“L’altare sacrilego” di Cinzia Platania è la ricerca della Bellezza tra Eros, Philia e Agape

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di Luigi Asero

Cinzia Platania è l’autrice di “L’altare sacrilego”. Prima di comprendere di cosa tratta il libro proviamo a spiegare chi è Cinzia. Nata in Veneto ma catanese “col sorriso del sole siciliano”, trapiantata a Trieste dove, forse con l’aiuto della bora, è riuscita a portare in tutto il Paese Italia il suo ottimismo e la sua voglia di vivere. Cinzia è amante della vita in tutte le sue sfumature, e come non parlare di sfumature quando si parla di un’artista eclettica come lei? Pittrice come la mamma Marzia, autrice, cantautrice, speaker radiofonica, fine pensatrice, artista completa, dolcissima e simpaticissima mamma.

Per capire l’importanza di un libro bisogna in qualche maniera “essere” dentro l’anima e il cuore di chi ne ha vergato le pagine. Partendo da un foglio bianco fino ad arrivare a un dono che possa allietare i lettori. Perché un libro, più che altre forme artistiche forse (e non ce ne vogliano gli amanti di tutte le arti) è qualcosa di più. Trasferisce, con l’unico strumento che tutti conosciamo, la parola, i pensieri e i sogni di chi lo scrive facendone così dono prezioso per quanti vorranno leggerlo e farne propri i contenuti.

Nella raffinatezza dell’autrice, soave come una poesia, nascono le righe de “L’altare esoterico”.

La protagonista immaginaria è la venticinquenne Caterina. Affascinante, ricca, colta, sportiva, intelligente, di grande bellezza anche fisica. Caterina però abbozza sempre macabri disegni. Forse una sorta di ribellione al fatto che tutti tentino di porla su di un “altare” per elevarla a “dea” della bellezza. Una Venere dei nostri giorni. Caterina rifiuta però la “liturgia” dei gesti, a suo modo di vedere “sacrileghi”. Troverà la Bellezza, quella sacra, pura e legittima, da celebrare sull’altare giusto?

A catturare i lettori sono le “immagini visionarie”, la trama ricca di suspence. I lettori avanzano, insieme alla protagonista, in questa ricerca.

Il viaggio interiore, immaginario, di questa giovane bellissima donna è un percorso psicoanalitico, esoterico, spirituale, velato di un sottile erotismo, insieme a filosofi e pensatori di varie epoche.

L’altare sacrilego” è, come recita il sottotitolo, “un viaggio alla ricerca della vera Bellezza tra Eros, Philia e Agape”. Ma cos’è per la bellissima e raffinata autrice?

In proposito chiediamo a Cinzia, che ci risponde col suo sorriso sempre solare:

“La Bellezza salverà il mondo”, dice Dostoevskij. Il mondo ha bisogno di chiedere la salvezza, di capire che bisogna chiedere. Io aggiungo che questa Bellezza non si trova fuori di noi, ma scaturisce da noi. Credo negli esseri umani, e nella capacità insita in ognuno di noi di essere produttori di meraviglie.

Conquistarsi uno sguardo casto è necessario per poter scovare non solo nei manufatti artistici (quadri sculture, artigianato…) o nei gesti corporali (danza… Teatro) ma soprattutto nell’essenza di unicità insita in quel capolavoro di bellezza che ogni individuo rappresenta. Senza questa epurazione del vedere, l’alterità, pur restando un mistero, non si svela. Questo svelamento avviene quando amiamo: solo allora siamo capaci di vedere e individuare quel qualcosa che vale la pena di cercare e trovare. Senza il desiderio di trovare non si può partire per il più rischioso, affascinante e meritevole dei viaggi: quello alla scoperta dell’ uomo.

Ho voluto parlare di questo perché è l’argomento per antonomasia, cioè l’amore, declinato come in Grecia in agape, philia ed eros. Questo libro parla quindi dell’ avventura della ricerca di sé a partire da un vuoto, collocato dentro la protagonista in modo da recare fastidio, sconcerto e dolore: benedetta sofferenza sottile! Senza di essa non si partirebbe per cercare quell’indefinito “qualcosa” dalla forma sconosciuta, che possa colmare quel vuoto pressante. Il mio desiderio è di seminare e produrre nel lettore qualche domanda.

 

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