Randagismo etneo – Pedara lancia una richiesta di collaborazione all’ Asp e ai Comuni limitrofi

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di Tania Dipietro

 

Proprio a Pedara, uno dei numerosi paesi etnei che col problema dell’abbandono di animali convive silenziosamente da anni, il  3 maggio scorso potrebbero essere state  poste le basi per una tanto auspicata collaborazione tra i vari soggetti ai quali la legge 15/2000 e successivi decreti attuativi attribuiscono a vario titolo competenze e responsabilità nella lotta al randagismo. Parliamo dunque di diversi attori coinvolti in un’emergenza che da noi, al Sud, ha assunto ormai un carattere di cronicità; dalle Istituzioni alle Asp, dal mondo del volontariato ai gestori privati di canili.

Hanno risposto proprio tutti all’invito del Sindaco di Pedara, Dott. Antonio Fallica, che grazie alla preziosa collaborazione dell’Assessore con delega al randagismo Domenico Scirè ha sottolineato con fermezza la volontà di affrontare ed arginare  il problema con imminenza e la necessità di sensibilizzare soprattutto i Comuni del comprensorio etneo affinché si giunga ad un’efficace e fruttuosa collaborazione. Nei locali del Palazzo Comunale, in Piazza Don Bosco, questo primo tavolo di consultazione ha visto la partecipazione coesa di diversi professionisti dell’Asp di Catania venuti ad apportare il proprio contributo; Il Dott. Carmelo Macrì (Direttore del Servizio di Igiene Urbana Veterinaria e Lotta al Randagismo), il Dott. Rubbino Salvatore (Veterinario Dirigente Servizio di Igiene Urbana Veterinaria e Lotta al Randagismo), il Dott. Emanuele Farruggia ( Direttore F.F. Dipartimento di Prevenzione Veterinaria Catania), il Dott. Antonino Guglielmino (Direttore del Servizio Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche), il Dott. Carmelo Amato (Responsabile dell’U.O.S. di Sanità Pubblica Veterinaria – Distretto di Gravina).  Presenti anche i rappresentanti delle principali città etnee;  l’Assessore al Randagismo Lara Sangiorgio per il Comune di Trecastagni, per il Comune di Nicolosi  sono intervenuti il Vice Sindaco Maria Grazia Torre (nonché Assessore al Randagismo) ed il Dott. Alfio Cavallaro della Polizia Municipale, mentre a rappresentare Tremestieri Etneo sono stati l’Assessore al Randagismo Evelyn Garofalo ed il Comandante della Polizia Locale  Giovanni Scardaci unitamente al Commissario Paolo Messina ( Responsabile dell’Ufficio Diritti-Animali). Immancabile anche la presenza del mondo del volontariato animalista locale nella persona di Mariarosa Fontana dell’associazione Teg4friends e  Bianca Biriaco,  presidente della L.I.D.A sezione Catania che da circa un mese è stata protagonista di un progetto pilota in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria che ha portato come importante risultato alla sterilizzazione e reimmissione di circa 30 cani vaganti nel territorio di Pedara.

La proposta di istituire un tavolo al quale confrontarsi, cercare di fare rete e collaborare per raggiungere un obiettivo comune ha avuto origine da una presa di coscienza del Sindaco Fallica che nell’arco di 2 anni ha assistito ad un incredibile aumento di cucciolate e a continui abbandoni sul territorio pedarese.  Così, dopo un’attenta riflessione, il Dott. Fallica ha ritenuto che tra i numerosi e gravosi compiti del primo cittadino non è possibile occuparsi efficacemente anche del randagismo, da qui la decisione  di conferirne delega  all’Assessore  Scirè.  Il problema principale dei paesi che sorgono sulle pendici dell’Etna è la vicinanza alle zone boschive che li rende meta ultima di un continuo rilascio di animali divenuti col tempo forse “scomodi” per i propri padroni e non più desiderati. E allora la soluzione più caritatevole  sembra essere quella di abbandonarli ad un’esistenza incerta in un contesto semi-selvatico al quale spesso non sono né abituati né preparati. Il fenomeno non si può isolare all’interno di un singolo territorio comunale perché coinvolge tutti i centri abitati limitrofi della zona etnea: “Da solo un Comune non potrà sortire grandi risultati, sono necessarie strategie comuni” afferma Fallica.  I branchi transitano continuamente da un territorio all’altro mentre le istituzioni cercano invano di stabilirne l’appartenenza ad un paese piuttosto che a un altro, spesso con notevoli imbarazzi in alcune zone limitrofe di confine. Appare urgente, tra le proposte avanzate,  la necessità di un censimento in continuo aggiornamento vista la facilità con cui i cani sconfinano da un centro abitato all’altro.  Altro versante sul quale si vuole agire è il  controllo della popolazione canina padronale, la cui progenie indesiderata vanifica il lavoro di sterilizzazione effettuato sui cani vaganti. Si è discusso anche della possibilità di istituire un consorzio tra i Comuni etnei finalizzato ad ottenere un maggior risparmio per le amministrazioni che potrebbero in tal modo suddividere le spese: con specifico  riferimento all’esosità dei  costi  per l’acquisto di strumenti utilizzati per la cattura degli animali nonché le spese per la retribuzione del personale abilitato a tale mansione.  Infine l’immediata identificazione dell’animale già sterilizzato e la sua appartenenza ad un preciso Comune potrebbe realizzarsi tramite un particolare collare, del quale ogni amministrazione sceglierà il colore consentendo così “a prima vista” il riconoscimento dell’animale.

