Il giornalismo a braccia conserte

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La vicenda della nave dell’Ong Open Arms ha avuto ieri una svolta non del tutto inattesa, almeno per gli osservatori più avveduti. Una svolta che, comunque, non è riuscita minimamente a scalfire le certezze di un certo fronte informativo che, come in anni più oscuri della nostra Repubblica, ha tenuto a fare più giornalismo “embedded” che cronaca onesta.

Di che parliamo? Basta leggere come è stata battuta (e titolata) dalle più importanti agenzie di stampa italiane la notizia proveniente dal tribunale di Catania ieri.Un esempio per tutti:
ANSA.it/Ultima Ora/Migranti: resta sequestrata Open Arms

Bene, a leggere il titolo viene da pensare, che si tratti di una straordinaria vittoria per la procura catanese diretta dal dottor Zuccaro. E invece, approfondendo la lettura della notizia, viene più che un dubbio.
Se è infatti vero che resta sequestrata la nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms, ormeggiata al porto di Pozzallo dal 18 marzo scorso dopo il salvataggio di 215 migranti, il gip si è dichiarato incompetente ritenendo non sussistere il reato di associazione per delinquere ma soltanto quello di immigrazione clandestina. In sostanza, ha rigettato l’ipotesi del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. Ora gli atti saranno trasferiti alla Procura di Ragusa. E non è il solo punto in discussione sulla vicenda.

Per ricordare di cosa stiamo parlando, la Open Arms ha tratto in salvo 117 migranti su richiesta della sala operativa della Guardia costiera di Roma che dopo, però, ha comunicato agli spagnoli che ad assumere il coordinamento delle operazioni era la Guardia costiera libica. Una novità assoluta visto che la Libia non ha riconosciuta la competenza di alcuna zona di Ricerca e soccorso.

Fermi un attimo e rileggiamo bene: la Guardia Costiera italiana che prima chiede l’intervento della Ong e che poi spinge una nave piena di profughi verso la guarda costiera libica, che tra l’altro dovrebbe intervenire in una zona non di sua competenza? Ma proseguiamo.

La motovedetta libica avvicinatasi alle lance della Open Arms poco dopo ha preteso la consegna delle donne e dei bambini a bordo sotto la minaccia dell’uso delle armi e davanti al rifiuto passivo dell’equipaggio un paio d’ore dopo ha desistito dal suo intento ordinando alla nave di procedere verso nord. A quel punto la nave ha chiesto a Roma l’assegnazione di un porto dove sbarcare i migranti ma per più di 24 ore non l’ha ottenuto, in virtù della richiesta (anche questa inedita) di far pervenire una richiesta ufficiale del governo spagnolo.

Oltre a queste particolari vicende che meriterebbero approfondimenti, secondo la procura, la Open Arms avrebbe dovuto chiedere l’approdo a Malta, porto più vicino al quale si erano avvicinati per evacuare una neonata di tre mesi in gravi condizioni. Ma gli spagnoli non lo hanno fatto perché Malta notoriamente (anche leggendo i giornali degli ultimi anni) non accoglie migranti.

Alcune ore dopo l’Italia ha dato il nullaosta all’approdo a Pozzallo dove, il giorno dopo, la nave e’ stata sequestrata dal procuratore Zuccaro che ha motivato il suo provvedimento con l’assunto secondo il quale la Ong voleva a tutti i costi sbarcare i migranti in Italia favorendo cosi’ l’immigrazione clandestina. Perfetto, no?

Ci sarebbe di che fare una bella inchiesta giornalistica, per non parlare di qualche interrogazione parlamentare, ma i tempi non sono più quelli del giornalismo cane di guardia del potere. Oggi vanno di moda i copia e incolla, il fare il megafono dei centri potere (politico o giudiziario che sia), tutte cose che vengono molto più comode da fare, stando belli tranquilli a braccia conserte. (mds)

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