Elezioni: l’indecoroso “spettacolo” della corsa ai posti sicuri

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di Salvo Barbagallo

 

Siamo fra quei cittadini (tanti, tantissimi) che hanno capito ben poco del “nuovo” sistema elettorale, il famoso “Rosatellum” che nessuno ha spiegato compiutamente come funziona. Eppure gli Italiani siamo chiamati al voto fra poco più di un mese, il 4 marzo. Si parla di “collegi”, di “listini” che dovrebbero andare a questa o quella compagine (chiamate “coalizioni”), è stato reso noto che sono 75 i contrassegni che rappresentano forze politiche, i sondaggi si contraddicono da un giorno all’altro a seconda di chi li propone, di certo, a conti fatti, finiscono con il determinare ulteriore confusione.

E “confusione” (per non adoperare termini più complessi) si registra ovunque, sicuramente e in questo momento non solo nell’elettorato ma anche nelle coalizioni e nei singoli comparti che con etichette inedite si presentano al giudizio della collettività. Confusione, per non dire, insomma, “scontri” per accaparrarsi una posizione “certa” che possa portare il candidato al Parlamento. Uno “spettacolo” che non possiamo definire “decoroso”, ma che mostra una situazione di frammentazione diffusa, al di là delle prese di posizione di chi sostiene d’essere già “vincitore” di questa tornata elettorale nazionale, al di là delle stesse “analisi” che vengono diffuse, ma che si basano su “campioni” che lasciano il tempo che trovano. Ecco che un giorno appare sui mass media il centrodestra in forte ascesa, per poi, magari a poche ore di distanza, “registrare” il contrario a favore della coalizione opposta. Quel che si dà in pasto all’elettorato è una confusione che scoraggia anche l’osservatore più superficiale, quasi che si volesse (direttamente o indirettamente) alimentare la spinta a disertare le urne.

I nomi che circolano, comunque, sono sempre gli stessi, (quasi) inutile riproporli, li conoscono tutti (o quasi tutti). Così non c’è da stupirsi se Il Fatto Quotidiano titola in prima pagina “Boschi a Bolzano, seggio da 6 miliardi”, sottolineando che alla sottosegretaria il “posto” in Parlamento è assicurato poiché quel Collegio altoatesino è blindato da precostituito accordo Dem/Svp. In Sicilia, invece, c’è chi corre il rischio di non essere candidato, come a “caso” Castiglione, il sottosegretario “abbandonato” dallo sponsor Angelino Alfano che sembra non trovare la sponda giusta dove approdare con sicurezza.

Abbiamo apprezzato l’ottimismo del Capo dello Stato, Sergio Mattarella che nel suo discorso di fine anno, ha evidenziato come le “prossime elezioni nazionali del 4 marzo aprono, come sempre, una pagina bianca: a scriverla saranno gli elettori e, successivamente, i partiti e il Parlamento. A loro sono affidate le nostre speranze e le nostre attese. Mi auguro un’ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese. Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 che voteranno per la prima volta (…)”. Ma anche i sondaggi di “parte” ora indicano che quattro giovani su dieci non si fidano della politica, dei partiti e dei loro rappresentanti. Non c’è da meravigliarsi visto lo scenario che hanno davanti, non si potranno accusare senza “motivare” quanti non andranno a votare…

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