Da Sud al Nord la “nuova” strategia della tensione

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di Salvo Barbagallo

 

Bisognerebbe essere ciechi per non “vedere” che gli ultimi avvenimenti di piazza seguono un percorso ben ragionato. Innanzitutto, il comune denominatore: la violenza organizzata che prende di mira principalmente le forze dell’ordine. Un altro comune denominatore: l’etichetta “antifascismo” con la quale si muovono i “nuovi” giovani “arrabbiati” definiti anche “antagonisti”. Tutti molto organizzati e con “strumenti” preparati ad hoc (vedi le bombe carta imbottite di chiodi lanciate contro i poliziotti).

Da Sud a Nord la progressiva e crescente violenza che domina le manifestazioni che di “pacifico” e di “antifascismo” hanno, appunto, solo l’etichetta, quella con la quale dalle autorità competenti gli organizzatori hanno ricevuto il permesso di scendere in strada. A nostro avviso (ma, come sempre, potremmo essere in errore) la questione delle imminenti elezioni nazionali ha poco a che vedere con quanto si sta verificando: il quadro si presenta molto articolato (sempre a nostro avviso, ma potremmo essere in errore e non ci stanchiamo di ripeterlo).

Non sappiamo quanto di “fascismo”, così come di “stalinismo”, questi giovani possano conoscere. Registriamo che oggi non “protestano” contro chi governa il Paese, così come in precedenza non hanno protestato per gli scandali delle Banche che hanno visto l’ex premier Matteo Renzi (e famiglia) protagonista, o per “Mafia Capitale”, o contro tutte le porcherie “visibili” che hanno affossato l’Italia. Non hanno protestato prima, e non protestano adesso per la mancanza di lavoro, per la disoccupazione che colpisce soprattutto le nuove generazioni costrette ad emigrare all’estero per guadagnarsi da vivere. No, protestano contro il “neofascismo”: ma chi può credere a queste mistificazioni? Il “pericolo” imminente è Casa Pound o Forza Nuova? Ridicolo. E come mai nessuno allarme proviene dai giovani per il “reale” pericolo costituito dal terrorismo jihadista e dei foreign fighter che possono essersi infiltrati nel territorio nazionale approfittando del continuo flusso dei migranti clandestini che sbarcano indisturbati nelle spiagge della Sicilia? Lo abbiamo già detto e scritto: i conti non (ci) tornano.

Città blindate da un capo all’altro d’Italia con cortei, a rischio le forze dell’ordine che si contrappongono ai possibili disordini, mentre i leader delle coalizioni politiche che si “contrappongono” nella competizione elettorale in corso hanno come unico pensiero l’occupazione dei mass media nell’intento di raccogliere quei consensi che dalla “piazza” sicuramente non verranno. Oggi manifestazione di coloritura opposta in tutta Italia: a Roma cinque manifestazioni più o meno in contemporanea, due cortei e tre sit-in: dalle 13 alle 17, da piazza della Repubblica a piazza del Popolo, sfileranno Arci, Acli, Cgil, studenti e associazioni. Saranno presenti Matteo Renzi, Laura Boldrini, altri leader ed esponenti di centrosinistra. Lo slogan: “Mai più fascismi”!; dalle 14, il corteo dei Cobas antifascista e contro il Jobs Act, da piazza Esquilino a piazza Madonna di Loreto. In arrivo antagonisti e militanti di centri sociali da tutta Italia; sit-in degli antagonisti al Centro identificazione migranti (Cie) di Ponte Galeria.; sit-in di Fdi a piazza Vittorio con la leader Giorgia Meloni, sit-in antivaccini a San Giovanni; a Milano ci sarà Salvini a piazza Duomo e anche manifestazione degli antagonisti e CasaPound, a Bologna presente il leader di CasaPound  Simone Di Stefano; a Brescia sit-in antifascista; a Palermo manifestazione di Forza Nuova con il leader Roberto Fiore e, in contrapposizione, manifestazione di Potere al Popolo.

In serata si raccoglieranno i cocci?

( In aggiornamento )

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