Senza titolo ovvero a un passo dall’età della pietra

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di Guido Di Stefano

 

Uno o più morti “isolati” costituiscono in “language politically correct” un omicidio più o meno grave.

Dieci, cento, mille morti rientrano nelle stragi a opera di folli o del “colpevole” di turno.

Diecimila, centomila, qualche milione di morti sono contemplati  in una guerra, buona sempre per i vincitori e/o loro sponsorizzatori.

Dieci milioni,  cento milioni di morti sono il tragico risultato di “imprevedibili” eventi naturali/umani, ivi compresi cataclismi e “pandemie”.

Ma quale definizione sarebbe idonea per un miliardo, due miliardi o più di morti magari finalizzati alla robotizzazione del pensiero unico strumento indispensabile per il nuovo ordine mondiale unipolare?

Spostiamoci un poco nel tempo e nello spazio per una più umana comprensione, lasciando “liberi” di interpretare i lettori: condividere o non condividere rientra tra i loro sacrosanti diritti, poiché non apparteniamo alla ristretta “elite”  dei sacri custodi della verità ma alle numerosissime genti costrette a vivere il quotidiano terrore diffuso da loro, i noti e visibili “Innominati” e pure  “Innominabilli” e le  loro “velate” superiori Divinità, delle quali si può dire non proprio (in)visibili, non proprio (ig)note.

Raccontano i fatti. E noi lasciamoli parlare.

Nei casi  di omicidio la società civile (ovvero le autorità) generalmente si attivano per individuare i/l colpevole/i onde punire il reato e impedirne (o frenarne) la reiterazione. Non osiamo affermare che si rende sempre giustizia a tutte le vittime poiché spesso risuonano le voci e le dimostrazioni di “omicidio annunciato”: a volte a monte esistono eclatanti “sviste” della società civile. Fatte salve eventuali altre negative implicazioni.

Se si tratta di stragi la ricerca dei colpevoli solitamente lascia sempre molti incertezze e, a volte, colossali vuoti. In genere si riescono a identificare, in tutto o in parte, gli esecutori materiali; non si ha mai (almeno negli ultimi quindici lustri o forse più) l’individuazione e (ma è evidentemente assurdo pretenderlo) almeno il processo dei mandanti e/o registi occulti. Il silenzio trova protezione variamente con “muri di gomma”, segreti di stato, morti accidentali alla spicciolata, trasferimenti, amnesie, propalazione di asserzioni non sostenibili davanti a semplici considerazioni tecnico-scientifiche e, alla bisogna, il definitivo sigillo del segreto di stato: in verità tutti accorgimenti usati in occidente anche in occasione di omicidi semplici di grande risonanza e di grande impatto sociale, politico, finanziario o, chissà, geo-finanziario-politico.

A volerci limitare alla Sicilia possiamo citare le località di tre stragi dai “contorni” fumosi con vittime reali, artefici presunti e “mandanti” senza nomi e senza volti: Murazzo Rotto, Portella Ginestra, Ustica. Si può ipotizzare un qualche crimine di stato,  crimine economico, interferenze di amici e fratelli stranieri? No, non sapremo mai: troppi gli anni passati, tutti i testimoni spariti per raggiunti limiti di età o “incidentalmente”, forse tutti gli archivi e le registrazioni incidentalmente andati, il sorgere della svagatezza nei ricordi e, dall’inizio a ora quasi “dulcis ab ovo et in fundo”, la secretazione di “Stato” in attesa che restassero solo le ceneri della verità.

Con le guerre poi l’immagine dell’occidente esce piuttosto annerita, forse perché abbiamo incautamente idolatrato un antico popolo che in nome della democrazia non disdegnava di domare le rivolte con il genocidio e le deportazioni di massa. Anche allora la Sicilia è stata tra le vittime più massacrate.   Comunque avviciniamoci ai tempi moderni e contemporanei.

Persone sagge hanno detto: “Non ci fu mai una cattiva pace né una buona guerra”. Condividiamo il detto che “In guerra non ci sono giusti e/o eroi ma soltanto gente che ammazza e gente che muore”. E i  fatti mostrano ben peggio.: basta scorrere gli ultimi mille anni di  guerre imbastite, bandite, seminate in ogni dove dall’Occidente, civile, umano e pio.

Denominatori comuni si trovano: bramosia di potere, denaro, territorio (e servi o schiavi)  il tutto  ammantato di nobili intenti (sempre in sintonia con i tempi). Immancabili effetti visibili (bene o male) documentati e “ricostruibili anche ora: predazione, spoliazione di tutto (anche  cultura e identità), schiavitù, massacri, genocidi e  imposizione del pensiero unico dei più forti e spietati.

Non possono sottrarsi alle critiche le crociate. Il cui inizio riteniamo immotivato. Tra l’altro vi furono crociate “Extra moenia” ovvero verso medio-oriente e crociate “ intra moenia” contro gli stessi cristiani quali a esempio i “catani”(genocidio) e  i Siciliani del Regno di Sicilia, Insomma c’è da meditare perché quelle interne erano scatenate per il rifiuto di certe gerarchie e poteri semplicemente terreni e caduchi.