Incoraggianti i dati riportati dal Dott. Farruggia; 1500 sarebbero le sterilizzazioni effettuate nell’ultimo anno in provincia di CT, 6 sono i presidi territoriali di Igiene Urbana Veterinaria funzionanti ai quali attingono i 58 comuni della provincia. Il dato appare ancora più confortante se si pensa che in tutta la regione Sicilia per un totale di 5000 sterilizzazioni annue un quinto vengono effettuate proprio nella nostra provincia. In programma sembra ci sia anche una possibile modifica della normativa vigente che dovrebbe realizzarsi sotto 2 importanti aspetti: in primis dovrebbe evitare di attribuire competenze “in modo orizzontale” ai diversi soggetti coinvolti nel problema randagismo, stabilendo così una catena di comando piramidale che preveda un organo capace di indurre gli altri attori ad eseguire le direttive. In secondo luogo verrebbero istituite delle simil case-famiglia gestite da volontari che offrirebbero all’animale un alloggio alternativo al canile  incentivati dal Comune di appartenenza tramite la fornitura di alimenti a sostentamento delle bestiole ospitate.

Altra importante novità in campo veterinario è l’immunocontraccezione, un promettente progetto che il Dott. Farruggia  ed altri colleghi dell’Asp  hanno presentato in occasione dell’Horizon 2020 (un programma europeo per la Ricerca e l’Innovazione) ottenendone in tal modo il finanziamento: “L’Asp di Catania ha mantenuto la proprietà intellettuale sul progetto che in altre parti del mondo ha già ottenuto significativi risultati, l’immunocontraccezione impedirebbe all’animale femmina di proliferare”. Tramite la somministrazione di un vaccino, spiega il Dott. Farruggia, si inibisce la zona pellucida dell’ovaio evitando che lo stesso possa essere fecondato.  Ciò realizzerebbe sicuramente un notevole risparmio monetario ed eviterebbe all’animale un intervento chirurgico, quello di ovaio-isterectomia, in anestesia generale. Tale vaccino verrà sperimentato in Sicilia e si prevede che il progetto abbia inizio entro un anno.  Nel frattempo però, in virtù dei 2 milioni di euro che la Regione ha stanziato per le sterilizzazioni, il Direttore Asp afferma: “ Aumenteremo la nostra disponibilità in termini di risorse umane nei 6 presidi veterinari attivi a fronte di un progetto che è stato presentato alla Regione e del quale si parlerà al più presto”. Siamo nella direzione giusta anche  se in ritardo” ha concordato positivamente il Dott. Carmelo Macrì mentre il collega, Dott. Salvatore Rubbino, ha sottolineato l’importanza come primo passo di costituire in ogni Comune una consulta che si riunisca periodicamente e dialoghi sui problemi all’interno del contesto cittadino .

Anche il Dott. Cavallaro della Polizia Locale di Nicolosi ha ribadito la necessità di creare delle valide consulte comunali formate soprattutto da figure tecniche che conoscano la normativa vigente e che possano garantire una continuità collaborativa nel tempo, a differenza della figura politica destinata a cambiare a fine mandato.

La convocazione è stata conclusa dal primo cittadino di Pedara con la previsione di un nuovo confronto tra 15 giorni circa, al quale ogni Comune invitato potrà illustrare i progressi e le proposte realizzate che hanno preso spunto da questo primo incontro.

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One Thought to “Randagismo etneo – Pedara lancia una richiesta di collaborazione all’ Asp e ai Comuni limitrofi”

  1. Egidio Ludevoto

    Non si può caricare di cosi tanti obblighi e responsabilità una persona detenttrice o divenuta proprietaria di un cane, dopo averlo trovato e tolto dalla strada.
    Secondo me, legge a protezione delle istituzioni, che dovrebbero farsi carico del problema; poco a protezione degli animali; per niente dei cittadini che vorrebbero adottare un animale (con i tanti sacrifici che tutto questo comporta, come spese veterinarie, per l’alimentazione e quan’altro) ma, che non hanno tutti i mezzi, la forza ne il tempo necessario per rispettare anche i molteplici pressanti obblighi di legge.
    Risultato, poche adozioni, molti abbandoni.

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