Damnatio memoriae et aspernatio veritatis: le due stampelle dell’abusato immeritato potere

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di Guido Di Stefano

 

Molte labili e nel contempo indelebili tracce, presenti nella memoria e nell’immaginario collettivo, ci inducono a un tristo convincimento: fin dalle prime aggregazioni in società più o meno semplici e/o complesse è invalso l’uso incontrollato delle evidenziate stampelle da parte di quanti, pochi o molti non importa, immeritatamente  hanno raccattato un qualche potere e si sono inebriati al punto di volerlo consolidare e tramandare “sine die ut libet”.

Poi nel lungo e “incespicante” cammino dell’umanità (da loro tradita e vilipesa) risultano delle fugaci meteore mentre le “genti oppresse” riescono a tramandare, mascherandolo, qualche cenno del passato, sia che si tratti di gloria o, più spesso, di sofferenza. Tracce della vera umanità: queste ci presentano le (più o meno) antiche narrazioni, i miti, le leggende e (nel “microcosmo” locale) anche i racconti fiabeschi.

Sarebbe bastato “non occultare ancora” e incrociare le “tenui” memorie di tutti i popoli per ricostruire i tempi che furono e prepararsi ai tempi che  verranno perché “quello che è stato è quello che sarà”.

La frantumazione (Sumeri) di “Tiamat” (la superba) e lo smembramento di “Iris” e successivo ritorno in vita opera di Osiride (Egizi), il diluvio (raccontato nei vari continenti), la torre di Babele (vari popoli), la Guerra dei Re o dei Mondi o degli Dei (vari popoli),  la creazione dell’umanità diretta o mediata (vari popoli), fuoco che scende dal cielo o o dei che bruciano l’acqua o improbabili (un tempo) effetti fisici e chimici (vari popoli), carri e/o macchine volanti (vari popoli), giorno e/o notte prolungati di 11  ore (vari popoli e continenti), alberi appuntiti per raggiungere lo spazio (Sud America), porte del cielo e molti altri “frammenti”: studiati “organicamente” e congiuntamente fuori dagli schemi dogmatici e impositivi dei detentori “pro-tempore” dei vari poteri (tutti protesi verso un pensiero unico)   potevano svelarci molto di quanto “rubato” a tutta l’umanità.

Se i potenti con “le stampelle” dovessero essere  giudicati in base all’utilizzo dei “talenti” ricevuti e/o ereditati allora certamente verrebbero dannati all’universo del nulla.

E, grazie al disgraziato avvicendarsi in ogni istituzione di potenti miopi o ciechi come talpe, se qualcuno (o forse è il caso di dire “quando qualcuno) ritornerà dallo spazio profondo per valutarci dopo i millenni di ulteriore prova ci troverà “carenti nel peso e nella misura” e sarà tentato di attuare un nuovo “reset”.

A meno che in oriente emergano tanti esseri umani che possano indicare a tutta l’umanità la “retta via”. Perché a oriente qualche intelletto lavora, traendo conclusioni che al primo impatto potrebbero sembrare frutti di “sbrigliata fantasia”. A esempio uno studioso turco in merito al diluvio  ha dato una sua spiegazione “fuori dal coro” e (se vogliamo scostarci i vecchi “paradigmi”) “sostenibile”.

Fantasia? Chissà! Allora perché l’occidente con le sue armi, le sue ricchezze, i suoi dogmi, la sua scienza senza coscienza (inconsciamente o deliberatamente) favorisce da tempo l’occultamento e/o la distruzione di reperti e monumenti (ognuno latore di un qualche messaggio “occultato” per la sua conservazione) provenienti dalla notte dei tempi? Perché, a volere essere più delicati, i testi fondamentali della nostra cultura vengono “periodicamente” rivisitati e ri-tradotti per l’educazione delle genti? E dire che  fino a poco tempo fa si rischiava il rogo e la scomunica era certa a volere mutare o dubitare alche di una sola parola!

Allora appartiene al mondo reale o a quello della fantasia la ormai pluriennale persecuzione dei cristiani Siriani? Noi propendiamo per la crudele realtà specialmente per i fatti di Maaloula dove vittime sono state   cristiani che parlano l’aramaico,  lingua “mondiale” parlata da Gesù e i suoi contemporanei. Detti cristiani potrebbero con la loro lingua “scheggiare” le stampelle di qualche potente passato, presente e futuro? Noi ringraziamo Gian Micalessin per avere portato la sua testimonianza dei fatti, inquadrandoli nel giusto contesto “culturale e vitale” con il suo libro “Fratelli traditi”.

Come supportiamo le nostre affermazioni? Siamo partiti dalla rilettura di un “cantico” o “salmo”, noto come “Magnificat”. Due versioni di esso in italiano sostanzialmente differiscono tra di loro per quattro versetti alla fine. Abbiamo cercato la versione latina e quello che dovrebbe essere l’originale greco: ebbene la versione latina ha quattro versetti (finali) in più rispetto al dichiarato originale greco. Dopo abbiamo verificato un poco i contenuti e ci  è sembrato che in tutte le versioni possano ravvisarsi delle incongruenze storico-culturali e caratteriali. Per la precisione: nella cultura greco-romana il Dio Salvatore è Giove e tra gli umani guadagnò il titolo di Sotere Tolomeo I (Macedone, re d’Egitto);  per quanto ne sappiamo, questo concetto non era presente nella cultura ebraica-biblica ed entrò nella cultura cristiana con il sacrificio di Gesù e quindi decine di anni dopo la pronuncia di quel “saluto” che nei suoi primi otto versetti è una sublime poesia; magari l’appellativo “satori” (da sator = creatore) era al posto di “salutari”; infine non crediamo proprio che l’ancella (la creatura) la cui umiltà Dio “guardò con compiacimento” avrebbe sfoggiato (dal nono versetto a seguire) la sua “cultura biblica” con la cugina Elisabetta, moglie di un sacerdote. Apparteniamo alle numerosissime genti (più in oriente che in occidente) che nutrono sacro rispetto e incrollabile venerazione per Maria, prediletta del Signore e ci dispiace anche solo pensare che qualcuno possa avere “piegato” il suo saluto, il suo canto d’amore al Creatore.

Comunque non pretendiamo la condivisione dei nostri pensieri e considerazione ma ci appelliamo in ogni caso a uno spirito veramente libero e liberale, Francois-Marie Arouet alias Voltaire, che disse: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu  possa esprimerla liberamente”. Voltaire: una creatura dell’Altissimo, ben riuscita!

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