Con la scoperta e l’esplorazione dei nuovi mondi le brame occidentali  esplosero e dilagarono. Dal 15° al 19° secolo gli Europei scorazzarono dalle Americhe all’Estremo Oriente, dall’Africa all’Oceania esportando civiltà, cultura e i nostri pensieri. Diritti dei nativi: inesistenti. Accettare tutte le imposizioni occidentali: spoliazione di ogni bene materiale e immateriale, schiavitù, massacri e genocidi. In compenso fu a loro riconosciuto il possesso di un’anima immortale da riscattare però e sottrarre ai demoni con la piena sottomissione o con la morte. Fatti salvi alcuni popoli rispettati forse solo per questioni di forza e geopolitica

Dilagarono Spagnoli, Portoghesi, Francesi, Inglesi, Olandesi. Sparirono i popoli Inca, Maya, Azteco, Grande Nazione Indiana. Si parla di massacri indiscriminati e proditori, infezioni virali, super alcoolici, denutrizione. Si mormora di centinaia (uno, due o più non si sa) di milioni di morti e si bisbiglia appena la parola genocidi. Si parla anche della creazione di  posti di lavoro a costo zero altrimenti “nominati” schiavitù. Si parla che qualche eroe ci pascolò con la schiavitù. Dicerie di gente malevola o verità? Si dice anche che qualcuno trovò giustificazione e benedizione della schiavitù nella Bibbia. Si dicono tante cose!

Poi arrivò il 20” secolo e qualche altro staterello si fece le sue colonie: ma l’epoca andava a tramontare e si avviava a cambiare gli attori principali ma non le nefaste usanze.

Cominciò a guardare il mondo e l’Europa la più grande creatura dell’Occidente: gli USA, pronti ad autoproclamarsi poliziotti e giudici del mondo.

Non sono finiti gli istinti predatori USA di tutte le guerre:  anzi si sono rinvigoriti. E nella nuova atmosfera generatasi si sono inserite altre tragedie.

Le guerre sono sempre sporche ma nel 20° secolo sono diventate (e si mantengono ancora) fetide.

Il primo mezzo secolo  del 20* secolo ci ha lasciato l’amaro ricordo di due guerre mondiali e di  folli stermini volti al genocidio

Forse cento milioni di morti per una Pandemia, probabilmente frutto dell’insipienza di pochi e non per mera casualità; milioni di morti tra i civili per operazioni militari; qualche decina di milioni morti per persecuzione; paesi e città distrutti più per mostrare forza e nuove armi che per effettiva esigenza bellica.

Soffermiamoci un attimo su alcuni bombardamenti

Randazzo subì 31 giorni di amichevoli bombardamenti alleati a tappeto con bombe “nuove” e qualche spezzone incendiario (napalm?) per fare sloggiare un plotone o poco più di fanteria;

Montecassino fu sbriciolato dagli alleati per avere avuto la visita breve di uno o due paia di militari tedeschi che consegnarono “rifornimenti pacifici e forse gratuiti” e non armi;

la città di Wurzburg in Germania fu incenerita in appena venti minuti con un fuoco liberatore tra i 1500° e i 2000° conseguente all’utilizzo di bombe al napalm, prodotto altamente efficace contro i civili inermi;

Dresda ospitava solo popolazione civile  quando fu attenzionata dalle aviazioni alleate che lasciarono “sereni e distesi” oltre 200.000 morti (tutti civili ovvero donne, bambini, vecchi);

Hirohima e Nagasaki conobbero, a guerra pressoché finita secondo le malelingue, per primi la bomba atomica;

si dice che altre località giapponesi sul finire della guerra poterono apprezzare il napalm, nobile prodotto dell’americana Harvard;

si dice ancora che tanti anni addietro la Corea del Nord conobbe i bombardamenti di villaggi, paesi e città con riscaldamento al napalm; e da queste memorie nascerebbe la loro yankee-fobia in particolare e estero-fobia in genere

recentemente si è vociferato dell’impiego di uranio impoverito nel Kosovo, con grave danno e scorno dei militari italiani colà impiegati per una missione pacifica e umanitaria; abbiamo qualche dubbio che sia “umanitario” avvelenare il territorio altrui con elementi radioattivi;

non sappiamo proprio dove risiede la democrazia e l’umanità delle rivoluzioni colorate;

non comprendiamo quali crimini hanno pagato Saddam Hussein e Gheddafi con le loro barbare esecuzioni se non quello di “lesa maestà per ribellione” nei confronti dei civilissimi e democratici governi occidentali;

e ci chiediamo se è umano, giusto e fraterno che Siriani,Iraniani e  tante altre genti debbano soffrire per difendere quello che è loro proprietà, cioè cultura, identità, territorio, risorse…

Non andiamo oltre perché altrimenti dovremmo meditare su un altro punto dolente: e se le catastrofi definite naturali e/o  attribuite a cause marginali (magari ignorando o confondendo cause ed effetti) fossero da imputare all’insipiente utilizzo (o sperimentazione) delle “conquiste” (o dannazioni) scientifiche?

Intanto ci sembra che troppi (anche capi di piccole nazioni) spingono per uno scontro apocalittico che coinvolgerebbe appieno inevitabilmente e irrimediabilmente tutta l’Eurasia (o Europa da Lisbona a Vladivostok), tutto il  Medio Oriente, tutta l’Africa settentrionale  e forse qualche altro lembo di mondo; di contro il grande fratello americano e i suoi sodali  certamente contano di sfuggire alla  grande devastazione come è rituale per loro.

In questa tragica eventualità cosa sarebbero miliardi di morti?  Il trionfo del pensiero unico e del nuovo ordine mondiale? O l’annichilimento e la schiavizzazione di tutta l’umanità? Oppure un pressoché istantaneo ritorno all’età della pietra?

Ci assilla e  rattristano  inquietanti interrogativo: forse tanti cosiddetti “fratelli” in  ogni epoca sono stati ispiratori e/o fruitori di tanti dolori e morti? forse tanti fratelli pensano di ritrovarsi a guardare il mondo del vertice di una unica  piramide mondiale? ma  si credono per caso delle divinità immortali? ma pensano mai che in ogni caso tutti sono utili? hanno mai considerato che il creato non ammette l’unipolarismo?

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