, commentare e scrivere quello che si pensa su ciò che accade in questo straordinario e disastrato paese. E invece veniamo tirati, benevolmente, per la giacchetta in una discussione che potremmo sobriamente intitolare “Chi siamo noi, e dove andiamo noi” come il verso iniziale di questa canzone del grande Paolo Conte (https://www.youtube.com/watch?v=_5BwufQQ7JQ).

Allora approfittiamo di questo breve interregno del passaggio tra la Crisi di Governo e il Governo della Crisi (vi piace questo nome per l’esecutivo Conte? A me si, e lo spiegherò in un’altra occasione) per rispondere ad alcune sollecitazioni lette negli ultimi giorni, soprattutto quella di Luigi Asero in Parliamo finalmente di politica e informazione.

Anzi, ora che ci penso bene, scriverò una lettera a Luigi, iniziandola così

Caro Luigi,

cerco le parole per rispondere al tuo articolo, ma ho davvero difficoltà a trovarle, tante e tali sono le cose che potrei scrivere. Sarebbe facile contestare nel merito alcune delle tue affermazioni, ma ho capito dolorosamente, negli ultimi mesi, che questo non è tempo di merito (mentre si fa tanto parlare di meritocrazia e curriculum). E’ tempo di passioni forti. E di accuse altrettanto forti, a volte sbracate. E, nella tua furia da appassionato sostenitore delle tesi di chi oggi si trova al governo (c’era davvero bisogno dell’altarino a fondo rosso per le parole di Grillo, non bastava un semplice corsivo?) ho l’impressione che tu abbia perso di vista qualche particolare che provo di seguito a ripetere per sommi capi.

1) DEL DIRITTO DI PRE-CRITICA

Non tutti quelli che si trovano a criticare l’attuale governo non hanno fatto altrettanto in occasione dei precedenti, anche prima della formazione degli stessi. E non perchè la critica sia preconcetta (“è tutto sbagliato, è tutto da rifare” di bartaliana memoria). In alcuni casi (parlo per me, naturalmente) si basa su valutazioni di tipo complessivo, di natura programmatica e anche fattuale.

Faccio un esempio così provo ad essere più chiaro: se, come nel caso di Matteo Renzi o, per restare più vicino alla casa dell’Isola, di Raffaele Lombardo ti fossi trovato di fronte ad un pessimo soggetto politico, avresti chiesto di attendere l’inizio dell’attività del governo per formulare un giudizio fortemente negativo sulle possibilità di riuscita dello stesso? Non credo. Anzi, mi permetto di dire che avresti preteso questo diritto. Perchè allora non concederlo agli altri? Perchè descrivere tutto com un fascio appartenente al GCM (Grande Complotto Mondialista) contro l’Italia che si libera dalla partitocrazia?

Per chi scrive, il governo Conte, per soggetti componenti e linee programmatiche, è solo un atto (forse quello finale, ma non credo) della decomposizione di un paese troppo vecchio per avere un futuro e troppo impaurito per avere speranza. Finita l’era della promessa (falsa) dell’ottimista (per contratto) Renzi ecco l’ora della promesse (che sono più di una tra loro contrastanti) del duo Salvini-Di Maio. Un mix di legge, ordine e pauperismo che, sempre a giudizio di chi scrive, se strada farà, la lastricherà di altri debiti per pagarsi le prossime campagne elettorali. Alle spese naturalmente di coloro che li hanno portati non al governo, ma al potere.

2) DEL CAMBIAMENTO O DEL COMPROMESSO?

Perchè, al netto della pubblicistica di parte (che per comodità definirei propaganda), quella a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane non è stato ne il Boston Tea Party, non è stata la presa della Bastiglia nè quella di Porta Pia, ma una piccola-grande Trattativa tra forze programmaticamente ed elettoralmente non compatibili che hanno fatto un COMPROMESSO e che ha dovuto avere il placet (che ha accettato) del Presidente della Repubblica.

So di averlo già scritto da qualche altra parte, ma non c’è niente che mi dia più fastidio in questi giorni, settimane e mesi che la retorica, falsa e costruita tutta a tavolino con la compiacenza del coro dei mass media uniti (altro che str…ate su tutti contro il governo del Cambiamento), su chi ha vinto le elezioni.

Lo ripeto, se non si fosse capito: NESSUNO ha vinto le elezioni, se per avere la maggioranza si deve fare un Governo del COMPROMESSO, con un Presidente del Consiglio (non premier) terzo rispetto ai leader dei partiti che compongono la maggioranza. Se non sono abbastanza chiaro, vado di proverbio siciliano “Chiamala comu voi, sempri cucuzza è”.

A fronte di questo, mi arrogo il diritto, finchè lo avrò, di ripetere queste, che per me sono ovvietà, ogni volta che ce ne sia bisogno. E mi spiace dovermi rendere conto che ce n’è bisogno anche tra di noi, che al primo posto dovremmo avere il rispetto dei fatti e non di presunte Verità (cfr.https://www.lavocedellisola.it/2018/06/la-ragione-nostra-e-quella-dei-sistemi/).

Quindi, caro Luigi, mi permetto di concludere questa mia con un orgoglioso bel “col c@##o!!!” al tuo “Parliamo finalmente di politica e informazione”. Per quanto mi riguarda, ne parlo da sempre, l’ho fatto anche qui da quando ho cominciato a scriverci, con i miei modi, tempi e allocuzioni. E continuerò a farlo, finchè me ne sarà data l’opportunità. E se questo spiazza i lettori, tanto meglio. Il nostro compito è aprire le menti, innestare dubbi, a volte anche disturbare. Non vantarsi del selfie col potente di turno col cellulare all’orecchio. Non intrupparle in retoriche sull’avvenire che, come giustamente ci ricorda il nostro direttore, non è detto che verrà.

Con immutata stima

Marco Di Salvo

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