Taormina: disagi cronici all’ospedale San Vincenzo

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di Nello Cristaudo

 

Vista stupenda fronte mare…..ma ospedale proprio “a mare”! Queste poche righe racchiudono le vicissitudini di chi si ritrova ricoverato nel nosocomio taorminese “San Vincenzo”, ed in particolar modo, nell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia. In questo reparto, purtroppo, i pazienti  allocati, vivono situazioni che definire incredibili è un eufemismo. Manca di tutto: farmaci, lenzuola, federe, (che i pazienti si portano da casa o si fanno portare da qualcuno) coperte, striscette per la misurazione della glicemia, e badate bene persino i campanelli per chiamare gli infermieri se si ha un’emergenza. Che dire poi degli armadi fatiscenti e senza maniglie, dei comodini scassati, senza ruote e se ce ne sono alcuni buoni devono essere solo per l’Utic (unità terapia intensiva coronarica), come a dire quei pazienti ivi ricoverati sono di serie A mentre quelli che sono in degenza sono di serie B. Per non parlare dell’acqua calda che non arriva manco se apri il rubinetto per ore intere.  Inoltre nel reparto, che è sempre operativo  essendo peraltro centro Hub,  insistono delle vere e proprie eccellenze come la sezione di elettrofisiologia dove si effettuano   espianti e reimpianti  di pacemaker con  cateteri infetti –unico centro in Sicilia dove si pratica questa difficilissima tecnica- emodinamica  dove annualmente si praticano migliaia di angioplastiche e la cardiologia clinica,  ma che vengono purtroppo sminuite dalle carenze di cui si accennava prima riducendo la professionalità dei medici e degli infermieri. Quest’ultimi, inoltre, dovrebbero essere potenziati ed invece ciò non avviene con grave nocumento per i pazienti. Di recente, ma capita sempre più spesso,  che un infermiere deve badare a 12 pazienti di degenza e uno a 8 o anche 9 in Utic (dove ve ne sono previsti solo 6 con i monitor) con il sovraccarico di lavoro che questi professionisti debbono sobbarcarsi, andando possibilmente qualche volta in tilt non riuscendo a gestire simultaneamente terapie, chiamate e tanto altro. Nei giorni scorsi è capitato che solo due infermieri hanno dovuto badare a tutti i pazienti del reparto in quanto tra malattie improvvise, ferie già concordate ed altro, sono rimasti da soli. Nessuno ha provveduto a rimpiazzare gli assenti pur sapendo che a farne le spese sarebbero stati i pazienti.

Una situazione assurda, inconcepibile ed inimmaginabile nella perla del turismo siciliano, ma soprattutto oggigiorno dove le problematiche legate alla salute, dovrebbero avere la priorità assoluta e non lasciate a marcire nell’andazzo del tanto peggio di così non si può! Viene da chiedersi: ma la direzione sanitaria dell’ospedale San Vincenzo – che spesso abbiamo visto vantarsi per il G7- che fa dorme sonni tranquilli? E se malauguratamente dovesse succedere il dramma di qualche paziente che ci lascia le penne a chi andrà addossata la responsabilità? I responsabili del reparto si presume che abbiano fatto le richieste del caso per sopperire alle mancanze sopra elencate, ma chi dovrebbe intervenire  forse è in una situazione di dolce estasi ancora preso dal torpore delle edulcorate parole dei potenti della terra loro dette sull’organizzazione sanitaria del nosocomio taorminese. O dovremmo dire che siccome non si tratta di potenti ma di semplici cittadini ammalati per loro è riservato un altro destino. Ci dimentichiamo spesso che la famosa cantata del principe De Curtis, in arte Totò, “A livella”, colpisce tutti nobili, potenti ed umili. Quindi le istituzioni preposte, Direzione sanitaria e Commissario straordinario Asp peraltro sempre attento alle esigenze di questo ospedale,  al controllo e a risolvere i problemi di un importante reparto come la Cardiologia, prendano gli opportuni accorgimenti e migliorino sempre più questo gioiello che è per professionalità una vera e propria eccellenza.

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